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Post - Andy98

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Topolino / Re:Topolino 3331
« il: Domenica 29 Set 2019, 15:14:49 »
Trovandomi d'accordo con i pareri espressi, rispettivamente, da Lunatico e da Paperinika, non posso che rimarcare come l'assenza di una qualunque unità o direzione sia stata la rovina di Young Donald Duck, un progetto che a mio avviso non rende giustizia al fumetto Disney italiano. Perché, infatti, in otto puntate non ho visto nulla del fumetto nostrano, tra autori e disegnatori che hanno dato l'impressione di aver deformato la propria cifra, se non addirittura abbandonata - l'errore più grave per un artista - per piegarsi alle esigenze di un mercato estero, sicché di compromessi per proporre il taglio del fumetto nostrano non ne ho visti: Young Donald Duck è quasi l'annullamento di ogni atto creativo prodotto dagli autori coinvolti; e considerato che sono tutti attivi da parecchi anni nel mondo Disney, la delusione non può che diventare profonda.

Ripeto: non è l'intenzione che condanno - purtroppo nel mondo dell'editoria certi discorsi sull'Arte faticano a sussistere, e la questione è quantomai spinosa - bensì, piuttosto, le modalità con cui sono state realizzate tali intenzioni. Almeno ci fosse stato un disegno narrativo preciso e coerente, tanto per dirne una, e invece l'unico parziale collante che si è avuto, all'infuori di un pessimo Paperino, odioso all'inverosimile, è stato l'umorismo scatologico e mefitico che sicuramente attirerà un pubblico un po' naif - anche se avrei in mente un termine migliore, ma è meglio che trattenga la mia penna.

Giusto per puntualizzare: l'unico caso in generale - tra libri, fumetti, cartoni, film, e via dicendo - in cui questo tipo di umorismo mi abbia dilettato è stato il cioccolatinone verde intorcolato alla Borromini di matrice gaddiana, però quel momento nasconde livelli di lettura talmente profondi ed ampi che Young Donald Duck non può neanche immaginare di avere. Sospetto, tuttavia, che se fossimo stati noi il pubblico di riferimento, non avremmo avuto, probabilmente, una serie tanto rapida da fruire quanto veloce da dimenticare.

Concludo dicendo che, per me, è ingeneroso qualunque tipo di confronto con l'opera di Enna, la cui contemporanea presenza demarca con prepotenza quella frattura stilistica e narrativa che inevitabilmente si avverte tra le due saghe: in fondo, se la prima ha tentato di cogliere dei momenti essenziali dell'adolescenza, la seconda, invece, li ha adoperati a mo' di scusa per realizzare una costruzione sommaria e dimenticabile. Spero, infatti, che Young Donald Duck rimanga un caso isolato e che non ispiri strane tendenze in futuro.

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Off Topic / Re:Piccolo sfogo, mi sono stancato delle testate Disney
« il: Mercoledì 18 Set 2019, 13:42:03 »
Topaccio, dovresti essere consapevole che, scrivendo su un forum, la modalità con cui esprimi i tuoi pareri sia un fattore determinante per stimarne la qualità.
Capirai, pertanto, che nel mezzo di uno sfogo a tratti condivisibile - parere di per sé già bollente nei toni - uscendotene con certe affermazioni, peraltro rivolte ad un artista dal tratto maturo - quindi, alla faccia degli "scarabocchi da bambino"! - non darai un'impressione diversa dal cafone di turno privo di qualsivoglia sensibilità.
Con ciò, beninteso, non sto dicendo che tu sia un cafone, tantomeno che non sia lecito non apprezzare il tratto di Guerrini, però rifletti bene prima di dare un'immagine sbagliata di te stesso.

