Le Imperdibili 17

01 GEN 2005
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Numero interlocutorio il diciassettesimo delle imperdibili: a una veloce lettura del sommario balza subito all’occhio la presenza di numerosi autori di prim’ordine, che farebbero sperare in un acquisto azzeccato. In effetti troviamo schierati Cavazzano, Barks, Massimo De Vita più la scuola ligure quasi al completo con Bottaro, Chierchini, Carpi, Rebuffi, Scala e ai testi Martina, Salvagnini, Gazzarri, Cimino….. Insomma sulla carta un numero davvero “imperdibile”. In realtà, quando si passa ad esaminare le storie, ci si trova di fronte all’ennesima delusione della collana, che proprio non riesce a decollare come qualità. Se nulla o quasi si può obiettare sul livello dei disegni (possiamo tranquillamente passar sopra ad un incerto Zemolin che imita Barks o allo studio Bargadà), le note dolenti arrivano con le sceneggiature. Si va da una storia simpatica ma senza capo nè coda (“Zio Paperone e i capricci della numero 1”, WDP/Cavazzano) a una storia decisamente “alimentare” di Barks (“Zio Paperone e la moda della parrucca”), da una caccia al tesoro priva di vere sorprese (“Zio Paperone e la magica taralla”, WDP/Rebuffi) a un Martina e un Cimino sottotono (rispettivamente “Zio Paperone e il nipote spendereccio” e “Zio Paperone e i fantasmi alati”). A conti fatti restano “Zio Paperone e la psicosi della metempsicosi” (WDP/Bottaro), un pò tirata per i capelli ma spassosa, “Zio Paperone e l’impronta chiave” (Gazzarri/Chierchini) e “Zio Paperone e le tele numeriche“, simpatica presa in giro della pop art e del fenomeno hippy: un pò poco per 4,50 Euro. Speriamo che i curatori, per il futuro, tengano a mente il sottotitolo della collana, “le più belle storie di una volta”, il che vuol dire scegliere con cura e non ristampare pedissequamente tutto quanto apparso in passato. Una linea editoriale simile era già costata la chiusura al redivivo almanacco, che almeno tengano a mente quell’esperienza.

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"