I Grandi Classici Disney 324
Numero che conferma la media altissima di questo periodo d’oro, indebolita solo da un paio di storie con Ezechiele non del tutto convincenti, da una storia recente (Topolino e la scomparsa della naftalina, con i suoi pregi ma non del tutto entusiasmante neanch’essa, complici, bisogna dirlo, i disegni ancora un po’ inespressivi), e da un paio di errori editoriali: la storia appena citata è stata da poco ristampata anche sul BIG, e la grande prova (non solo) grafica di Carpi Topolino, Minni e il tesoro della corona vanta già tre ristampe sui GCD (comunque non troppo ravvicinate).
Al di là di questo, il numero è ottimo: dalla storia d’apertura, classicone scarpiano dai consueti inarrivabili ritmi comici, nonché prima avventura inchiostrata da Giorgio Cavazzano, alla citata storia di Carpi e Pavese, una vera gioia per gli occhi che ci presenta un cattivo molto sui generis e una Minni pienamente all’altezza, fino alla ghiotta sezione Superstar: Paperino e la violetta Pap è una delle migliori storie catastrofiche di Guido Martina, condita con i disegni acidi dell’ormai inconfondibile Cherchini anni ’50; segue Paperino floricultore di Carl Barks (e ciò basta a commentarla) e Paperino piantatore, lodevole riproposizione di una spassosa serie di peripezie made in Argentina, purtroppo servita da disegni alquanto approssimativi (per giunta rimontati male).
Tra le Superstar anche Topolino e gli spaventapasseri, non eccelsa nella trama ma con un antagonista decisamente interessante, ben tratteggiato (anzi, spesso accennato) dal contorto Ken Hultgren.
Infine, ecco due veri gioielli: Zio Paperone e l'”opera” buona, ciminiana operistica di assoluto pregio, con tanto di arie e loggioni, e Don Paper il pistolero, una di quelle storie che ci ricordano la grandezza di autori oggi dimenticati come Roberto Catalano, cui collabora ai disegni un già validissimo Luciano Gatto.