PK il Mito 12

23 APR 2012
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Nel pieno della serie, quello che vediamo è un Paperinik in forma smagliante. Ormai perfettamente a suo agio in questo tipo di storie fantascientifiche e dai pericoli meno scontati, non esita a buttarsi a capofitto nelle situazioni, spesso e volentieri non aspettando che i guai lo cerchino, ma addirittura facendo lui la prima mossa.
Lo vediamo chiaramente in Virus (Cordara/Freccero) e in Beato Angelico (Catenacci/L. Pastrovicchio), la prima e la terza storia presentate nel dodicesimo volume della ristampa cronologica di PKNA: in entrambe le avventure Pikappa orchestra un piano in prima persona e grazie alle dritte di Uno, per dare la direzione voluta a una spinosa situazione. Nel primo caso, per cercare di chiarire i vari sotterfugi della sottotrama che vede coinvolti Evroniani ed esercito statunitense, in Beato Angelico per incastrare un tizio senza scrupoli.
Le due storie, peraltro, sono scritte veramente bene, lasciando riflessioni importanti sul potere e l’abuso derivati dalla conoscenza e presentando intrecci mai banali, che sfruttano l’ambiguità per procedere in modo interessante nella narrazione.
Degna di nota è comunque anche Fase Due (Sisti/Barbaro), che come suggerisce il titolo vede il ritorno di un temibile nemico di Uno e Pikappa: il mixarlo, ancora una volta, con gli Evroniani dà ancora un risultato senza ombra di dubbio riuscito e una trama avvincente.
Andrea Freccero, Graziano Barbaro e Lorenzo Pastrovicchio, da parte loro, con stili profondamente diversi l’uno dall’altro realizzano i disegni delle suddette storie, contribuendo molto all’atmosfera ambigua che le permea con tavole sempre avveniristiche e dalle soluzioni grafiche sempre interessanti.

Proprio Freccero è protagonista dell’intervista della settimana: come sempre, è bello ripercorrere con la memoria dell’autore i primi passi di PKNA, gli aneddoti personali e quanto quell’esperienza ha lasciato il segno. In particolare qui emergono le preziose lezioni del mentore Carpi nella struttura della tavola, anche così fuori dai canoni come era in PK, si lascia intuire che il grande Maestro non fosse molto entusiasta di PK, ci si sofferma sulle possibilità rivoluzionarie dal punto di vista del disegno, sui personaggi che Andrea amava ritrarre di più, come Uno e Gorthan, sullo splendido clima delle riunioni del PK Team, e sostanzialmente su come era lavorare su un progetto del genere.
L’altro contenuto speciale è dedicato alle prove di disegno di Guerrini per Vuoto di Memoria, presente nel volume precedente.

Per quanto riguarda le ottime storie brevi, andiamo dalle ultime due della serie 5Y di Artibani e Mastantuono alla prima di Io Sono Xadhoom, di Faraci e Celoni: se nel primo caso ritroviamo ancora Lyla alle prese con le stranezze da umani di fine ‘900, in un mix vincente tra l’ottima ironia analitica di Artibani e gli ottimi disegni di Corrado Mastantuono, nel secondo abbiamo un tripudio di colori e forme e arte che esplode nelle fenomenali tavole di un Fabio Celoni eccessivo fino al sublime, che accompagna in modo egregia la sceneggiatura introspettiva di Tito Faraci.

Autore dell'articolo: Everett_Ducklair