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Topolino / Re: Topolino 3059
« il: Sabato 12 Lug 2014, 12:18:55 »
Forse sono fin troppo facile da accontentare ma non credo si posso essere più soddisfatti:
Paperino e il sarchiapotto
Tra tante storie degne di nota sembra quasi passare inosservata ma in realtà svolge benissimo il suo ruolo,un breve intermezzo che con poche pagine strappa un sorriso e ti introduce alla prossima .Tra l'altro non so se sia già stato fatto notare ma i sarchiapotti somigliano incredibilmente ai mostri presenti in una storia di Cimino di qualche anno fa sempre disegnata dal grande Chiechini, Zio Paperone e la chiave musicale
La versione di Gambadilegno
Se non ci fosse stato pikappa sarebbe stata,a mio parere, la perla del numero. Certo,non si può nascondere che la storia parta piuttosto male,con un processo tragi-comico dai risvolti,tuttavia, interessanti(la soddisfazione nel leggere lo sfogo di Gamba è impagabile) fortunatamente,però,si indirizza sui giusti binari. Forse sarò leggermente di parte ma adoro i film e i romanzi d'evasione di questo tipo e la seconda parte è colma di citazioni,sia per quanto riguarda i personaggi e l'atmosfera ,oltre che a "Le ali della libertà" anche a "Life" e tanti altri che avrò rivisto non so quante volte. Aspetti negativi ce ne sono,eccome,tra i tanti,il Gamba ancora una volta troppo bonaccione e il piano nonsense e assai contorto escogitato da Macchia. In un certo qual modo difetti e pregi si equilibrano a vicenda,corredati anche da un'ottima veste grafica,consentendo un risultato che,per quanto confuso e a tratti incompleto,lascia un più che dignitoso ricordo. La mia affermazione iniziale si riferiva più che altro all'originalità del soggetto,all'uso dei personaggi secondarie e la luce sotto cui vengono posti i cosiddetti "buoni" e "cattivi"che non paiono mai stereotipati o separati da una netta distinzione.
Zio Paperone alla ricerca di sé stesso
Un po' difficile da giudicare. La foga di leggere tante citazioni diverse a Cimino,Barks, a Duck Tales e chi più ne ha più ne mette,può compromettere il proprio giudizio e,in effetti,a distanza di qualche giorno mi vien da pensare che,nella mia modestissima opinione,la storia sia fine a se stessa,non per quanto riguarda il fatto che sia autoconclusiva,ovvio,ma per l'intreccio fin troppo semplice che pare semplicemente omaggiare Paperone e gli autori citati prima senza niente di particolarmente interessante. Quello che,anzi, si scopre nel finale rende quasi inutile la filosofica ricerca del proprio io. Per il resto tanto di cappello,sia a Vito che riesce a non sfociare mai troppo nello smielato nonostante ci siano tutti i presupposti dimostrandosi ancor una volta un validissimo autore, che a Martusciello,la quale ha fatto,a mio parere,un ottimo lavoro(tenete in conto che lo dice uno a cui il suo stile non era mai particolarmente piaciuto)
Paperino e il sarchiapotto
Tra tante storie degne di nota sembra quasi passare inosservata ma in realtà svolge benissimo il suo ruolo,un breve intermezzo che con poche pagine strappa un sorriso e ti introduce alla prossima .Tra l'altro non so se sia già stato fatto notare ma i sarchiapotti somigliano incredibilmente ai mostri presenti in una storia di Cimino di qualche anno fa sempre disegnata dal grande Chiechini, Zio Paperone e la chiave musicale
La versione di Gambadilegno
Se non ci fosse stato pikappa sarebbe stata,a mio parere, la perla del numero. Certo,non si può nascondere che la storia parta piuttosto male,con un processo tragi-comico dai risvolti,tuttavia, interessanti(la soddisfazione nel leggere lo sfogo di Gamba è impagabile) fortunatamente,però,si indirizza sui giusti binari. Forse sarò leggermente di parte ma adoro i film e i romanzi d'evasione di questo tipo e la seconda parte è colma di citazioni,sia per quanto riguarda i personaggi e l'atmosfera ,oltre che a "Le ali della libertà" anche a "Life" e tanti altri che avrò rivisto non so quante volte. Aspetti negativi ce ne sono,eccome,tra i tanti,il Gamba ancora una volta troppo bonaccione e il piano nonsense e assai contorto escogitato da Macchia. In un certo qual modo difetti e pregi si equilibrano a vicenda,corredati anche da un'ottima veste grafica,consentendo un risultato che,per quanto confuso e a tratti incompleto,lascia un più che dignitoso ricordo. La mia affermazione iniziale si riferiva più che altro all'originalità del soggetto,all'uso dei personaggi secondarie e la luce sotto cui vengono posti i cosiddetti "buoni" e "cattivi"che non paiono mai stereotipati o separati da una netta distinzione.
Zio Paperone alla ricerca di sé stesso
Un po' difficile da giudicare. La foga di leggere tante citazioni diverse a Cimino,Barks, a Duck Tales e chi più ne ha più ne mette,può compromettere il proprio giudizio e,in effetti,a distanza di qualche giorno mi vien da pensare che,nella mia modestissima opinione,la storia sia fine a se stessa,non per quanto riguarda il fatto che sia autoconclusiva,ovvio,ma per l'intreccio fin troppo semplice che pare semplicemente omaggiare Paperone e gli autori citati prima senza niente di particolarmente interessante. Quello che,anzi, si scopre nel finale rende quasi inutile la filosofica ricerca del proprio io. Per il resto tanto di cappello,sia a Vito che riesce a non sfociare mai troppo nello smielato nonostante ci siano tutti i presupposti dimostrandosi ancor una volta un validissimo autore, che a Martusciello,la quale ha fatto,a mio parere,un ottimo lavoro(tenete in conto che lo dice uno a cui il suo stile non era mai particolarmente piaciuto)