Non ho alcun elemento per avanzare commenti o opinioni sulle decisioni aziendali e di redazione, e d'altra parte nemmeno mi sento nella posizione di poter discettare intorno alle legittime scelte individuali di una persona; ho le mie idee in proposito le quali non hanno pero' solide basi che ne giustifichino la condivisione.
Tuttavia l'unico punto su cui mi sento di sollevare una questione quantomeno di opportunità commerciale da parte dell'editore, riguarda l'ampia fetta di lettori non piu' adolescenti e legati a un'idea, per cosi' dire, nostalgica del Topo di alcuni decenni fa: autori come Gatto rappresentano tuttora quel trait d'union, vera e propria madeleine, che fornisce un'apparenza di continuità e di unita' con il passato, mantenendo fidealizzata una folta schiera di acquirenti. Laddove l'allontanamento di un autore piu' giovane e meno "iconico" sarebbe di fatto passato inosservato (casi forse avvenuti e di cui non ci si e' nemmeno resi conto), l'affaire Gatto rischia di alienare le simpatie nei confronti di Topolino di molti sostenitori. Si puo' d'altra parte ipotizzare che gli archivi abbiano sufficiente materiale da pubblicare per coprire gli anni restanti di attività del maestro e che avremo ulteriori storie di cui godere (anche se non sembrerebbe il caso di Asteriti e Chierchini, per esempio, almeno a giudicare dalle pubblicazioni piu' recenti), tuttavia Topolino, per forza o per amore, ha bisogno di mantenere nel suo core branding simpatia, affabilità, tradizione nel cambiamento, calore familiare, affetti che vanno oltre la qualita' intrinseca di trame e disegni ma che acquistano e mantengono fedeli i lettori negli anni; il senso di appartenenza a una lunga storia editoriale che si gioca sia sul piano della società in generale sia sullo sviluppo personale ("quello del sudore" e' in questo senso espressione felicissima), e' un enorme valore aggiunto che questo giornale vanta rispetto ad altre pubblicazioni e che immagino garantisca una discreta percentuale del fatturato settimanale, ne fossi responsabile me ne guarderei bene dal dissiparlo. Dal punto di vista dell'immagine la mossa e' quindi stata piuttosto infelice, mi spingo a ipotizzare che l'editore facesse affidamento sulla rassegnazione silenziosa di un 85enne e non avesse previsto una reazione tanto energica.