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Topolino / Re:Topolino 3329
« il: Venerdì 13 Set 2019, 23:24:12 »
Concedo che specifiche direttrici sociali e culturali  ci abbiano portato ad associare ormai le sfumature di dolce e di dolciastro quasi fossero il medesimo concetto, così come sentimento e sentimentalismo in una deriva di affettività kitsch d’accatto. E tuttavia con sentimento in musica si può raggiungere la delicatezza di un affettuoso e allo stesso tempo nobile incedere, e un finale dolcemente ha talvolta l’autunnale bellezza di un trascolorato smemorare.

Apprezzo quell'autunnale di reminiscenza quasi dannunziana, tuttavia è proprio questo che è difficile trovare sul Topolino.
Il "sentimentale" da me posto tra virgolette, infatti, alludeva ad un tipico finale che preclude ogni possibilità di dialogo con le storie successive.
In questo caso, Enna ha rivendicato l'indipendenza dei nipotini isolando Qua dal trio e gettando le basi per una rivalità tra Qui e Quo, seppur legata al medesimo hobby, il che può spianare pressoché infinite possibilità narrative, tuttavia, la ricerca di un finale compiuto che è propria di tutte le storie del settimanale, porta a sprecare simili potenzialità, e quindi mi dispiacerebbe se tutto si risistemasse per la sola necessità di terminare.
Ciò non toglie, ovviamente, che non gradisca nemmeno il finale "sentimentalista", termine che, come te, ben distinguo dal precedente, il cui significato particolare, però, è stato da me posto in una forma un po' ambigua, anche se sono sicuro che la scrittura di Enna non potrebbe mai piegarsi ad una patetica sagra degli affetti, quindi questa possibilità la escluderei a priori.
In conclusione: per quanto non sia convinto fino in fondo della narrazione, motivo che, ribadisco, approfondirò i prossimi giorni ispirato dal tuo interessante commento, riterrei un peccato sprecare quest'opportunità di un finale un po' più aperto rispetto ai soliti. Del resto, la storia ci è stata presentata "con l'intenzione di ridefinire alcune caratteristiche dei nipotini", e sarebbe un peccato se rimanesse un caso isolato, dacché finirebbe inevitabilmente in quel filone di cui parlavo due settimane fa.

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Topolino / Re:Topolino 3329
« il: Giovedì 12 Set 2019, 15:52:00 »
Sulla saga di Enna mi sembra di avere un parere quasi diametralmente opposto a quello di Tang: come non mi convinceva all'inizio, così continua a non prendermi nel suo svolgimento.
Avrò modo di argomentare le mie perplessità in vista degli episodi finali, tuttavia, giacché lo stesso Tang ha segnalato di celate complessità nelle relazioni tra i vari personaggi, ed essendomi fermato gli scorsi giorni ad analizzare e ad elaborare un discorso sul valore della punteggiatura nel Saul dell'Alfieri, riterrei piuttosto scorretto cominciare un discorso che per essere ben posto meriterebbe una rilettura più attenta degli episodi in questione, dunque mi limiterò ad osservare che il "giovanilismo affrettato" di cui Enna si è servito per caratterizzare Qua è stato fortunatamente messo da parte per imbastire una narrazione più vicina a quello che è il modo di narrare dell'autore in questione; peccato, però, che negli episodi a lui dedicati questo contrasto si avverta, forse una conferma del fatto che ad Enna la prima puntata servisse solo per scindere i tre nipotini, rimandando agli episodi successivi l'approfondimento psicologico.

Unica nota: mi auguro che il cosiddetto finale "sentimentale" non risulti troppo dolce, perché a mio avviso depotenzierebbe la saga e la sua presunta importanza in storie future.

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Commenti sulle storie / Re: Young Donald Duck
« il: Domenica 8 Set 2019, 16:37:06 »
Parlando di strizzatina d'occhio al lettore confermi anche tu che quella insegnante "è" Kay K. Certo, non ufficialmente (non ricordo come si chiami), anche per una incoerenza con l'età (dovrebbe essere un pò più giovane degli altri e dunque una preadolescente e non una papera adulta, tale e quale a come la conosciamo in DD). Per quanto un autore possa giocare con i vari personaggi (e lo vediamo bene in YDD) in questo caso non capisco il senso del 'gioco'.

