Topostorie 29 – Alla ricerca del libro perduto
Un bel Perina apre un eccezionale numero di Topostorie. Marconi, utilizzando solo storie della Macchina del Tempo, realizza un filo conduttore gradevole e semplice, e che lega con divertimento un poker di vicende legato insieme dall'alta qualità.
La canzone di Nerone ha i testi di Panaro e i disegni di Asteriti. Il nuovo corso di Topolino sotto la Disney Italia si vede nei nuovi colori, moderni ed accesi. La storia intrattiene bene, ironizza sull'imperatore romano e presenta un Pluto in pericolo, una situazione interessante. Migliore è però il nome della mimosa, in cui Bruno Sarda fa una parodia del best seller di Eco usando in maniera intelligente un campus universitario inglese come setting. In questa atmosfera cluastrofobica e sfuggente Topolino e Pippo si trovano a dipanare svariati enigmi, venendo a conoscenza di imprevedibili segreti. Un finale teso conclude con forza una bella storia, aggraziata dai disegni di Ubezio a suo agio con le arie nebbiose della campagna umida.
A seguire, troviamo due tra le primissime storie della macchina del tempo, sceneggiate dai padri della serie. Infatti, l'idea di sviluppare storie con una macchina del tempo venne in contemporanea ai due bravi sceneggiatori Bruno Concina e Giorgio Pezzin. Del primo c'è qui il segreto di Napoleone, perfetto esempio dei fini della serie: insegnare la storia divertendo e utilizzando aneddoti di personaggi noti. Il tratto di De Vita, in grande smalto, è perfetto e coscienzioso nel ritrarre costumi antichi e armi. Infine, la prima storia di Pezzin della macchina, ovvero la guerra di Troia: un Asteriti in gran forma disegna l'epoca omerica, in una trama densa e variegata in cui Zapotec e Marlin hanno il loro peso.
In sintesi, un numero bello e ricco di avventure avvincenti, e che dimostra che puntare su buone storie lunghe permetta la realizzazione di volumi più che validi.