Circoscrivere il problema a Topolino è sbagliato: come hanno fatto notare in tanti, la crisi riguarda un po' tutto il mondo del fumetto.
Io ho iniziato a leggere il Topo nel 1989: mio zio mi ha preso un numero e da lì sono andato avanti perché mi era piaciuto. Non sono andato in edicola, trovandolo per caso: me l'hanno fatto conoscere. I genitori di oggi sono gli adolescenti di ieri che hanno abbandonato il fumetto. Perché? Chissà! Di sicuro uno dei motivi è culturale.
In Italia il fumetto è visto come roba per bambini (neanche troppo svegli): avrete sicuramente provato a far capire ad amici e parenti che non è così e sapete quante difficoltà ci sono nel far vedere la realtà; se andate in libreria, i fumetti sono "ghettizzati" nella sezione "fumetto": provate ad andare in Francia e vi troverete fumetti mescolati con libri normali, a seconda del genere.
Quanti di voi si sono sentiti dire "ma leggi ancora i fumetti?!"? Qualcuno se ne frega e legge lo stesso, altri abbandonano per non fare la figura del pirla (parlo per esperienza personale, ne ho visti di "pirla redenti").
Aggiungiamo che per un bambino è più attraente un videogioco o un cartone animato e la frittata è servita: c'erano anche ai miei tempi, a cavallo degli anni 80 e 90, ma non erano così massicciamente presenti (e fighi).
Adesso poi ci si mettono anche i film: per tanti bambini l'Uomo Ragno è quello che hanno visto al cinema, il fumetto manco sanno che esiste!
So che devo scrivere altro, ma adesso non mi ricordo
Di Topolino in senso stretto scriverò un'altra volta, sono abbastanza stanco dal lavoro e non l'ho neanche finito.