La sua "presenza" è abbastanza anomala: in tutta la storia viene chiamata "coach" e ha un atteggiamento non dissimile da quello dei suoi colleghi, quindi non mi spiego perché inserire oppure trovare ispirazione in una figura ben nota per un ruolo che non lo necessita, del resto non mi pare che Mazzarello sia così a corto di fantasia da non pensare ad una papera con fattezze differenti da quelle di Kay K. Bisognerebbe capire se sia stata una scelta di sceneggiatura, per strizzare l'occhio ad una saga conosciuta anche al di fuori del Disney italiano, oppure se sia stata una pensata del disegnatore.

In ogni caso, siccome parliamo di un personaggio cristallizzato, per giunta in una saga conosciuta anche al di fuori del Disney italiano, ritengo che quella papera sia proprio Kay K - coincidenze grafiche sarebbero un po' anomale, dal momento che lo stesso Mazzarello ha disegnato qualche episodio di Double Duck - ed è un altro fattore che mi porta sempre più a sperare che Young Donald Duck si tratti solo di un esperimento isolato e che in futuro non ispiri altre strane tendenze.

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Topolino / Re: Topolino 3327
« il: Sabato 31 Ago 2019, 13:20:10 »
E come parlano gli adolescenti di oggi, sentiamo. Mandate una lettera alla redazione se pensate di essere così esperti.
Non lo so, concentrarsi su un dettaglio simile per criticare a tutto spiano mi sembra come denigrare il Re Leone perchè c'è Pumbaa che scorreggia, capisco in pieno lo sfogo di Atius.
Poi ci credo che la maggior parte degli autori si è rotta le scatole del forum e di chi lo frequenta.

Risparmiati i paragoni inconsistenti, stai mettendo sullo stesso piano due situazioni del tutto differenti: la scena di Pumbaa è una gag, infatti, mentre il linguaggio di Qua è un espediente narrativo, una scelta che caratterizza la vicenda, e che denota in maniera esplicita quale sia il suo pubblico di riferimento.
Degradare un elemento portante della sceneggiatura a dettaglio di poco conto non fa che darmi conferma di quanto spesso un certo "amore" verso le cose sia talmente venefico da impedire la comprensione di qualunque tipo di parere contrario al proprio. Il che è preoccupante perché limita il dialogo, a cui non sei disposto a prendere parte, stando al tuo commento lapidario.
Poi, per comprendere l'attuale linguaggio adolescenziale - di cui ilFumettista ti ha già dato qualche idea - basterebbe, almeno per farsene un'idea, ascoltare ogni tanto come si esprimono certi ragazzini, prendere nota e magari confrontarsi con qualcuno più vicino a quella realtà. Se ciò non è possibile, a mio avviso, non si dà quella sfumatura alla storia, si opta per altro.
Può darsi che Enna scriverà un capolavoro in cui approfondirà con occhio maturo i tre nipotini, ma resterà lo stesso quel difetto poiché parte di ciò che leggiamo, o meglio, di ciò che l'autore ha deciso di farci leggere, di comunicarci. Eppure, ciò non renderà la storia necessariamente brutta o illeggibile, come tu ritieni che pensino certi utenti.

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Topolino / Re: Topolino 3327
« il: Venerdì 30 Ago 2019, 23:16:10 »
Con quanta superficialità è stata analizzata da molti "Tre Paperi in Gioco"! Ovviamente, come dacché tempo è tempo accade, ci si concentra solo sul linguaggio e mai sul messaggio che una storia vuole dare. Il fatto che sia stato usato questo (supposto) slang giovanile, per quale motivo deve essere un aggravante per la riuscita della storia? L'intento di usare tale linguaggio è semplicemente quello di caratterizzare Qua, nient'altro. Piena fiducia a Bruno Enna

Dimentichi che il linguaggio è essenziale in un fumetto, e che qualunque messaggio, per quanto bello o profondo possa essere, non splenderà mai della propria lucentezza se avvolto da una cornice informe.

