Topolino 3226

20 SET 2017
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Il numero di questa settimana presenta una sola storia che sia davvero convincente al 100%, ed è la storia scritta a quattro mani da Vito Stabile e Pietro Zemelo: la terza puntata di Zio Paperone e il deposito sotto a.s.s.e.d.i.o. (disegni di Franzò) continua nel solco delle precedenti, con diverse macrotrame portate avanti in parallelo e un cast di personaggi completo e variegato che si muove in maniera assolutamente naturale e spontanea. Manca ancora la parte finale, ma l'impressione è che i due autori abbiano messo in piedi una storia decisamente ben riuscita!
Continua anche la serie Tutti i milioni di Paperone (Vitaliano/Intini), giunta ormai al diciannovesimo episodio. Il canovaccio è sempre lo stesso fin dai primi episodi (e può piacere o non piacere, senza vie di mezzo), quindi la differenza la fanno la vicenda raccontata e i personaggi che entrano in gioco. Da questo punto di vista presenta sicuramente qualche guizzo in più della media, compresi anche i due giovanissimi esperti di elettronica… ma è innegabile che la serie stia mostrando la corda.
Finisce, invece, dopo lunghe settimane, la saga estiva di Sio (coadiuvato ai disegni stavolta, come nell'episodio iniziale, da Stefano Intini), primo vero banco di prova dello stile e dell'umorismo tipico dell'autore abbinato ai personaggi Disney. E come ogni esperimento che si rispetti, alla fine non rimane altro che tirare le somme, che stavolta sono tutt'altro che buone. L'umorismo con cui l'autore è conosciuto ha riscosso successo proprio perchè utilizzato in un modo ben preciso, quasi nonsense, ma il suo stile nel contesto Disney non ha funzionato. Il nonsense estemo tipico della produzione dell'autore mal si sposa con i personaggi Disney, e così gli stessi, in particolar modo le due colonne portanti (Topolino e Paperino – ma anche tutti gli altri) ne sono usciti affossati e distrutti, coinvolti in un gioco narrativo che non rendeva per niente giustizia ai loro caratteri e alle loro caratteristiche peculiari, quelle con cui sono conosciuti da decenni. Invece dei personaggi di cui leggiamo le avventure ogni settimana, abbiamo letto pagine e pagine di nulla in cui i personaggi si comportavano neanche come delle macchiette, ma come dei perfetti decerebrati senza un minimo di logica, il tutto affossato ulteriormente da una componente testuale veramente esagerata per gli standard del fumetto Disney.
Segue poi un altro episodio della serie I minigialli (Bosco/Bertolucci), anche questo, come i precedenti, senza infamia e senza lode.
In chiusura invece abbiamo una storia più classica, Topolino e l'amena invasione (Buratti/Ferracina), che presenta insieme ad una macrotrama abbastanza canonica degli sviluppi più simpatici e particolari, quanto basta per allontanare quella fastidiosa sensazione di già visto che è facile provare quando si leggono le solite storie sulle invasioni. Il tutto condito anche da un messaggio finale ecologista, che comunque male non fa, se inserito (come in questo caso) non in maniera forzata. Non certo un capolavoro, ma una simpatica lettura di intrattenimento, come è giusto che vi siano su settimanale per persone da 0 a 99 anni.

Autore dell'articolo: Valentina Corsi

Ho imparato a leggere a 4 anni con Topolino e non l'ho più abbandonato. È stata anzi la molla che mi ha portato a scoprire l'amore per la lettura, in tutte le sue declinazioni. Dalle strip dei Peanuts ai Bonelli (sono una texiana incallita), ad Asterix, ai romanzi e a molte altre declinazioni, la lettura è sempre stata una mia compagna fissa. Sono sul Papersera dal 2006, oltre che alla moderazione del forum collaboro alla gestione della pagina Facebook, mi occupo delle recensioni settimanali di Topolino e, tempo permettendo, contribuisco a supportare le varie iniziative dell'Associazione, sia attraverso lo schermo, sia dal vivo in occasione di fiere e raduni.