Disney Big 116

01 GEN 2003
Voti del fascicolo: Recensore: Medio: (8 voti) Esegui il login per votare!

Nel commentare questo numero di Big sarebbe un vero crimine dimenticare il frutto di due interessanti pezzi da novanta del panorama contemporaneo, Topolino e il Grande Mare di Sabbia. Teresa Radice e Stefano Turconi ci offrono infatti una visione poliedrica dei loro personaggi e della società, analizzandone appieno le sfaccettature grafiche e ideologiche. Quanto ne deriva è uno stile frizzante, innovativo, dal taglio molto classico ma comunque attuale, capace di trasportare l’animo del lettore in una dimensione alternativa un po’ fra sogno e realtà, stupendolo, in merito anche a una necessaria introspezione legata al proprio trascorso (con le possibili conseguenze emotivo/sentimentali che la lettura può suscitare). Lo splendido messaggio alla base, il ritmo peculiare e le chine accentuate rendono l’opera in questione degna di essere ricordata al pari delle più famose avventure “isolane” dei Turks (L'isola senza prezzo e L'isola del Tesoro).
Fra le altre ristampe meritevoli fa piacere ritrovare La colonizzazione del deserto, cavallo di battaglia pezziniano e fonte di innumerevoli spunti comici tipici degli anni Ottanta e Novanta, costruiti su virtuosismi e controsensi finissimi. Pezzin non si risparmia nemmeno una piccola autocitazione menzionando a metà intreccio certi iceberg di nostra conoscenza, rappresentati da De Vita Jr. magistralmente… per semplicità e impressione.
Un’ulteriore storia di rilievo è Topolino e il ladro… invisibile, di Sergio Asteriti, con il suo tratto inconfondibile che risente molto delle atmosfere calde e avviluppanti della scuola americana, e di Bruno Concina. Quest’ultimo, artefice di ottimi testi impreziositi da certe popolari espressioni idiomatiche, riesce a trattare temi complessi, quali crisi economiche e differenze sociali, analizzandoli con naturalezza “nonostante” il target di riferimento del settimanale.
Molto bravo anche Mezzavilla, che in una sezione dedicata a inusitate rapine si cimenta con bizzarri furti statuari, creando un giallo moderno mai caduto nel banale, nel quale ritroviamo molti aspetti dello stile dello sceneggiatore, come il tipico anticlimax introduttivo.
Il solito Cimino contribuisce infine a tenere alto il livello qualitativo del tomo grazie a uno dei Diari Segreti dello Zione dotato di trama esotica e intreccio classico. Il racconto è parte integrante dell’ultima grande serie di fiabe dell’autore ed esamina, come Barks fece a suo tempo, l’ampiamente trattato topos della giovinezza nel freddo Klondike, indagandone i contorni spirituali in forma classica e sentita, con picchi tipici dei migliori racconti attorno al fuoco. Un plauso meritato anche ai disegni di Luciano Milano che, da bravo inchiostratore, tratteggia sfondi puliti e omogenei. Certo, la mancata pubblicazione del ciclo completo è un peccato, ma considerando i trascorsi della testata non dovrebbe stupire poi molto.
In sintesi, un volume piuttosto convincente malgrado la presenza ormai costante di alcune noiose storie brevi recentemente pubblicate sulla testata madre. Sarà il tempo a dirci se il balenottero di casa Disney, imprevedibile per antonomasia, meriti davvero fiducia. Pertanto le tre stelle son d’obbligo.

Autore dell'articolo: Topolino08