Sul linguaggio della storia, come abbiamo peraltro già avuto modo di confrontarci, sono state mosse critiche più che fondate e per niente superficiali, giacché Enna vuole affrontare una tipica crisi adolescenziale rivolgendosi ai ragazzi che oggi leggono Topolino, e non a quelli di dieci anni fa, e di conseguenza la caratterizzazione di Qua non risulta né vincente né centrata per il pubblico di riferimento. E questo, in realtà, non è un problema del solo Enna, bensì di molti altri suoi talentuosi colleghi: vogliono parlare di determinati argomenti dimostrando o di non avere l'adeguata sensibilità, o di non essere in grado di comprenderli appieno. Se la storia fosse stata scritta lo scorso decennio, Qua sarebbe risultato naturale e perfetto, perché l'adolescente di quel periodo si sarebbe trovato davanti ad un suo simile, con quel linguaggio e con quegli atteggiamenti, ma per un adolescente di oggi l'effetto straniante sarebbe innegabile.

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Topolino / Re: Topolino 3327
« il: Mercoledì 28 Ago 2019, 17:43:32 »

Probabilmente ho esagerato affermando che quello di una caratterizzazione più completa e "unica" dei nipotini fosse un filone del tutto inedito e inesplorato. Sicuramente inusuale e piuttosto raro, considerando il fatto che, ripeto, i nipotini non sono ancora considerati individui unici a trecentosessanta gradi, ma, come ho detto prima, un "tre in uno", un cervello diviso in tre parti...

Forse il problema di tale filone sta in una differenziazione sommaria, ovverosia in una distinzione marcata dei comportamenti e degli interessi dei tre nipotini.
Per spiegarmi meglio: il primo lo fanno rubacuori, il secondo studioso, il terzo avventuriero, oppure, il primo impulsivo, il secondo giudizioso, il terzo estroverso, e via dicendo.
Tale rimescolamento delle carte ha più una funzionalità narrativa che psicologica, ed infatti si ha l'impressione di trovarsi davanti ad un "cervello tripartito", piuttosto che a tre individui a sé stanti.
Vedremo come Enna intenderà muoversi, però in questa prima puntata mi è sembrato che ritenesse più urgente presentare i sintomi di una scissione, anziché puntare i riflettori sulle personalità dei nipotini, ed infatti solo Qua sembra esibire un proprio comportamento, isolato nel suo mondo ed incurante di ciò che lo circonda, mentre Qui e Quo sono più presi a rivendicare la propria indipendenza.

Per quanto riguarda Paperino, sono d'accordo per quanto riguarda una sua versione eccessivamente smielata di cui hanno fatto frequentemente uso alcuni autori in questi anni, ma... In questo caso la versione di Paperino è perfettamente funzionale alla storia. Denoto semplicemente la preoccupazione di uno zio che vede i nipoti non più così uniti come un tempo e decide di trovare un metodo per far sì che riscoprano questo legame. Ma questo non lo rende di certo out of character, dato che la personalità di Paperino, per quel che mi riguarda, non è per niente fuori dagli schemi disneyani.

Questo è vero, il comportamento di Paperino è funzionale alla vicenda, però, ripeto, ha il solo scopo di creare il pretesto, anziché viverlo appieno, perciò avrei preferito un Paperino più frenetico ed impulsivo, anche per dare un po' più di sapore al litigio tra lui e i nipotini.

Per quanto concerne il gergo giovanile, hai ragione quando affermi che certe espressioni siano addirittura anacronistiche e fuori uso da anni (nonostante non lo possa confermare con certezza, poiché non sono per niente avvezzo ad utilizzare tale linguaggio), ma il fatto che Qua ne usufruisca, ponendo il caso che siano effettivamente termini adolescenziali, è perfettamente funzionale alla trama, che vede i tre paperotti affrontare questa quasi improvvisa crisi, appunto, adolescenziale. A mio modestissimo parere, potrà uscirne qualcosa di buono: stiamo a vedere.

