Topostorie 24 – I grandi fratelli

05 APR 2016
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Con questo numero si completano i due anni di questa testata, portata avanti con brio e fantasia dal navigato Massimo Marconi. Il focus del numero, con una bella copertina del solito Perina e un filo conduttore senza particolari guizzi, mostra Qui Quo Qua nella loro versione pestifera e monellesca, intenti a combinare guai ma anche a dimostrare il loro coraggio e la loro arguzia per salvare lo scapestrato zio, oppure per mostrare turbamenti e paturnie tipicamente adolescenziali.
Proprio i problemi della crescita sono i protagonisti di Qua da grande, tenera e delicata storia sfornata da una coppia femminile: Claudia Salvatori e Anna Marabelli. Le autrici indagano la paura del futuro e il giudizio del mondo verso chi cresce, e la paura di non essere all'altezza: una tematica profondamente contemporanea, qui analizzata con garbo e gusto. Ma il successo può anche essere negativo, come dimostra l'altrettanto arguta vicenda dei maestri del giornalismo: un brillante Concina intesse con cura una storia di passioni e di sforzo giovanile al servizio della verità e dell'arte giornalistica, un ottimo esempio di storia anni '90. Più distesa e rilassata, veloce a colpi di gag e di equivoci, è il quarto nipotino del sempre brillante Nino Russo.
Queste ottime storie sono racchiuse da due lunghe vicende americane, entrambe memorabili. La prima è il classico delle tigri reali, in cui un Barks in piena forma esemplifica alla perfezione il rapporto tempestoso zio – nipoti, portandoli in terre esotiche e pericolose. Il filo della vicenda è rappresentato dall'abilità nel baratto dei nipotini, che porterà risultati imprevedibili e sempre pù paradossali. Battute perfette e senso del ritmo, per un Barks del 1947 godibilissimo e che rieccheggia il tono di corti classici come Donald's off Day. Infine abbiamo i guardiani della biblioteca perduta, capolavoro di Don Rosa, tra le sue storie più complesse ed imbevute di fatti storici e di citazioni assortite. L'autore americano mischia con sagacia la precisione eccessiva ed assurda delle Giovani Marmotte con la sete per il guadagno di Paperone in un avvincente viaggio intorno al mondo. Solo Paperino si estrania da tutto questo, assorbito dalla televisione spazzatura: a Don serviva in questo caso il Paperino più pigro ed infantile, per fare da contraltare ai vispi e vivaci nipotini.
Un ottimo numero insomma, che propone il meglio americano ed italiano, E una conferma per questa testata che entra gloriosamente nel suo terzo anno di vita.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.