Burbank, provincia di Modena

06 MAG 2013

La copertina del Topolino libretto 2979 che in occasione degli 80 anni dalla sua pubblicazione, rende omaggio al numero 1 di Topolino giornale.

Non è certo più uno scoop la notizia del “trasloco” di Topolino. E non si tratta nemmeno di una situazione inedita per la rivista dedicata al topo originario di Burbank: la storia editoriale del settimanale a fumetti più famoso d’Italia iniziò con i primi pionieristici esperimenti di Giuseppe e Mario Nerbini[1], editori fiorentini che nel dicembre del 1932 dettero vita alla testata “Topolino“, nel formato noto come “giornale“, con una qualità di stampa che ancora oggi lascia a bocca aperta appassionati ed esperti. Pochi numeri più tardi, con il 137, la gestione della testata passò alla Mondadori di Milano, che – coraggiosamente – nel 1949 ne rivoluzionò lo spirito e il formato inaugurando la serie del Topolino tascabile “libretto” che dura tutt’oggi.

Dopo oltre cinquant’anni di successi, la Mondadori passò a sua volta il testimone alla Disney Italia. La sussidiaria del colosso statunitense avviò gestione in prima persona della sua testata ammiraglia a partire dal numero 1702 del luglio 1988, portandola avanti sino alla settimana in corso: il 2 ottobre 2013, con la pubblicazione del numero 3019, il nuovo editore di Topolino diventerà a tutti gli effetti la Panini Comics.

La Panini? Quelli dei calciatori?

Si, proprio loro, quelli del «Celo, celo, celo, manca!», o meglio, per chi come il sottoscritto i suoi album dei calciatori li ha riempiti tutti in quel di Roma, «Celò, celò, celò, me manca!». Una sorta di parola d’ordine, magari da leggersi tutta d’un fiato, che identifica gli appassionati di figurine sin dal 1960, quando nelle edicola di Modena i fratelli Panini iniziarono a vendere le figurine.

Da allora di figurine ne sono state prodotte letteralmente miliardi, e la piccola impresa familiare è diventata una delle maggiori realtà dell’editoria a livello mondiale. Io stesso mi sono stupito leggendo i numeri del Gruppo Panini[2]: vendite per un valore di oltre 600 milioni di euro, oltre 900 dipendenti, presente in 110 nazioni!

Certamente la parte del leone del suo fatturato è legata al mercato delle figurine, ma la rilevanza dell’area del publishing è di tutto rispetto, ponendo la casa di Modena tra le prime tre case editrici d’Europa nell’ambito delle pubblicazioni dedicate al pubblico giovane. Oltre 4000 testate tra fumetti, riviste e libri in Europa e Brasile, gestite da un’apposita società, la PAN distribuzioni, in grado di raggiungere oltre mezzo milione di punti vendita in Europa[3] sia nei canali tradizionali delle edicole e delle fumetterie, sia in quelli della grande distribuzione (supermercati, outlet, ecc.).

L’album Panini “Mickey Story”, pubblicato in Italia nel 1982, dove la storia di Topolino viene raccontata attraverso i disegni di Luciano Bottaro.

L’album Panini “Mickey Story”, pubblicato in Italia nel 1982, dove la storia di Topolino viene raccontata attraverso i disegni di Luciano Bottaro.

Nel “canale” dei fumetti, quello che più ci interessa, la Panini pubblica centinaia di titoli in Italia[4], dalle collane catalogate come “Panini Comics” (c’è bisogno di ricordarvi chi sia Rat-Man?) all’infinita serie di testate dedicate ai supereroi Marvel, Uomo Ragno in testa; e nel resto d’Europa la situazione è ancora più ricca: alle testate Marvel si affiancano infatti quelle Bonelli, Diabolik, Conan[5]

Le prospettive quindi sembrano essere ottime: la Panini Comics nasce per la gestione del fumetto, prodotto che invece è sempre rimasto ai margini dell’Impero Disney, e al quale veniva data negli ultimi anni[6] poca rilevanza, nonostante l’ottimo lavoro svolto da autori e redazione locali negli ultimi anni.

