I Grandi Classici Disney 334

25 AGO 2014
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Un po’ sotto tono il numero settembrino, benché si parta ancora con il gradito Ok Quack, in prima linea a favore dell’ecologia (nella sua maniera disarmante e tanto più genuina di molte storie anni Duemila) in E quando Paperino prende una decisione… (sempre Chendi/Cavazzano), per passare a Topolino e i piselli sabotatori, una storia davvero pregevole, con una bella dose di azione, una trovata ingegnosa e solidamente “tecnica”, e un Paperone che, nonostante la collocazione fuori contesto, non si lascia per niente intimidire.
Un po’ più prevedibile Paperino e le “Pitto-pareti” boom, comunque ingegnosa in alcune trovate, e corredata dal celebre “Adiòs” scarpiano (trovatelo!).
Simpatiche, a modo loro, le brevi con Paperoga, a riprova della superiorità media, in fatto di brevi, della produzione sudamericana su quella nordamericana, esclusi ovviamente Barks e Kinney.
Nota completamente dolente la multipla Pippo guida degli scouts, sequela di gag davvero infelici con disegni non migliori. Né migliore è la breve con Cip e Ciop. La sezione Superstar si riscatta con i fratelli Barosso e la loro ironia in Paperino e la scampagnata sfortunata e con il tonificante umorismo barksiano di Paperino in vacanza, davvero cristalline nella loro realizzazione.
Un po’ particolare Topolino e il mistero della Margherita, storia minore della serie della Macchina del Tempo, non coinvolgentissima ma senza grossi appunti, ad eccezione dei disegni piuttosto inespressivi.
Azzeccata la prova di Ser Lock in Ser Lock e lo stradivari rubato, che stavolta affronta direttamente la passione del più grande detective d’Inghilterra per il violino, mentre appare sostanzialmente fuori luogo Paperino e la gita organizzata, di un Carlo Panaro ancora lontano dalle prove più mature e con i disegni assolutamente irriconoscibili di Alberto Lavoradori, che solo pochissimi anni più tardi disegnerà le grandi storie con Cimino acquisendo definitivamente il suo primo grande stile.

Autore dell'articolo: Guglielmo Nocera

Oggi espatriato nel paese di Astérix, mi sono formato su I Grandi Classici Disney, che acquisto tuttora, e Topolino Story prima serie. Venero la scuola Disney classica, dagli ineguagliabili vertici come Carl Barks e Guido Martina ai suoi meandri più riposti come Attilio Mazzanti e Roberto Catalano (l'inventore della macchina talassaurigena). Dallo sconfinato affetto per le storie di Casty sin dagli esordi (quando lo confondevo con Giorgio Pezzin) deriva il mio antico nome d'arte, Dominatore delle Nuvole. Scarso fan della rete, resto però affezionato al mondo del Papersera, nella convinzione che la distinzione tra esegesi e nerdismo sia salutare e perseguibile. Attendo sempre con imperterrita fiducia la nomina di Andrea Fanton a senatore a vita.