Disney Omnibus #4 – MMMM Volume 2

03 NOV 2016
Voti del fascicolo: Recensore: Medio: (18 voti) Esegui il login per votare!

Con questo quarto volume dei Disney Omnibus si conclude, parzialmente, come vedremo alla fine, la ristampa di MMMM – Mickey Mouse Mistery Magazine, lo spillato del 1999 che proponeva di fare con Topolino quanto fatto con Pkna, anche se i risultati di pubblico non saranno gli stessi, al contrario di quelli di critica. A quasi vent'anni di distanza, la serie viene ricordata come un cult, allo stesso modo di Pkna, e salta agli occhi affrontando una nuova, o prima, lettura, di queste storie straordinarie.
Un'altra bella copertina di Mastantuono apre il volume, e ci si lancia a capofitto nelle storie. Calypso è un teso thriller tra procedurale e carcerario, in cui un Topolino più in difficoltà con mai deve calarsi nelle viscere del crimine per risolvere una volta per tutte la guerra con il corrotto Lasswell e il sistema illecito che prospera sotto di lui. Artibani e Sciarrone sono ottimi in coppia, così come ai tempi di Pkna.
Black Mask riporta Faraci alla sceneggiatura, insieme a Mastantuono ai disegni. è loro una frizzante trama tutta ambienta nell'ambiente chiuso del treno, come l'Orient Express, con strizzate d'occhio a 2001. Ma rimane nella memoria sicuramente la scena iniziale, in cui il dubbio di una morte prematura, narrata in piena modalità noir, spiazza il lettore abituato al politicamente corretto disneyano. I due autori rendono bene l'ambiguità e la crudeltà insiti nel villain principale.
Dopo questo numero, MMMM si apriva ad una seconda fase, come nelle serie tv dopo la prima stagione. Se le prime otto storie mantenevano una certa robustezza narrativa, con trame verticali portate avanti, e con dei nemici ricorrenti, l'ultima fase della serie propone un modello autoconclusivo, con qualche seme di storia più ampia sparso qua e là, mai portato avanti a causa della chiusura anticipata. Pur peccando in compatezza, l'ultima fase presenta comunque storie solide e nuovi sceneggiatori al posto della rodata coppia Faraci – Artibani, genitori della serie. Victoria è un ottimo esempio di storia singola che esplora la citta di Anderville e scava nel suo passato e nel suo tormentato presente. Macchetto utilizza bene i flashback per farci assaporare la malinconia della vita e la difficolta di sfidare convenzioni e passatismi, avendo uno sguardo puntato sul futuro. E Turconi ai disegni non ha bisogno di ulteriori commenti.
Run Run Run è senz'altro la storia che, in tutta la serie, stupisce di più. Efferata, malata, violenta, crudele, tesa, senza un attimo di respiro: Riccardo Secchi imbastice una trama dura fatta di attentati esplosivi durante una maratona, e di una citta come Anderville in balia di una piovra malavitosa, che nei piani probabilmente sarebbe tornata a colpire in futuro. Topolino è qui travolto come non mai dagli eventi, senza perdere la speranza, ma quasi dilaniato dalla crudele realta. Quest'ultima è impersonificata da un inquietante villain, folle e terribile nella sua concretezza: Mottura ai disegni ci mette del suo per esaltare la cupezza e l'ombra metropolitana, con i suoi tagli d'ombra, le sue inquadrature e le sue linee rigide. Una storia eccezionale e sbalorditiva nella sua crudezza, senz'altro un unicum nel panorama disneyano, molto oltre la maturità pikappica.
L'approccio realista continua in The Dark Side, seppur in maniera meno netta, anche se il Topolino di Perina armato di AK47 non si dimentica. Torna Faraci per il commiato alla serie, ma la vicenda appare un poco spenta, e non è completamente riuscita, con una trama che non valorizza alcuni buoni spunti, come l'utilizzo di Tomoka e del giornalista Muck. Al contrario, l'ultimo episodio, Small World, presenta un piatto ricco, in cui le minute e umane storie di comuni pompieri e di piccoli criminali si attorcigliano alle manie e agli squilibri della mente umana: Artibani presenta indagini che si intersecano, attacchi incendiari e famiglie in pericolo, con una disinvoltura semplice e un perfetto incastro finale, in cui tutti i nodi vengono al pettine. Camboni da par suo regala dei bei disegni. A lui è lasciato il pesante onere di chiudere la serie, con le ultime tavole nette, dure e spietate come Anderville, in cui il lettore si trova davanti l'ineluttabile e concreta fine.
In conclusione, da un punto di vista dei contenuti è senz'altro un numero da cinque stelle, semplicemente eccezionale. Aver mancato però la possibilita di pubblicare almeno le brevi è un grave vulnus, che inevitabilmente macchia tutta l'operazione. Ergo, ci riserbiamo di dare un voto minore, molto a malincuore, lasciando ai nostri lettori la possibilità di che cosa giudicare, se i contenuti o la forma. Sicuramente, per chi non avesse letto questi capolavori e non si fidasse di mercatini online, si tratta di un volume imperdibile.
E faccio un po' di autocelebrazione, dato che con questa è la recensione numero 200!

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.