I Grandi Classici Disney 345

25 LUG 2015
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Una rinfrescante motoslitta in copertina e una storia ambientata sulla neve sono quel che ci vuole per introdurre il numero di questo caldo mese di agosto. Ma con Topolino e il segreto di Monte Sinistro, storia non al livello delle migliori del suo autore ma comunque di quelle che fanno la “buona media” di Topolino, si rompe anche una sorta di tabù, visto che è la prima storia pubblicata dopo il 2000 ad essere ristampata sui Grandi Classici. Occorre osservare che le due testate naturalmente adatte alla riproposizione dei grandi capolavori moderni, i Classici e Disney Big, da qualche anno hanno in parte abdicato alla loro funzione e si direbbe dunque che i Grandi Classici e Topostorie intendano supplire a questa mancanza. Quindi ben venga questa “supplenza” a patto che la selezione mantenga un livello altissimo, mi verrebbe da dire ascetico.
Da questo punto di vista bisogna dire che la quantità di storie recenti è da record (quasi la metà delle pagine), oscillando fra il piuttosto buono e l’ottimo, soprattutto per la storia di chiusura Topolino e l’uomo dei sogni, che se non sviluppa una trama da capogiro ha però il grande merito di presentare una narrazione limpida e coraggiosa, includendo con tatto e senza scontatezze delle tematiche tutt’altro che banali come la cecità e la poesia della diversità.
Fra le altre storie recenti si distinguono Sgrizzo il cavaliere più balzano del mondo, in cui Luca Boschi sfodera il suo eccezionale senso dell’umorismo, e Relitto e castigo, (molto) liberamente ispirata a Dostoevskij, in cui Guido Scala assedia un Gambadilegno-Raskol’nikov con il suo peggior incubo: Topolino, ovvero la dannazione del rimorso. Completa il quadro Paperino e il programma educativo, a conti fatti decisamente sopra la media S-code.
Fra le brevi, menzione unica per Paperino e l’albergo di Fonte-Ribalda, distillato di pura e geniale comicità barksiana, e in misura minore il simpatico divertissement con Cip e Ciop Paperino e i villeggianti indesiderati, mentre il resto dell’offerta, assolutamente dimenticabile, sente pesantemente la mancanza di Dick Kinney.
In questo numero così particolare non mancano però le vecchie certezze: Topolino e il segreto di Capitan Cataratta (ribattezzato Goletta), strampalata e godibile (disegni a parte) peripezia esotica di Onofrio Bramante, Topolino e la nave terrestre, consueto giallo con piacevoli trovate di Carl Fallberg, e Paperino e il cifrato indecifrabile, forse la più interessante del numero, che rientra in quel genere dell’avventura umoristica di cui il suo autore Ennio Missaglia è maestro.
In conclusione, un numero un po’ sfuggente alle catalogazioni, che “tiene la posizione” ma che si spera rappresenti un’eccezione più che un paradigma per una testata che ha ancora tanti Grandi Classici, moderni ma anche antichi, da riproporci.

Autore dell'articolo: Guglielmo Nocera

Oggi espatriato nel paese di Astérix, mi sono formato su I Grandi Classici Disney, che acquisto tuttora, e Topolino Story prima serie. Venero la scuola Disney classica, dagli ineguagliabili vertici come Carl Barks e Guido Martina ai suoi meandri più riposti come Attilio Mazzanti e Roberto Catalano (l'inventore della macchina talassaurigena). Dallo sconfinato affetto per le storie di Casty sin dagli esordi (quando lo confondevo con Giorgio Pezzin) deriva il mio antico nome d'arte, Dominatore delle Nuvole. Scarso fan della rete, resto però affezionato al mondo del Papersera, nella convinzione che la distinzione tra esegesi e nerdismo sia salutare e perseguibile. Attendo sempre con imperterrita fiducia la nomina di Andrea Fanton a senatore a vita.