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« il: Venerdì 9 Gen 2009, 13:03:21 »
Visto ieri, nell'ultima serata in cui lo programmavano (balla lì, lo sconto!).
Che dire, di certo un film da vedere, almeno per me. Il continuo giocare sulla tensione tra fumetto e cinema, con i personaggi che ripropongono sullo schermo alcuni stilemi tipici del mondo dei balloon (vedi il riflettere parlando a voce alta da soli, le movenze altisonanti, le scazzottate al limite dell'assurdo,...) è una cosa pazzesca. Lì per lì ti spiazza. Poi cominci ad entrare nell'ordine di idee, ed ecco che il meccanismo ingrana, e ti conquista.
Si ride, e di gusto, merito soprattutto di un Samuel L. Jackson spettacolare, nel ruolo del cattivo più, giustamente, fumettaro che la cinematografia ricordi, dai tempi del Joker di Nicholson.
E poi il gusto per l'estetica di Miller trasuda da ogni inquadratura, da ogni dettaglio, da ogni goccia di fango sulla faccia di Spirit. Il risultato è un impatto visivo che colpisce, cattura, a volte stufa, ma nel complesso non sbaglia.
Ahimè, le note dolenti ci sono. Se a livello di esteta, a Miller non si possono fare troppe rimostranze, dal punto di vista della narrazione, il film non scivola via liscio come i suoi fumetti. Qualche intoppo c'è, qualche ritmo troppo veloce o troppo lento, che fa un po' a pugni con lo spettatore. (Chiaro che se uno si perde a guardare le controparti femminili dell'eroe, la cosa manco lo sfiora. Nel film NON c'è una sola donna brutta, tanto che, e non sono matto nel dirlo, colei che più sfigura tra le belle è proprio la bionda Scarlett, subissata da una Mendes che toglie il fiato, di cui tutti vorremmo una fotocopia come quella che esegue da brava monella, da una Morte che tutti vorremmo incontrare, e da una franco-spagnola Paz Vega, da cui tutti vorremmo farci squartare...)
Le citazioni trasudano, trasbordano, esondano! Da Samuel che ha sempre i guanti di Topolino (giuro!!!), ai chiamati in causa Robin e Elektra, personaggi guarda caso "trattati" dal buon Frank. Poi, essendo personalmente a digiuno di Eisner, non so quantificare quanto e quanto fedelmente si spinga il regista nel rappresentare l'eroe, che, dulcis in fundo, mai appare senza maschera, anche grazie a trucchetti, come i Bassotti nella saga di Don Rosa!
In definitiva, direi che questo film è come il gorgonzola. Facile che puzzi, e che il suo odore disgusti coloro che lo incontrano. Ma laddove piaccia, diventa una succosa delizia per il palato del cultore.