Disney Big 76

15 LUG 2014
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Un altro numero di Big ci porta il solito caos misto a storie nuove, trasformandolo in un Classico formato gigante, senza valorizzare il suo alto numero di pagine. Sono solo due le storie degli anni ’90, una del 1981 mentre tutte le altre sono comprese tra il 2000 e il 2008, pescando tra molte brevi e nessuna in due tempi.
La sezione di Indiana Pipps parte proponendo subito due mancanze: questa storia è il seguito di un’altra, ovviamente pubblicata altrove. Invece, in quest’altra vicenda, troviamo per l’ultima volta il bel personaggio dell’affascinante Giada. Purtroppo, mancano le prime due storie in cui compariva, sprecando un’occasione di riproporre vicende che davano un po’ d’aria nuova all’archeologo. Le altre storie sono carine, ma nulla di memorabile.
Molto più divertente è una frizzante storia fatta di disguidi, donne sexy e ricordi scolastici che purtroppo riaffiorano, o forse no. Molto viva, con qualche reminiscenza del film di Verdone “Compagni di scuola”, l’appuntamento scottante vede un Sarda molto abile e un Guerrini in gran forma nel presentare movenze femminili ardite. Paperino, ma anche Archimede, Gastone e gli altri, sono più che credibili.
Brilla la presenza di Casty, le cui storie si vedono di rado tra quelle ristampate. Pur essendo su commissione, i mostri in giardino presentano quelle tematiche ecologiche tanto care all’autore di Gorizia, che fanno immedesimare il lettore con Topolino: se ti trovassi delle dimensioni di un insetto, che cosa faresti?
Diverte il Superpippo di Boschi, così come il solito poetico Macchetto che riesce a fare di un centro commerciale un luogo onirico di grandi avventure.
Il resto del numero non è molto interessante, ingolfato tra tante brevi. Il Big continua a navigare al buio, senza capire che rotta prendere se non, per ora, quella della mediocrità. Storie brevi e assenze non fanno qualità.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.