Topolino 3203

16 APR 2017
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Gastone in: Hotel Quadrifoglio è la sorpresa che non ti aspetti. Una storia simpatica, divertente, con Massimiliano Valentini che gestisce ottimamente il trio dei cugini. Certo non è un capolavoro e non resterà negli annali ma è una piccola ventata di allegria in un numero modesto.

La storia di apertura è solo un gigantesco spot per Disneyland Paris, che si regge su una idea esile come il filo di una ragnatela. Lo svolgimento non sembra interessare a nessuno, nemmeno alla redazione che spoilera in copertina la guest star che i poveri autori cercano comicamente di nascondere per gran parte delle pagine, alla ricerca dell’unico colpo di scena che potrebbe dare un sussulto ai lettori.

Zio Paperone è l’oasi meravigliosa è una tipica storia di Panaro con le consuete lunghe sequenze di spiegazioni che abbattono drammaticamente il ritmo della narrazione. Sembra quasi che si senta il bisogno di prendere il lettore per mano e spigargli pedissequamente tutto quello che succede, non sia mai che si provi a trovare una qualche soluzione narrativa meno didascalica e più interessante.

Sorvoliamo sul mini-giallo con Nonna Papera, scritto talmente male che sembra essere una parodia dei mercoledì di Pippo: è solo una riempitiva, ma non può essere una scusante per andare contro tutte le regole del genere.

La chiusura è affidata a Indiana Pipps e alle sue imprese: stavolta l’archeologo esploratore improvvisamente rincitrullisce per il calcio e poi parte alla volta della giungla amazzonica per salvare un allenatore che nel frattempo è riuscito a trasformare una tribù di indios in una squadra di fenomeni. Una storia mortificante per il personaggio, con dei disegni anonimi. Una storia in cui persino Kranz si è vergognato di fare la sua solita comparsata. Poi vai a leggere i credits e trovi il nome di Bruno Sarda come sceneggiatore.

Indiana Pipps e la valle di Jussara, Indiana Pipps e l’isola perduta, Topolino e la città di ghiaccio: storie scritte da un autore al massimo della forma e disegnate dai migliori artisti Disney. Storie lontane. Indiana vogliamo ricordarlo così, quando era ancora vivo. Una prece.

Completano il numero le interviste a Vitaliano e Petrossi e un servizio sul parco della reggia di Versailles

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"