Non so se con il passaggio alla Panini ci saranno nel breve grandi novità; quello che mi aspetto, vedendo l’attuale numerosità di testate Panini in edicola e fumetteria, è un aumento nella disponibilità di titoli Disney, magari con qualche “resurrezione eccellente” (qualcuno ha detto “Zio Paperone” o “Almanacco Topolino“?) e spero anche in qualche coraggioso tentativo di esplorare terreni ancora non sfruttati, nel senso più ampio del termine: dalle strip quotidiane di Al Taliaferro alle ultime storie realizzate nei paesi nordeuropei, apparentemente molto diverse da quanto siamo abituati a vedere in Italia. Ah, e poi si… ovviamente un bell’album di figurine a tema Disney… gli ultimi hanno lasciato un po’ a desiderare!

Tra l’altro il connubio Topolino-Figurine era scritto nel destino del personaggio, almeno qui in Italia: Topolino fu disegnato da un artista italiano[7]per la prima volta proprio in occasione della produzione di una serie di figurine, oggi praticamente introvabili. Ed anche un legame Topolino-Panini c’era già stato: l’autore di tante caricature e scenette satiriche apparse sulle pagine degli album dei calciatori a partire dalla fine degli anni Sessanta fu Bruno Prosdocimi, autore anche dei disegni apparsi sui vari gadget del Club di Topolino, come ad esempio il vademecum o i diplomi legati all’avanzamento della carriera, senza dimenticare i molti disegni redazionali e pubblicitari.

L’esordio, va sottolineato, è davvero ottimo: la copertina del numero 3019 vede Topolino compiere il famoso gesto atletico della rovesciata di Carlo Parola divenuto nel tempo l’emblema delle figurine dei calciatori Panini: solo il genio di Cavazzano poteva riuscire nell’impresa di cogliere la dinamicità del gesto e riproporla in una figura tondeggiante e “pacioccona” come quella di Topolino, il cui aspetto di certo mal si adatta alla fisicità esplosiva dell’atleta.

Ed è giunto, proprio mentre scrivevo queste righe, il comunicato stampa ufficiale[8] della Panini dell’avvenuto passaggio, assieme alla notizia di una cover “variant” da distribuirsi in occasione delle fiere del fumetto.

Godiamoci questa nuova era di Topolino, dunque, pur con la consapevolezza che la sopravvivenza nel mercato di oggi è più difficile che mai: il bacino degli utenti si è sempre più ristretto, sia per il calo delle nascite, sia per il proliferare della concorrenza: una volta Topolino doveva vedersela “soltanto” con Cucciolo e Braccio di Ferro, poi arrivarono le TV private, oggi si sono aggiunti mille altri passatempi, che per forza di cose riducono le occasioni di fruizione del fumetto. Ben venga quindi l’allargamento del fronte distributivo anche alle fumetterie.

Occorreranno coraggio, competenza e amore per il fumetto per riuscire in questa impresa, non sarà facile, ma il nostro “in bocca al lupo“, da lettori appassionati, è sincero ed incondizionato!

Ora tocca a voi, fateci divertire, sognare ed emozionare!

[1] Per una splendida trattazione sui primi anni dell’editoria a fumetti in Italia, con particolare attenzione alle testate Disney, si veda il fondamentale Fabio Gadducci – Leonardo Gori – Sergio Lama, “Eccetto Topolino” – Lo scontro culturale tra Fascismo e Fumetti, Nicola Pesce editore, 2011.
[2] Si veda il sito ufficiale del gruppo http://www.paninigroup.com/corporate.html
[3] Fonte http://www.paninigroup.com/business-areas/distribution.html
[4] Si veda l’elenco delle collane Panini e Marvel rispettivamente su http://www.paninicomics.it/web/guest/paninicomics/collane e http://www.paninicomics.it/web/guest/marvelitalia/collane
[5] Fonte http://licensingout.paninicomics.com/
[6] È innegabile un costante calo dell’interesse nel settore fumetto all’interno delle strategie della Walt Disney Corporation: si è passati dagli anni d’oro a cavallo del boom economico in Italia, quando era lo stesso Walt Disney a venire nel nostro Paese per incontrare Arnoldo Mondadori, alla situazione attuale in cui da anni negli USA non escono più fumetti Disney (se si escludono le pregevoli iniziative della Fantagraphics con le collane dedicate a Floyd Gottfredson e Carl Barks).
[7] Giovanni Bissietta, si veda al proposito l’articolo di Massimo Bonura sul Papersera https://www.papersera.net/articoli/aVIIn2.php
[8] http://www.paninicomics.it/web/guest/news?id=83660

Autore dell'articolo: Paolo Castagno

Sono appassionato lettore e collezionista di fumetti Disney sin da quando ho imparato a... guardare le figure. Il Papersera - sia il sito sia l'associazione - sono per me motivo d'orgoglio!