Disney Omnibus #1 – MMMM Volume 1

15 NOV 2015
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Sull'onda di Pkna la Disney Italia decise nel 1999 di lanciare un altro innovativo esperimento, dedicando una testata di rottura e di novità al suo personaggio portabandiera, Topolino. L'idea era di creare un nuovo universo lontano da Topolinia, in una città realistica e temibile, in cui il topo si sarebbe trovato, solo, contro i più grandi pericoli immaginabili. L'atmosfera noir e le tematiche adulte erano perfette per Tito Faraci, padre della serie e coadiuvato da Artibani, Stenti, Sisto e Sisti, per uno spillato che faceva delle didascalie introspettive, dell'io narrante e delle penombre il suo marchio di fabbrica. Il primo numero, un altro iconico #0, era disegnato da un Giorgio Cavazzano in gran forma, che si era speso nel dare alla serie il realismo necessario, compiendo un gran studio di luoghi e personaggi: Anderville è un capolavoro, un gioiello di sceneggiatura perfetto per calare il lettore in un nuovo mondo pericoloso e contorto, dove Topolino possa tornare a quelle atmosfere thriller e politiche care al Gottfredson anni '30. Per due anni MMMM – Mickey Mouse Mistery Magazine uscì in edicola. Ma il pubblico non rispose allo stesso modo che con Pkna e, dopo una sorta di “prima stagione” di otto numeri, la serie si accortocciò su stessa per poi spegnersi bruscamente.
Questo primo numero dei Disney Omnibus meritoriamente pubblica le prime sei uscite, celebrando un'operazione coraggiosa che dovette sfidare veti incrociati e la censura della Disney globale, intimorita che il suo eroe risultasse violento o calato in un contesto troppo pericoloso. A ciò si devono i paradossali finali fittizi, così come la revisione di alcune tavole di Cavazzano, con meno pistole e meno esplosioni. Al netto di ciò le prime sei storie sono dinamite pura, una serie di intrighi e di azione, di scandali politici e di personaggi double-face, con un Topolino mai così in difficoltà, e mai così umano. La coppia Faraci – Artibani si spartisce bene gli episodi e un dream team di disegnatori – Perina, Zironi, Sciarrone – segue i modelli cavazzaniani e mette in scena la cupa Anderville.
C'è molto da dire anche sull'edizione editoriale. La cartonatura e il pesante formato rendono l'idea di un volume ricco e corposo, inaugurato da una maestosa cover di Corrado Mastantuono, memore della sua esperienza con il detective urbano Nick Raider. In compenso la parte di contenuti speciali è meno corposa, solo dieci pagine (più due di introduzione) di bozzetti su ben 400. Certi aspetti sono però molto interessanti, come le prove del logo e la serie di studi dei personaggi. Memorabile una prova di copertina, con un Topolino in impermeabile giallo e una pistola rivolta per aria, quasi come una preghiera. Infine, la sentita introduzione di Faraci che apre il volume ci permette di capire meglio lo spirito di sperimentalismo e di sfida che pervase la nascita di MM. Da notare poi come, stranamente, per questa edizione siano state usate delle versioni “più originali dell'originale” per Anderville e The Link. Infatti, in entrambi gli episodi Vera Ackerman è chiamata col suo cognome di studio, Caspary, poi convertito nell'originale. Ma quando nel 1999 i numeri uscirono il personaggio aveva il suo nome corretto, quindi è parecchio strano vedere in questa sede degli impianti ancora non modificati.
In sintesi, il primo volume degli Omnibus si apre con una grande serie, che merita di essere riscoperta e che è un unicum per il personaggio di Topolino. Il secondo volume completerà la serie e uscirà per Lucca 2016, un anno dopo. C'è ancora tempo dunque per leggersi e rileggersi le avventure da detective in una città cupa e ostile.
Si ringrazia l'Avv. Photomas per il prezioso aiuto iconografico.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.