Il che avrebbe senso se il punto di riferimento non fosse, come testimonia Estoy Acà, peraltro, la parlata giovanile di dieci anni fa - che, guarda caso, è quella a cui mi riferivo pure io. Appare come poco autentica, un eco di un certo modo di essere che non è pienamente compreso. A riguardo, Estoy ha centrato il punto con l'esempio dei quarantenni che credono che basti tirare fuori a sproposito qualche termine in voga per apparire giovani - con tutti gli effetti grotteschi che ne scaturiscono, si intende.

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Topolino / Re: Topolino 3327
« il: Mercoledì 28 Ago 2019, 15:30:54 »
Non sono d'accordo. Anzi, ritengo un esperimento interessante e inedito quello di rappresentare i nipotini come tre individui unici e non solo come un "tre in uno". La storia di Reginella non l'ho ancora letta, ma spero che sia all'altezza delle aspettative che, inevitabilmente, ci si crea al cospetto di un personaggio del genere☺️

A me non pare un'idea così inedita.
Non è un tòpos particolarmente accentuato, tuttavia, seppur in maniera provvisoria o con una certa superficialità, sono comparse diverse storie che tentavano di differenziare i tre nipotini in base ai comportamenti o agli hobby (WhizzKids è stata la più recente, se la mia memoria non mi inganna), al punto che, semmai si pensasse di raggrupparle tutte assieme, nascerebbero delle forti contraddizioni tra le varie caratterizzazioni imposte.

In ogni caso, questa nuova prova di Enna per ora non mi ha convinto.
Mi dispiace, ma un Paperino così premuroso e patetico, si sa, non è proprio nelle mie corde. Inoltre, mi è sembrato un po' pretestuoso il riferimento al periodo in cui i nipotini tripartivano i discorsi e si completavano le frasi a vicenda, mi pare che in tempi recenti questo tipo di approccio non si sia più visto, e quindi tale insistenza mi è parsa fuori luogo.
Oltretutto, Qua con quella parlata giovanile è quasi improponibile, e non tanto perché arreca vituperio alla lingua italiana. Sarò io, però mi sembra che certe espressioni siano quasi anacronistiche rispetto a quelle che si sentono oggi - e queste non le sentivo almeno dai tempi delle medie... e sono passati parecchi anni - però mentre leggevo ho avvertito un effetto quasi surreale. Insomma, si è ricaduti nel solito errore: tentare di emulare senza successo il gergo giovanile.
Forse questa miniserie si riprenderà nei prossimi episodi: probabilmente Enna doveva solo creare un pretesto che favorisse la rottura del trio e che permettesse di seguirli individualmente, però ciò non toglie che l'inizio non sia stato dei migliori... ma bravo Perina, in ogni caso, che coi suoi disegni puliti e strutturati dà un valore aggiunto ad una sceneggiatura piuttosto debole.

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Topolino / Re: Topolino 3326
« il: Giovedì 22 Ago 2019, 22:48:18 »
Vorrei sapere se siete sopravvissuti alla storia di Sio  :-\

