Letto anch'io.
La seconda parte di
Topin Mystère non delude le aspettative: probabilmente mi sarei divertito di più con una storia più lunga (il viaggio, i misteri e l'impostazione chiamavano uno svolgimento più articolato), ma già così la storia è assolutamente godibile. Un modo diverso, forse, di parodiare qualcosa, non andando a sfrugugliare per forza cenni, riferimenti e quant'altro all'opera originale ma cogliendone semplicemente alcuni punti (in comune con l'universo
disneyano, peraltro) e usandoli per sviluppare una storia che funzionerebbe benone anche con il classico Topolino.
Il disvelamento del mistero della città semovente, il rispetto per il passato e per la conoscenza e un po' di sani umorismo e azione sono ingredienti sempre forti e
Casty li gestisce assai bene, accompagnati dal suo stile morbido, classico ma sempre dettagliato e affascinante.
Francesco Artibani e
Lorenzo Pastrovicchio proseguono invece la loro
Orizzonte degli eventi: la storia si arricchisce di un colpo di scena non indifferente (anche se, immagino, momentaneo e reversibile in qualche modo), di una robusta dose di azione movimentata in cui il Pastro nazionale si scatena alla grande con
splash-page e quadruple di grande effetto, esaltate dai colori sgargianti e curati di
Max Monteduro.
È sicuramente un episodio di passaggio, propedeutico soprattutto allo spiegone iniziale di Everett: una parte discorsiva che però non pesa, essendo un prezioso tassello di collegamento tra l'ultima tavola di
PK2 e l'ultima tavola di
Potere e Potenza. Si rallenta un po' l'azione nel presente ma si forniscono informazioni importanti al lettore, anche in funzione di quanto accadrà nello sviluppo della trama, con l'uso ormai sapiente da parte di Artibani di questi inserti.
Il resto dell'albo si fa notare per una copertina poco riuscita di
Alessandro Perina (l'espressione vuota di Icardi paperizzato lo rende inquietante), l'articolo sull'attore volto del Milanese Imbruttito
e per la storia di
Giorgio Fontana: una breve di 4 pagine su Ciccio mi faceva presagire il peggio, ma lo sceneggiatore trova l'intuizione giusta e rende la riempitiva perlomeno diversa da altre dal tema similare.