Agginungo che le elencate innovazioni di don Rosa verso l' età adulta riesco solamente a leggerle come involuzioni verso l' ipocrisia del melodramma e fotoromanzo che pareva - fortunatamente - non essere sopravvissuto oltre gli anni cinquanta. Però poi ci sono i corsi e ricorsi storici. Quello stile enfatico dopo alcuni anni era ridicolo e datato, ma in seguito, dopo una generazione dimentica di ciò, rieccolo spuntare alla grande con la saga. E portando ovviamente con se tutti i canoni della narrativa più retriva, vecchia e conservatrice. Altro che Barks. L'eroismo del protagonista, i buoni sentimenti, gli antagonisti cattivi. Come posso vedere questo indosso a personaggi che erano sempre stati allegri, scanzonati e soprattutto disincantati. Paperone rappresentava il buono dell imprenditore fatto da solo ma anche il cattivo, è verissimo che si pratichino spesso affari poco leciti. L' umorismo fumettistico, senza certo avallarli, li sa sfruttare con ottimi risultati. Ironici, autentici, graffianti, stimolanti, a 360 gradi. Quindi trovo inaccettabile, all'opposto, incorniciare nella cornice sontuosa di una saga la bella storia preparata ad arte che racconta solo il buono dell' eroe.