Topostorie 34 – Colpi… di fortuna
Fare un volume tutto dedicato a Gastone Paperone non è semplice: il cugino superfortunato, ma soprattutto allergico al lavoro e alla fatica, creato dal geniale Carl Barks nel 1948, è un concentrato di antipatia, perfidia e malcelato disprezzo per il resto dell'umanità. Una personalità perfetta contro cui far scontrare Paperino, completamente agli antipodi non solo per il suo livello di sfortuna, ma soprattutto per la sua caparbietà e massima forza di volontà, a confronto con quella inesistente di Gastone. Nelle storie di Barks non era solo la fortuna ad emergere, ma un certo egoismo e disinteresse nei confronti di tutto il mondo che gli stava attorno. Inevitabilmente smussato con il passare degli anni, nelle storie a lui dedicate questa disumanità resta comunque sottotraccia, spettro delle umane debolezze con le quali ogni giorno ci scontriamo.
Massimo Marconi fa una scelta superba in questo numero, che rasenta la perfezione. Purtroppo, non aver pubblicato la seconda storia, di due, del piccolo personaggio di Linda Paper, è un vero peccato. Anche perchè la fortuna inopportuna fa parte del filone di storie che cerca di ingentilire Gastone, costretto a subire gli effetti nefasti della fortuna, che ne fanno di lui un solitario narciso, eternamente solo. E la storia risulta essere molto piacevole, ben scritta da Bruno Sarda.
Molto piu interessante è invece il papero più fortunato del mondo, storia quasi definitva sul personaggio, capace di creare piacevoli discussioni all'epoca della sua uscita, diventando un classico moderno. Riccardo Secchi riflette benissimo sulla frustrazione di Gastone nel non poter condividere con nessuno la sua vita felice e spensierata: la fortuna di vivere nel benessere perpetuo e senza preoccupazioni si risolve in un angosciante paradosso, l'impossibilità di convivere con le umane sventure. Figura quasi tragica, a confronto con un Paperino feroce e terribile, Gastone affronta un viaggio che lo vede eterno sconfitto, imprigionato da una gabbia dorata senza via d'uscita. Ancora è l'amore a fare da molla, ma il finale amaro non permette redenzione. Secchi per certi versi recupera il Paperino cattivo e bidimensionale utilizzato in un paio di occasioni da Don Rosa, e per altri realizza una visione dei due cugini del tutto inedita. D'Ippolito, con il suo guizzo moderno e personale, regala a tutti magiche espressioni.
Più convenzionale, ma ugualmente bella, è la caccia all'eredità di Babe, prova di un Massimo De Vita autore completo, che giganteggia tra sfondi realistici, indovinelli e buffe situazioni: semplicemente perfetto. Infine, vala la pena di ricordare la piacevole stella di Skalunia, qui alla sua prima ristampa da 23 anni.
In sintesi, un numero molto valido, con belle storie e un'ottima selezione. Poteva andare oltre, ma noi siamo generosi e le quattro stelle non le neghiamo affatto.