Nino Pagot (1908 – 1972)

08 SET 2009

Un precursore dell’animazione

Famoso soprattutto per la creazione di Calimero, Nino Pagot è non solo, insieme al fratello Toni, uno dei primi e più importanti animatori italiani, ma anche un valente disegnatore di fumetti.

Biografia

Nato a Venezia nel 1908, si spostò a Milano durante la Prima Guerra Mondiale. Dopo aver frequentato un istituto tecnico, sul finire degli anni Venti iniziò a disegnare per varie riviste italiane, tra cui Attorno al fuoco, rivista scoutistica, per il Corrierino e per Il Giornale delle Meraviglie.
Successivamente prese il posto di Antonio Rubino alla direzione artistica di Balilla e lavorò come illustratore anche per TarvasoGuerin Meschino e L’Audace, oltre che per Argentovivo!.

L’attività disneyana

L’attività disneyana dell’autore si svolse negli anni tra il 1937 ed il 1941, periodo durante il quale disegnò storie sia per Topolino, sia per Paperino, collaborando soprattutto con Federico Pedrocchi, ideatore dei due giornali e pioniere della scuola dei Disney italiani, ai cui primi passi Pagot contribuì con due storie ispirate al lungometraggio animato Biancaneve e i Sette Nani: Biancaneve e il mago Basilisco (Paperino giornale nn. 72-100 del 1939) e I sette nani cattivi contro i sette nani buoni (Paperino giornale nn. 101-121 del 1939-40).

La collaborazione con le riviste disneyane, però, continua anche con una serie di storie con personaggi realistici, tutte scritte da Pedrocchi, salvo differente indicazione, e che in un certo senso anticipano le collaborazioni che molti maestri del fumetto nostrano, come Sergio Toppi, strinsero con il Topolino libretto per la realizzazione di versioni a fumetti di famosi romanzi della narrativa.
Di seguito vengono indicate le storie realistiche realizzate da Pagot:
Per Paperino giornale disegnò:

  • La mia avventura tra gli Arussi, nn.41-53 del 1938;

Per Topolino giornale disegnò:

  • Pino il mozzo, nn.307-314;
  • La grande corsa, nn.423-425;
  • La fontana del bambino felice, n.430 su testi di M.Brancacci;
  • Il sire di Dalmonte, n.431 su testi di F.Baglioni;
  • La teleferica salvatrice, n.432 su testi di F.Baglioni;
  • I tre talismani, nn.463-475, su testi di G.Gozzano.

Tra il 1940 ed il 1941 disegnò per Il Corriere dei Piccoli le avventure di Casimoro Centimetri e di Poldo e Paola.

L’attività da animatore

Fu proprio a quel tempo che Nino Pagot iniziò la sua attività di animatore, ovvero l’aspetto della sua carriera per cui è maggiormente famoso.
Durante i primi anni Quaranta aveva iniziato a realizzare alcuni film, ma proprio l’esperienza con i fumetti di Biancaneve lo spinsero ad intraprendere la realizzazione e la produzione di cartoni animati.

Durante la seconda guerra mondiale collaborò con il fratello Toni alla realizzazione del progetto Lalla, piccola Lalla ed al lungometraggio I fratelli Dinamite, uno dei primi e più importanti cartoni animati italiani dell’epoca (strappa il primato a La rosa di Bagdad di Anton Gino Domeneghini per pochissime ore!), restaurato nel 2005 grazie a nuove tecniche digitali che ne hanno rinfrescato il colore.

I fratelli Dinamite, però, sono solo la prima di una lunga attività che ha portato allo studio Pagot (al quale collaboravano oltre al fratello Toni, anche i figli Marco e Gina) la possibilità di realizzare numerosi prodotti, nonostante una bomba ne distrusse lo studio durante il 1947, costringendoli, di fatto, a ricominciare da zero. Tra le serie ed i personaggi creati dalla famiglia Pagot si ricordano Cocco Bacillo, Fantasma, Omino-goccia, Pellicano, Gelsomina ed il famosissimo Calimero, divenuto simbolo del programma culto Carosello. A questi personaggi originali, i fratelli Pagot affiancano anche la produzione di cartoni di personaggi altrui, come Cocco Bill, il famoso cow-boy ideato dal siciliano Jacovitti, od i personaggi Hanna&Barbera.

Muore a Milano nel 1972, proprio alla vigilia dell’esordio del draghetto Grisù, dopo averci lasciato probabilmente troppo poche storie disneyane, ma sicuramente un ricco patrimonio di fantasia, lui che dopo Federico Pedrocchi e Giove Toppi può essere considerato uno dei pionieri della scuola disney italiana.

Autore dell'articolo: Gianluigi Filippelli