Sì... e personalmente la ritengo un'occasione sprecata.
Poteva uscirne fuori un brillante gioco di narrative simultanee, tutte convergenti verso un unico momento culminante, e ciò si intuiva dalla studiata strutturazione delle tavole, ciascuna delle quali focalizzata su un attimo contemporaneo ad altri. Eppure, le varie situazioni non si incastrano bene tra loro, forse perché fin troppe per avvenire in concomitanza, ed oltretutto vi è il solito umorismo di Sio a me inviso perché ritenuto distante dal mondo Disney - per fortuna che non è al suo massimo splendore - nonostante il finale sia tutto sommato carino.
Tralasciando, dunque, i disegni di Lucci, che sono troppo statici e poco convincenti a livello espressivo - ci avrei visto bene un Intini - direi che con una costruzione più attenta e meno improntata sulle solite involuzioni di frasi o assurde connessioni dei personaggi, che messe in bocca a quelli Disney straniano senza davvero suscitare il riso, ne sarebbe potuto uscire un piccolo gioiellino ben architettato e divertente: giacché non ricordi di storie giocate interamente sullo schema di eventi sincronici, il quale rappresenta una sfida tanto ardua quanto raffinata per l'arte in sé.
Per tali ragioni, dunque, non mi sento di crocifiggere Sio come ho fatto in passato, ma in ogni caso sono sicuro che se evitasse di abbondare i propri lavori Disney col suo umorismo caratteristico potrebbe avere delle intuizioni interessanti. Capisco che quella sia la cifra che l'ha reso famoso, però, ripeto, proprio perché peculiare può solo funzionare nel suo mondo, e con i suoi personaggi.

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Commenti sulle storie / Re: Young Donald Duck
« il: Lunedì 19 Ago 2019, 21:43:42 »
Allora...
Io penso che per tre vignette messe in croce non si debba fare tutta questa polemica.
Non fa ridere manco a me, ma dopo un po' penso: «Ma chissene...»...
A me non mi ha rovinato la lettura, per niente: sono rimasto un po' "mah..." ma dopo, nei commenti, mica ho detto che schifo le vignette dove si vede blablablablablablablablabla.. ..........*

A me è sembrata una reazione più che comprensibile, per almeno due ragioni.
Da un lato, perché è una forma di umorismo che è parsa fuori luogo in un fumetto sottoposto a diversi paletti - alcuni dei quali sappiamo essere tra loro in contraddizione, ma questa è un'altra questione - da un altro, perché per un prodotto di stampo internazionale molti credo che avrebbero preferito ritrovare una cifra caratteristica più propria del fumetto Disney nostrano, anziché una serie che, per quello che si è potuto sinora leggere, sembra strizzare l'occhio a diverse serie tv adolescenziali molto in voga all'estero.
Sono sicuro che già nei prossimi giorni non se ne parlerà più, ma a mio avviso è stato abbastanza comprensibile che diversi utenti, soprattutto gli appassionati, manifestassero il proprio malcontento, fosse anche per "tre vignette in croce" come tu e Paperinika le avete definite (fanno comunque parte del risultato complessivo da noi fruito, non possono mica essere ignorate nella loro "essenza", motivo per cui mi pare che siano state aspramente criticate da molti...). Lungi dal criticare il peso che voi diate o meno alle vignette,però per come intendo io il fumetto riterrei scorretto scegliere di sottrarre peso a qualunque vignetta, perché alla fine è ciò che l'autore ha scelto di mostrarci, che sia per una gag, spiegazione, riflessione filosofica o psicologica, e via discorrendo.
In ogni caso, a meno che il futuro non ci riservi qualche altra sgradita sorpresa, sono sicuro che a serie terminata cadranno nell'oblio come tu stesso auspichi.

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Commenti sulle storie / Re: Young Donald Duck
« il: Giovedì 15 Ago 2019, 16:19:40 »
Anche a me questo episodio ha un po' deluso, rispetto al primo; peccato...

La "nuvola verde" ha fatto effetto anche a me, perché non sono abituato a vedere certe cose! Però, ci può stare: basta non abusarne...

Mi sa che probabilmente sarai smentito: la "nuvola verde" ricompare ancora nell'anteprima del prossimo episodio, stavolta da una porta marrone anziché blu.
Oltretutto, ho notato solo ora che anche nel primo episodio essa compare, ma per significare due diversi generi di fetori mefitici - entrambi rappresentati sempre con quel verde teschio grottesco - sicché deduco che sarà una sorta di gag ricorrente lungo tutta la serie; il che, onestamente, mi lascia tanto perplesso quanto amareggiato, perché non penso che sia questo l'umorismo da Topolino che si dovrebbe proporre ad un mercato internazionale.
Se poi, come mi pare sia stato intuito da alcuni utenti, le fondamenta del ciclo sono state modellate per rassomigliare alle situazioni tipiche di una serie tv adolescenziale - sublime tristezza! - allora mi sembra che applicate a Paperino e soci finiranno solo per crollare su loro stesse, ma prima di trarre conclusione troppo affrettate aspetterò che si arrivi almeno alla metà delle pubblicazioni previste. Anche se, come ho già detto altrove, la guarderò con molto disinteresse.

