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Commenti sulle storie / Topolino e lo strano vicino
« il: Mercoledì 12 Ott 2022, 21:55:23 »
https://inducks.org/story.php?c=YM+073
(Sì, so che su Inducks è registrata come Topolino e gli spettri, ma secondo me per errore, quindi la chiamo col titolo per me corretto).
Il fumetto in questione si presenta abbastanza atipico nella produzione di Walsh.
La sua produzione è tesa fra gli estremi rappresentati da paura e allegria ma, mentre in quasi tutte le sue opere uno dei due prevale in modo preponderante, nella presente viene dedicato uguale spazio ad entrambi. Inoltre, in tali casi di solito la vicenda parte come spensierata per poi incupirsi in seguito; la particolarità di questa consiste anche in una bizzarria inversione del procedimento, secondo il quale la storia comincia in maniera inquietante e termina comicamente.
L’inizio infatti vede l’entrata in scena di questo sinistro vicino che non parla mai (sembrerebbe muto, ma la cosa non viene detta esplicitamente) che infatti comunica tramite fogli scritti- uno dei quali, ricavato da un certificato di morte non compilato! Non saprei spiegare il motivo, ma la mancanza della favella contribuisce a rendermelo ancora più spaventoso.
Si continua con una misteriosa cassa destinata al suddetto individuo, da cui sbucano mostruose mani che tentano di agguantare Topolino e Pluto, fino a quando spunta dalla stessa un personaggio il cui stato non è bene identificato se vivo o morto.
Nel prosieguo la tensione si alleggerisce, soprattutto con il risveglio dello pseudo-zombie la cui rivelazione mi ha fatto ridere sonoramente come non mi capitava tempo.
Oltre a ciò, non bisogna omettere le gag del protagonista: come quando, volendo ma non riuscendo a non interessarsi del nuovo vicino, è affetto da torcicollo; oppure quando usa il non-morto come appendiabiti.
Sul fronte dei disegni si segnala un ritorno in pianta stabile di Gottfredson, mentre alcune delle prime strisce sono all’illustrate dall’ottimo Gonzales, il quale ci introduce egregiamente nell’atmosfera macabra del racconto.
(Sì, so che su Inducks è registrata come Topolino e gli spettri, ma secondo me per errore, quindi la chiamo col titolo per me corretto).
Il fumetto in questione si presenta abbastanza atipico nella produzione di Walsh.
La sua produzione è tesa fra gli estremi rappresentati da paura e allegria ma, mentre in quasi tutte le sue opere uno dei due prevale in modo preponderante, nella presente viene dedicato uguale spazio ad entrambi. Inoltre, in tali casi di solito la vicenda parte come spensierata per poi incupirsi in seguito; la particolarità di questa consiste anche in una bizzarria inversione del procedimento, secondo il quale la storia comincia in maniera inquietante e termina comicamente.
L’inizio infatti vede l’entrata in scena di questo sinistro vicino che non parla mai (sembrerebbe muto, ma la cosa non viene detta esplicitamente) che infatti comunica tramite fogli scritti- uno dei quali, ricavato da un certificato di morte non compilato! Non saprei spiegare il motivo, ma la mancanza della favella contribuisce a rendermelo ancora più spaventoso.
Si continua con una misteriosa cassa destinata al suddetto individuo, da cui sbucano mostruose mani che tentano di agguantare Topolino e Pluto, fino a quando spunta dalla stessa un personaggio il cui stato non è bene identificato se vivo o morto.
Nel prosieguo la tensione si alleggerisce, soprattutto con il risveglio dello pseudo-zombie la cui rivelazione mi ha fatto ridere sonoramente come non mi capitava tempo.
Oltre a ciò, non bisogna omettere le gag del protagonista: come quando, volendo ma non riuscendo a non interessarsi del nuovo vicino, è affetto da torcicollo; oppure quando usa il non-morto come appendiabiti.
Sul fronte dei disegni si segnala un ritorno in pianta stabile di Gottfredson, mentre alcune delle prime strisce sono all’illustrate dall’ottimo Gonzales, il quale ci introduce egregiamente nell’atmosfera macabra del racconto.