Zio Paperone e l'isola senza prezzo è una storia abbastanza recente (luglio 2012) che ho letto un po per caso su di un topolino di seconda mano (testi di Teresa Radice, disegni di Stefano Turconi)
Mi ha letteralmente stregato!
Ma andiamo con ordine.
La trama in se risulta abbastanza semplice, Zio Paperone si reca, accidentalmente con Paperoga, su di un'isola greca per concludere un'affare con un miliardario locale; un incidente aereo li blocca su un'isoletta vicina, dalla quale Paperone cerca disperatamente, quanto inutilmente, di raggiungere la propria meta.
In effetti, detta cosi la storia appare abbastanza ordinaria, magari un po esotica per l'ambientazione ellenica, ma niente di più.
Nulla di più sbagliato!!
Fin dall'inizio le premesse sembrano ottime, non appena si comprende che - nel suo classico viaggio d'affari - lo zione verrà accompagnato non dal solito Paperino, ma dal suo scombinato cugino dal copricapo col ponpon rosso (bellissima l'intimazione dello zione al telefono:
nipote disutile, ozio ricoperto di piume).
Bene, la strana coppia Paperone-Paperoga inizia cosi il viaggio verso la terra di Grecia, dove dopo un primo scalo, si imbarca su di uno scassatissimo aereo
a pedali pieno di tipici stereotipi dei greci (anziani che giocano a backgammon, un pastore ortodosse, signore con galline, ecc ecc).
Un incidente li dirotta su un'isoletta vicina, dal nome che
è tutto un programma (cit. paperoga):
Skyphos.
Qui il lettore prende contatto con quella che reputo una vera genialata espressiva, vale a dire l'uso, nei dialoghi dei greci, di un alfabeto per cosi dire "grecizzante", cioè un italiano scritto con caratteri simili a quelli dell'alfabeto greco. questo espediente riesce a rendere alla perfezione la difficoltà di linguaggio dei nostri paperi (ma soprattutto Paperone), pur mantenendo perfettamente comprensibili i dialoghi fra i greci ed evitando cosi l'assurdo di quelle situazioni dove i paperi parlano la stessa lingua di gente che si trova negli angoli più sperduti del globo (c'è da dire, però, che in questo caso il problema delle difficoltà linguistiche risulta prettamente funzionale all'intreccio narrativo, dunque l'espediente è quasi necessitato).
Una volta giunti, ed è domenica, si inizia a scoprire quella che inizialmente sembra (a Paperone) un'indolenza tipica degli abitanti, comunque molto ospitali e disponibili verso i nuovi arrivati.
Dal lunedi successivo, mentre Paperoga si gode il soggiorno ed inizia a farsi amici gli isolani, Paperone inizia i suoi infruttuosi tentativi di abbandonare l'isola per raggiungere il luogo d'incontro con il collega.
Ogni giorno lo zione tenta un modo diverso, e per ogni tentativo fallito si avvicina sempre più (pur non rendendosene conto) a capire la vera mentalità degli isolani; il tutto mentre il nipote esplora l'isola divertendosi.
Cosi lo zione entra in contatto con un anziano ancora attaccato alle sue dracme, assapore il gusto autentico del pesce fresco, assiste alla "cerimonia" con cui un autista rende omaggio al suo fedele pullman, che si è rotto una volta per tutte. Pian piano, Paperone si rende conto di come quella gente viva la vita con calma, senza rincorrere cose inutili ed apprezzando i veri valori di una vita sana e tranquilla.
Infine, si giunge ad un finale che si poteva già intuire, con Paperoga che, dopo aver stretto amicizia con il miliardario con cui doveva incontrarsi Paperone, finalmente riesce a far incontrare i due.
Ed ecco l'imprevisto: il greco offre in vendita l'isola allo zione, con la prospettiva di trasformarla in un rinomato centro turistico.
Sembra un ottimo affare, ma ecco che una settimana a stretto contatto con gli isolani ha cambiato, almeno un po, l'animo del papero d'affari, il quale si rende subito conto che non potrebbe mai e poi mai cambiare quel mondo in perfetto equilibrio con se stesso, che rappresenta un'oasi di pace e tranquillità, davvero
un'isola senza prezzo!!!
La storia si conclude con una vignetta estremamente eloquente, con un Paperone che si gusta tranquillamentre un caffè davanti ad un sensazionale tramonto greco.
Ecco, è una storia che ho apprezzato tantissimo, che alterna momenti comici ad altri pieni di poesia, che mostra un carattere nuovo ed inaspettato del papero d'affari. Una storia che fa riflettere sui valori veri della vita e sull'inutilità della frenesia moderna.
Insomma, una vera perla del fumetto recente, sulla quale mi piacerebbe sentire i vostri paperi.
e scusate per quanto mi sono dilungato, ma la storia mi ha colpito a tal punto da non poter resistere alla tentazione di recensirla