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Topolino / Re: Topolino 3325
« il: Mercoledì 14 Ago 2019, 23:50:28 »
In effetti il wc puzzolente è una caduta di stile mai vista. Mi chiedo, in un periodo in cui censurano le storie perché parlano di pesca ed i peggiori criminali bevono solo aranciata, come sia stato possibile che sia passata una cosa tanto disgustosa.

L'unica meraviglia, da parte mia, è che la "gag" sia stata scritta da Artibani, che mai assocerei ad una forma di umorismo così becero.
Mi domando come mai Paperino non possa travestirsi da "principessa galattica" per burlarsi di Gastone in una storia italiana, mentre in una dedicata al mercato internazionale gli sia concesso di intasare esplicitamente i sanitari: che sia un po' lo specchio di quanto certe "operazioni" di censura risultino, in fondo, essenzialmente ipocrite?
Pazienza: evidentemente non sono nel pubblico di riferimento di Young Donald Duck, e non me ne dispiaccio, sicché mi limiterò a guardarlo con amara simpatia.

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Rockerduck è sempre stato un personaggio grigio, lamentarsi della sua non cattiveria nell'enigma mi sembra eccessivo.

Un personaggio che viene annoverato dal suo stesso rivale tra i "cari che si preoccupano per lui" dubito che possa veramente tingersi di sfumature così grigie, soprattutto negli ultimi tempi in cui di rado lo si è visto spiare il rivale o tentare di affondarlo con ogni suo mezzo a disposizione: Rockerduck ormai pare più un rivale spendaccione che un vero contraltare di Paperone, e dire che il tenere in considerazione Famedoro dovrebbe contribuire ad enfatizzare le due forme di antagonismo, non a rendere il primo più piatto in favore dell'altro, che, per inciso, fa apparizioni fin troppo saltuarie in Italia per permettersi di soppiantare lo stesso Rockerduck.
Non penso che sia troppo chiedere un Rockerduck come quello di Zio Paperone e gli icerbergs volanti, una canaglia disposta a tutto pur di rovinare Paperone, ma con quel minimo di indagine psicologica che lo rendono un antagonista più umano benché credibile, il problema è che richiederebbe uno studio che a mio avviso non tutti gli autori sarebbero disposti ad intraprendere. Però, in compenso, di personaggi "negativi" in un altro senso ne abbiamo avuti parecchi, e tra quelli citati da Lunatico ci aggiungerei anche quel Paperone "burbero dal buon cuore" intriso di un sentimentalismo che definire solo nauseante sarebbe quasi un complimento.
E il problema è che più si procede con questa "mostra delle emozioni positive", più quelle maschere poliedriche che sono i pareri risultano sempre meno credibili, e di conseguenza, sempre più lontani, come se fossero ancorati ad un mondo utopico, governato dal buon senso e dalla gentilezza; di contro, tuttavia, si ha che qualsivoglia minaccia non può più essere presa sul serio: ed ecco che Rockerduck, anziché ammettere a se stesso e agli altri di voler surclassare Paperone con ogni suo mezzo a disposizione, e di voler provare a tutti quanti, Paperone compreso, il proprio valore, se ne esce affermando che gli dava noia fare affare senza un rivale, un vero momento tragicomico di cui sono testimonianza i visi e le esclamazioni dei paperi... forse si sono resi conto anche loro che un Rockerduck così non è davvero credibile?

