Topolino 3269

21 LUG 2018
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“Zio Paperone e la minaccia del maxigattone” riporta su Topolino atmosfere e rimandi ciminiani, percepibili a livello di trama, di invenzioni visive e anche di linguaggio. Il tutto è presumibilmente ascrivibile a Giulio D’Antona dato che colei che è indicata come coautrice, l’attrice Jasmine Trinca, avrà contribuito non più che a livello di soggetto. Una storia comunque gradevole, con i disegni di Daniela Vetro, che ha appunto un sapore classico, anche se è fin troppo facile intuire chi sarà l’antagonista.

Mentre Piccole grandi papere si avvia alla conclusione senza sussulti, il resto delle storie non offre motivi di particolare entusiasmo.
Faccini in qualche modo si tira fuori da questa mediocrità, con una breve di Paperino, non destabilizzante come le sue prove migliori, ma comunque con qualche spunto anche surreale che la rendono divertente il giusto.

“Gastone e l’antipatica buona sorte” utilizza il classico canovaccio del papero fortunato oppresso da tanta buona sorte: nulla che non si sia già visto in tante altre occasioni.

La storia di chiusura, “Topolino sulle vie del nulla”, vista la presenza di Sisti ai testi, era decisamente quella che generava le aspettative maggiori, eppure lascia tutta una serie di interrogativi che non permettono di apprezzarla fino in fondo. Sono diverse le cose che apparentemente stonano o non quadrano. Per cominciare i professori che affermano che Topolino, essendo andato indietro nel tempo di poco più di un’ora, può anche tornare in treno dalla sua destinazione: forse voleva essere solo una battuta (poco chiara) dato che, in caso contrario, avremmo la permanenza di due Topolini nel presente.

Altra cosa non chiara sono le motivazioni di Omega Omicron: perché trasporta luoghi reali in un ambiente virtuale? Qual è il suo piano?

A tal proposito, i luoghi reali che lui trasferisce in rete, diventano virtuali: ma le rappresentazioni virtuali di quei luoghi, su “Street più”, esistono già (lo stesso Topolino si appresta a visitarne uno usando il suo computer), quindi non si capisce davvero cosa il cyborg abbia in mente.

Ultima cosa da segnalare, tra le più evidenti, è il fatto che sul finire della storia i due protagonisti usano, per spostarsi, un ascensore di un luogo virtuale e quindi virtuale anch’esso e come tale non dovrebbe essere funzionante, eppure…

Insomma, sembra una storia scritta in maniera piuttosto confusa, ma potrebbe anche essere che il sottoscritto abbia completamente mancato la chiave di lettura dell’intera vicenda, è una cosa che non posso escludere a priori. Per questo lascio la parola a coloro che l’hanno letta e potranno confermare o confutare le impressioni di uno a cui i paradossi temporali troppo spinti fanno venire un gran mal di testa!

Per chi è interessato anche ai contenuti redazionali, un reportage fumettato sull’imminente Giffoni Experience e un'intervista a Jasmine Trinca.

Gli amanti della musica potranno invece saziarsi con una doppia intervista a un figlio illegittimo di Robert Smith e al lifting di Mal (dei Primitives).

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"