Paperinik 10

05 OTT 2017
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Presentato da una cover tra le migliori di sempre di questa testata, semplice, pulita e molto evocativa dello spirito del personaggio, questo numero 10 si presenta alquanto contraddittorio al suo interno.
Si inizia con l'inedita Paperinik e l’erba del supervicino (Deninotti/Baccinelli), storia il cui ottimo comparto grafico (colori, tratti, espressioni) non riesce a compensare la sensazione di vacuità e semplicità che neppure dopo ripetute letture si riesce a fugare: il comportamento di Anacleto appare insensato, la reazione del protagonista banale, i fatti si sussiegono senza alcuno spunto particolare sino all'ovvia conclusione. Insomma, una storia che scorre via senza lasciare nulla e molto facile da dimenticare.
La selezione delle ristampe si apre, molto significativamente, con il sequel di una storia non pubblicata in precedenza in questa testata, Paperinik e il duello di magia (Boschi/Leoni/Negrin), con il ritorno dell'esasperante Wuxwu e la comparsa di Nocciola nel ruolo di “spalla” del protagonista: la storia è divertente, seppur un po' “ai limiti” per una vicenda di Paperinik, ma al di la di ciò lascia una sgradevole sensazione di superficialità proprio per la mancata (previa) pubblicazione del prequel, che avrebbe permesso di comprendere meglio la genesi dell'antagonista e le sue caratteristiche. La più recente dell'indice è la successiva Paperino e il colpo in soggettiva (Buratti/Held), storia moderna ma di buon livello che mostra come anche oggi si possano realizzare buone storie nuove del papero mascherato, verosimili e ricche di azione, senza ricorrere ad espedienti ridicoli e svilenti del personaggio. Una storia molto “classica”, non solo per il periodo (metà anni '90), ma anche per il ben collaudato plot (“problema di Paperinik – invenzione di Archimede – qualcosa che va storto e situazione che si complica”) è Paperinik in… Guardie e ladri (Concina/Perina), che vanta pure un finale imprevedibile. Altro esempio di storia un po' atipica per il protagonista, ma non per questo meno godibile, è invece costituito da Paperinik e il perfido riflesso (Tulipano/Comicup Studio), dove il ruolo di giustiziere incontra la dimensione della stregoneria, con la partecipazione speciale di Pico de Paperis ed un'Amelia in piena forma. Prima della tradizionale storia “guest” v'è spazio per un'altra classica quale Paperinik contro Mister Trasf (Jordan), vicenda ben costruita che ruota attorno ad un traffico di materiale di origine furtiva.
Come da tradizione, l'albo si conclude con la storia guest che in questo caso è rappresentata da Paperinik e Nik Paper contro Mad Ducktor (Monteforte Bianchi/Lavoradori). Bene, anzi proprio no: le ragioni per le quali viene considerata “guest” francamente sfuggono, dal momento che, com'è buona tradizione per questa testata, l'intero ciclo di storie dedicate al villain di turno (stavolta il famigerato Mad Ducktor) non è stato proposto in maniera ordinata e completa, risultando pubblicati solo 2 dei 4 episodi precedenti quello qui presente (peraltro, con l'ironico rimando ad uno di questi con l'indicazione del relativo numero del settimanale Topolino). Ciò premesso, la storia si caratterizza per il particolare stile grafico di Alberto Lavoradori, che appare anche abbastanza consono al clima distopico che si respira tra le tavole.
Concludendo, con un'inedita di ben poco spessore e ben due storie proposte non rispettando la continuity dell'antagonista, le rimanenti ristampe non bastano a compensare un giudizio di insufficienza, cui contribuisce ancor più una generica sensazione di infantilità che si respira tra le varie pagine dedicate ai disegni dei piccoli fan: iniziativa anche meritoria ma che rischia di apparire quale comoda soluzione per “riempire pagine” dettata dalla scarsa volontà di proporre articoli ed approfondimenti, come invece accadeva nei primi numeri.

Autore dell'articolo: Gancio