Forse gli unici 'buonismi rockerduckiani' che di recente mi hanno convinto (anche perché relativi, sensati e non gratuiti) sono stati quelli di Artibani, nella contrapposizione con il 'super cattivo' Cuordipietra, e di Vito Stabile, in una sorta di crisi personale collegata a momentanee disfatte paperoniane (se non ricordo male).

Ecco, il pregio dei due autori è quello di aver saputo ampliare la dimensione psicologica del personaggio all'interno di una narrazione ben strutturata e coerente.
Forse parecchi anni addietro sarei stato del parere contrario, tuttavia non sopporto quelle storie in cui ogni occasione sia buona per fare della psicanalisi esplicita dei personaggi, spendendo al contempo fiumi di parole inutili al solo scopo di risultare profondi. Nel caso del fumetto Disney, sappiamo bene cosa ha comportato ciò nel caso di Paperino, Paperone, Gastone o Gambadilegno (e no, non sto pensando al Gambadilegno del Tor Korgat, invero quello è un esempio di momento psicologico intelligente).

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Topolino / Re:Topolino 3323
« il: Lunedì 5 Ago 2019, 23:51:45 »
Certo che mi ha fatto veramente una gran butta impressione vedere la sfilata dei personaggi che lasciano il deposito al suono della frase di Paperone "Avere intorno tante persone care che si preoccupano per me" ... e fra loro c'è Rockerduck.
Se avessi dato retta al mio primo impulso, avrei buttato nel cestino il giornaletto!


Tu lo chiami "buonismo" ma in realtà, dal mio punto di vista, si chiama ennesimo tradimento di quelli che sono i sentimenti reali che governano la comunità su cui si basa il fumetto disneyano. Ogni volta che accadono cose di questo genere, spero si sia toccato il fondo ma, con estremo rammarico, devo convenire che si tratta di un pozzo senza fondo.

Rockerduck che sfila nelle schiere dei "buoni" è l'ennesimo colpo inflitto ad uno dei più interessanti antagonisti di Paperone.
Nonostante l'ottimo lavoro fatto da Stabile - mi ripeterò, è vero, ma in questo caso è necessario rimarcarlo - mi pare che ci sia stata un'inversione preoccupante, oserei dire allarmante, nel modo di intendere il personaggio: suonava già patetico di suo che prendesse parte alla ricerca solo perché "si annoiasse a fare affari senza un rivale", eppure l'avrei accettato se fosse stata una menzogna per guadagnarsi la "fiducia" dei parenti di Paperone. Mi sarei aspettato che ad un certo punto prendesse in scacco tutti quanti e rubasse il "tesoro" pur di dimostrare a tutti, soprattutto a se stesso e a Paperone, di essere il migliore, e sarebbe stato l'atteggiamento più naturale per il personaggio.
Non dimentichiamoci che in Italia si tende a separare la figura di Famedoro da quella di Rockerduck, ma questo non perché al primo possa essere concessa ogni forma di scorrettezza, mentre il secondo sia solo un rivale sleale però fondamentalmente buono, bensì per dare a Paperone due forme di antagonismo diverse che ne arricchiscono il personaggio e ce lo rendono ancora più vicino - sicché Famedoro potrebbe anche essere pensato come una "proiezione oscura" di Paperone, cosa che Rockerduck, per passato e per status sociale, non potrà mai essere.
Spero che questo sia un caso isolato, magari dovuto ad una storia già fragile nelle sue fondamenta e fin troppo piena di personaggi, che pertanto non poteva permettersi di investire vignette per trattare determinate questioni, giacché ritengo che una conversione di Rockerduck sia pressoché impossibile, anche per questioni di equilibrio, in quanto personaggio con un allineamento ben preciso in mezzo a quelle eccezioni che lo vedono (forzatamente) collaborare con Paperone. Abbiamo già perso i Bassotti, Gastone, Brigitta, Filo Sganga, non c'è bisogno di perdere anche Rockerduck.

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