Topolino 3246

07 FEB 2018
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Il numero di questa settimana è pienamente immerso nei due fenomeni di costume tipici di questo periodo: il Carnevale e il Festival di Sanremo. Alla kermesse canora, giunta alla 68° edizione, sono dedicati l’ottima copertina di Mattia Surroz, l’editoriale di Valentina De Poli e, come di consueto, un articolo di approfondimento che presenta i 20 Big e gli 8 Giovani in gara. Inoltre Zio Paperone e la singolar canzone (Sisti/De Lorenzi) ci racconta come è nata la manifestazione nel mondo dei paperi. In una Sanremo del 1367, Paperino organizza un festival della canzone per liberare la città dalle tasse che Paperone, signore di Genova, continua ad imporre ai suoi abitanti. Anche i Pirati Bassotteschi si fanno prendere dall'entusiasmo, partecipando alla gara, dando vita ad una tradizione che, a dispetto delle previsioni di Paperone, continuerà fino ai nostri giorni.
Uno degli elementi che caratterizzano questa storia sono le espressioni tipiche del dialetto genovese. Il dialetto, ma questa volta veneziano, viene ripreso anche nella prima storia del numero Zio Paperone e la Mora di Venezia (Arrighini/Mazzarello) che riporta Paperone (dopo Topolino e il ferro d’oro di Romano Scarpa) in uno dei carnevali più famosi d’Italia: il Carnevale di Venezia. Costretto da un’eccentrica contessa a partecipare a un ballo in maschera per concludere un affare, il papero più ricco del mondo diventerà oggetto di una diatriba amorosa tra la stessa contessa mascherata e l’immancabile Brigitta (che non ci risparmia anche in questo caso la gag della sua età… dobbiamo dire che il fatto di doverla leggere quasi tutte le settimane nella rubrica Chiedilo al Topo non aiuta a rendere la scenetta più divertente). A loro si aggiunge anche Amelia, che vuole approfittare della situazione per impossessarsi della Numero Uno. La storia è piacevole anche se Mazzarello in alcune vignette non riesce a rendere al meglio le espressioni dei personaggi mentre, dal punto di vista della sceneggiatura, si poteva approfondire un po’ di più l'aspetto dialettale. Dispiace, infatti, che si ricorra al dialetto veneto utilizzando sempre quelle due o tre parole, diventate ormai stereotipi, che, a lungo andare, creano quasi un effetto caricaturale e l’unica espressione un po’ più complessa (il «cos’ te gavete dito, siora?» detto in una vignetta dal gondoliere) risulta addirittura sbagliata.
Molto bello è, invece, l’articolo dedicato al carnevale veneziano che racconta le origini di questa manifestazione e ne descrive alcune particolarità.
Indiana Pipps e il vortice delle nebbie (Panini/Zironi) è un’altra buona storia, per me la migliore del numero; ci porta in un’avventura in cui si riscopre il rapporto profondo tra Indiana Pipps e la mitica Gippippa. La storia procede con un buon ritmo, buoni colpi di scena e Zironi fa un ottimo lavoro con i disegni.
I disegni sono, invece, la parte un po’ più ostica di Paperino, Paperoga e l’inseguimento fotografico di Rossi Edrighi (all’esordio sulle pagine di Topolino) e Lavoradori. Paperino, dopo aver comprato un costoso soprammobile di design per il compleanno di Paperina, incontra Paperoga che, come sempre, riesce a complicargli la vita. La storia è piacevole, anche se in alcuni momenti sembra essere troppo lunga e lo stile del disegnatore veneto risulta sempre un po’ troppo stilizzato e spigoloso, pur adattandosi bene al dinamismo della trama.
Fanalino di coda del numero è sicuramente Sole a scacchi – Bassotti &…Tassotti (Camerini/Asaro). I Bassotti tentano il furto nella casa di un noto fumettista, nella speranza di rubare il raro numero 1 di un fumetto che tanto amano e che non sono mai riusciti a leggere perché uscito mentre erano in punizione a scuola. Purtroppo i due autori in questa breve non riescono ad essere incisivi, la storia risulta abbastanza sconclusionata e scorre via senza un guizzo e senza lasciare nulla al lettore.

Tornando ai redazionali, molto interessante quello dedicato alla scuola dei robot, in cui si capisce quanta distanza ci sia e, probabilmente, ci sarà sempre tra l’uomo, dotato di intuito, e la macchina, in grado solo di rispondere a dei comandi.
Nel complesso, ci troviamo di fronte a un numero riuscito, con quattro storie buone e una bellissima copertina.

Autore dell'articolo: Carlotta Franceschini

Sono cresciuta prima con la Pimpa, i disegni di Tony Wolf, ma anche e soprattutto Cip e Ciop, e poi leggendo Topolino. Sono appassionata di cinema, amo leggere, ma la mia passione più grande è la montagna e, quando possiamo, io e mio marito Kim saliamo a fare trekking tra le amate Dolomiti. Papersera per me significa fumetti, ma soprattutto amici, è un po’ una famiglia allargata sparsa in tutta Italia..e non solo!