Pk Giant 46 – Operazione Efesto/Nell’ombra

08 MAR 2019
Voti del fascicolo: Recensore: Medio: (8 voti) Esegui il login per votare!

Il nuovo numero di PkGiant Double porta di nuovo due storie e la conferma, purtroppo, che stanno facendo di tutto per salvare la testata e portarla a compimento. Infatti, anche la copertina inedita è saltata, in favore del riciclo della vecchia copertina di Operazione Efesto. Apprezziamo comunque lo sforzo di Panini nel voler completare la serie.
Passiamo alle storie proprio con quella in copertina. Artibani sceneggia una bella storia che tira le fila di tutto il filone PBI e di Morgan Fairfax, comparso nel mitico Terremoto. A distanza di quasi 20 anni resta davvero coraggioso e intrigante il compimento delle varie sottotrame, lasciando Paperinik sempre più solo e il lettore sempre più intrigato dal capire come la serie possa andare avanti. Tornando alla storia, i dialoghi briosi di Artibani ci portano a Belgravia, staterello guerrafondaio di cui avevamo solo sentito parlare, e che finalmente si apre davanti ai nostri occhi. Il clima da spy-story, l’ambientazione raffinata, gli intrighi famigliari sono avvincenti, anche se lo spiegone finale appare un po’ confuso. Bello però come il tutto si incastri perfettamente nella continutiy, con il disco di Xadhoom, McCoy e anche Oberon DeSpar (peccato non si veda il suo vero volto, alla fine). I disegni di Cabella, per quanto poco innovativi, risultano chiari e leggibili.
Nell’ombra invece risulta ben più caotica e straniante, alternando momenti intensi ed altri estemporanei. Macchetto realizza una trama, come suo solito, su diversi piani paralleli – il cantastorie, Zoster, il ragno gigante, e Paperinik – e che si intrecciano tutti insieme, con i suoi tipici accenni poetici e accostamenti grafici. Il risultato è ambivalente, sospeso tra un sentito lirismo – “Chi non vuole essere ciò che ama?” “Riposa, adesso!” “Il potere è discernimento e misura di tutte le cose” “Mi affido a te!” – e una confusione negli eventi. La sceneggiatura appare fin troppo compressa in alcuni punti, dispersiva in altri. I disegni di Pastrovicchio, pur sempre buoni, appaiono fatti di corsa, e si vede nelle vignette enormi e alquanto scarse. Fantastica però la tavola del gigantesco Zoster. Pur nelle sue imperfezioni, la storia resta memorabile, audace, con dialoghi sentiti e che, come abbiamo visto, sanno ancora far battere il cuore.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.