Topolino 3190

15 GEN 2017
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Quello in edicola attualmente è l'esempio di come dovrebbe essere un numero di Topolino “medio”, cioè uno di quei numeri in cui manca la storia di richiamo, il capolavoro o la storia evento.

Nonostante la presenza di WoM che ancora non trova conclusione (“mai la fine” si è rivelata una minaccia terribilmente seria) e che ha la sua ragione d'essere nella relativa collana di ristampe, il resto della rivista ha una identità propria e fatta non di storie dimenticabili o persino inguardabili come troppe volte accade. È quasi sorprendente trovare invece avventure di buon livello, di quelle che non solo si fanno apprezzare a una prima lettura, ma si rileggono ogni volta con piacere. Storie certamente disimpegnate, leggere ma assolutamente valide.

È il caso di Gambadilegno e la cordata tranviaria, dove Vitaliano costruisce una storia come sua abitudine, con una esilissima trama che è solo un pretesto per una serie infinita di gag e battute tra il demenziale e il surreale ma sempre divertenti e ben tradotte in immagini da Donald Soffritti. Forse l'autore la tira un po' troppo in lungo col rischio quasi di stancare ma per fortuna la fine arriva in tempo per salvare l'effetto complessivo di gran divertimento.

Buona e a suo modo molto classica anche la storia di chiusura Zio Paperone e Rockerduck amici per le penne, di Bosco e Held, che ha il merito di introdurre una interessante variante nel filone della rivalità tra i due miliardari. Certo il finale è abbastanza prevedibile ma poco male, considerando quanto sia difficile partorire idee originali relative a un argomento ormai così tanto sfruttato.

E allo stesso livello possiamo considerare anche la storia con Indiana Pipps, scritta da Sarda e disegnata da De Pretto, seppure con l'impressione che il personaggio abbia bisogno di qualcosa in più per rilanciarsi definitivamente e per non risultare troppo ripetitivo. E questo nonostante almeno stavolta ci venga risparmiata l'immancabile entrata in scena di Kranz.

Per il resto, oltre a vedere sempre con piacere in azione uno dei decani del fumetto Disney come Chierchini, questa settimana il reparto extra fumetto offre una stringata panoramica della fauna lappone e qualche consiglio per la lettura rivolti al pubblico più giovane.

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"