Topolino 3305

27 MAR 2019
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Il libretto di questa settimana lascia un po’ perplessi e non solo perché è abbastanza sottotono, ma anche perché il “restyling”, se così vogliamo chiamarlo, è presente un po’ ovunque all'interno del numero. Lo troviamo infatti nel titolo della storia d’apertura Zio Paperone, Archimede e il restyling inventivo (Arrighini/Tosolini), dove il grande inventore deve improvvisarsi anche designer per soddisfare il gusto estetico dei paperopolesi, badando alla forma più che alla sostanza delle cose. Il risultato è una storia che sembra tirarla un po’ troppo per le lunghe, con un finale che non è ben chiaro.
Il “restyling” è però presente anche in Paperino, Paperoga, Gastone e il pesce d’aprile galattico (Sarda/Palazzi) dove, per vendicarsi di un pesce d’aprile subito l’anno precedente, Paperino si finge il principe di un pianeta lontano che, inseguito da un alieno interpretato da Paperoga, cerca rifugio a casa di Gastone. La storia in sé sarebbe anche simpatica, ma il lettore non può non accorgersi che in origine Paperino avrebbe dovuto indossare abiti femminili, perché in parte è ancora così: le modifiche infatti riguardano solo la parte superiore del corpo (con delle ciglia cancellate anche abbastanza malamente in una vignetta a pag. 61), mentre nella parte inferiore non si possono non notare i tacchi, ad esempio, o un “portapiume” che in alcune vignette è volutamente pronunciato.
Ma ancora più grossolano è il lavoro svolto in Paperoga insegna: il fotografo naturalista (Mazzoleni/Milano), dove in origine Paperoga non doveva fotografare il marlin, ma pescarlo. La storia che viene pubblicata perde così di significato vignetta dopo vignetta perché, tolta la canna da pesca e inserita forzatamente una macchinetta fotografica, Paperoga è costretto ad assumere pose ridicole per poi spiccare il volo senza motivo da una vignetta all'altra (in origine trascinato dal marlin attaccato alla lenza), lasciando allibito il lettore. Senza contare il fatto che, andando sul sito di Topolino, si può vedere la tavola con il titolo originale “Paperoga insegna: il pescatore”. La modifica in sé già fa storcere il naso, se poi viene anche fatta con delle toppe messe malamente viene naturale chiedersi cosa stiamo leggendo.
Il resto del numero non dice poi molto, infatti abbiamo Amelia e l’inversione magico-scientifica (Giunta/Amendola) dove Amelia viene aiutata da due paperi non particolarmente svegli ad entrare nel deposito per rubare la Numero 1, e Topolino, Pippo e le prime stelle del Calisota (D’Antona/Mazzarello), una storia con la Macchina del tempo dove dovremmo parlare delle origini del cinema, ma finiamo per vedere un antenato di Gambadilegno che vuole svaligiare una banca passando per un condotto sotterraneo… insomma si sperava in qualcosa di più originale.
La storia migliore del numero probabilmente è la breve Pluto e il recupero a catena (Zemelo/Rigano), che lascia al lettore almeno un sorriso.
La prossima settimana si festeggeranno i 70 anni di questa rivista che ha visto crescere varie generazioni e che è arrivata a questo traguardo grazie all'amore che chi ci lavorava ha trasmesso ai lettori di tutte le età; dispiace molto che prima di questa celebrazione ci sia stato un numero come quello di questa settimana, fatto di storie non troppo brillanti, ma ancor peggio di rattoppi messi lì senza particolare cura e senza un minimo di rispetto per il lettore che non può non vedere errori così grandi. Ci auguriamo che sia stato solo un episodio spiacevole e di leggere, fin dal prossimo numero, storie all'altezza di questo settimanale.

Autore dell'articolo: Carlotta Franceschini

Sono cresciuta prima con la Pimpa, i disegni di Tony Wolf, ma anche e soprattutto Cip e Ciop, e poi leggendo Topolino. Sono appassionata di cinema, amo leggere, ma la mia passione più grande è la montagna e, quando possiamo, io e mio marito Kim saliamo a fare trekking tra le amate Dolomiti. Papersera per me significa fumetti, ma soprattutto amici, è un po’ una famiglia allargata sparsa in tutta Italia..e non solo!