I gialli di Topolino 3 (ristampa)

05 LUG 2017
Voti del fascicolo: Recensore: Medio: (11 voti) Esegui il login per votare!

Questo terzo numero si apre con una storia di tutto rispetto, Topolino e il vortice ipnotico (Scarpa/Cavazzano), dove le legittime aspettative derivanti dalla lettura dei nomi degli autori vengono pienamente mantenute: è storia dei primi anni '60 che tuttora si lascia leggere con curiosità, alternando momenti più prettamente comici ad altri più intensi, il tutto nel coacervo di una trama solida e ben strutturata. Da notare che, come al solito, la narrazione viene interrotta per da tempo al lettore di indovinare il colpevole.
Altro giallo assolutamente meritevole è la successiva Topolino e il caso del cancellatore (Panaro/Mastantuono), decisamente più “moderna” della precedente, specie graficamente, ma altrettanto valida dal punto di vista dell'intreccio narrativo e con degli ottimi disegni di Mastantuono. Deludente, invece, e non solo a confronto con le due che la precedono, risulta Topolino e la gang monumentale (Martignoni/Della Santa): se l'inizio e lo sviluppo centrale lasciano presupporre una questione alquanto intricata e misteriosa, l'epilogo pecca di assoluta banalità ed inverosimiglianza, vanificando del tutto le buone premesse. Peccato.
Topolino e lo …scoop fotografico (Russo/Tortajada Aguilar), pur trattando una tematica meritevole e seria, risulta avere ben poco di “poliziesco” dal momento che una buona metà si risolve in una specie di lunga “caccia al tesoro” un po' fine a se stessa. Decisamente di altro livello è la successiva Topolino e gli ologrammi (Gazzarri/Asteriti), storia che punta tutto sull'aspetto “tecnologico” della vicenda e che oggi potrebbe apparire scontata, ma è pur vero che bisogna contestualizzare il tutto alla metà degli anni '70: con questa precisazione, la storia mantiene un buon ritmo e non delude, come invece fa, e parecchio, la successiva Topolino e il ladro di gloria (Mantelli/Staff di If): a parte la banalità delle statue commemorative in (quasi) ogni angolo di Topolinia, risultano deboli e poco credibili, di certo poco orginali, le motivazioni che spingono il villain ad agire, ed il finale “a tarallucci e vino” non aiuta di certo.
L'albo si chiude con Topolino e il mistero di Puerto Topo (Salvatori/Perina), la più recente fra le storie proposte: la presenza di Orazio, l'ambientazione esotica, un furto misterioso, un vecchio amico in pericolo ed un finale a sorpresa rendono decisamente buona questa storia, che magari non potrà certo ascriversi alle “noir”, ma che resta un ottimo esempio del genere d'azione, peraltro supportata da ottimi disegni.
Nel complesso, si tratta di un buon numero, dove a recitare la parte del leone sono sicuramente la storia d'apertura, il “caso del cancellatore” e la storia conclusiva. In mezzo trovano posto un paio di storie discrete anche se non propriamente “gialle” e una decisamente sottotono.

Autore dell'articolo: Gancio