I Classici Disney 431

01 OTT 2012
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Come si fa a recensire una pubblicazione come I Classici? Fra le più longeve attualmente in edicola, questa pubblicazione tuttavia non sembra avere conservato un’anima sua, una “mission” che la faccia spiccare nel panorama fumettistico. Ben lungi dai fasti di quando fu fondata, allorché era ricettacolo di veri e propri capolavori da mozzare il fiato, I Classici oggi è solo un contenitore di storie di autori vari, senza legame particolare fra loro, scelte fra la produzione degli ultimi dieci-quindici anni. Una produzione all’interno della quale sembra si cerchi quasi deliberatamente di evitare le storie veramente notevoli, selezionando invece storie realizzate con scrupolo e professionalità dagli autori, ma prive di un risalto particolare.

Se si deve giudicare la pubblicazione in toto, viene da dire che essa merita solo l’attenzione di chi sia alla ricerca di letture leggere (l’estate è ormai alle spalle e l’espressione “lettura da spiaggia” è fuori stagione, ma le occasioni di lettura non impegnativa non mancano ugualmente), e dei collezionisti “completisti” che, avendo magari tutti i numeri precedenti, sono restii ad abbandonare una collezione che ha superato i 400 numeri e, per ora, veleggia senza apparenti problemi verso il numero 500.

Intendiamoci, le singole storie, prese una per una, sono tutto sommato gradevoli e certo non degne di censura; ma manca il capolavoro, o anche solo la storia “un po’ più bella”, che possa spingere un acquirente non abituale all’acquisto di questo volume.



Così, non possiamo non riconoscere che storie come Paperino e i muscoli d’accaio, oltretutto firmate da nomi come Francois Corteggiani e Stefano Intini, siano divertenti e ben disegnate; Corri Topolino corri (Concina/Amendola) prova a spiazzare il lettore proponendo un Topolino in una situazione insolita (ma tutto sommato il “colpo di scena” finale è abbastanza intuibile); in Paperino & Gastone e le fortune scolastiche (Volta, Panaro) è Gastone quello apparentemente fuori dagli schemi, Topolino e la fruttiera portaguai (Bosco/Colantuoni) inserisce Topolino in una disavventura dal sapore quotidiano che ricorda certe avventure umoristiche dei fratelli Barosso; e così via, ogni storia contiene elementi apprezzabili ma non eccezionali, sceneggiature scorrevoli ma non visionarie, disegni professionali ma non eccitanti.



Se si tiene presente la attuale “mission” della testata, questo numero è perfettamente in linea e mantiene quello che promette. Peccato che, al giorno d’oggi, quello che una serie come i Classici promette sia un po’ pochino.

Da notare in positivo, comunque, la bella immagine di copertina, realizzata da Andrea Freccero e colorata da Max Monteduro, molto adatta alla stagione attuale e decisamente ben fatta.

Autore dell'articolo: Brigitta McBridge