Topolino 3139

20 GEN 2016
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E’ Fantomius il principale protagonista del numero di Topolino in edicola questa settimana. Il ladro gentiluomo compare infatti nella bella copertina del libretto e nella storia di apertura, un nuovo episodio delle sue avventure dal titolo Il tesoro di Francis Drake, come sempre scritto e disegnato da Marco Gervasio. Purtroppo, questa volta l’impresa di cui si rende protagonista appare poco strabiliante: non manca la cura nel ricreare l’ambiente paperopolese degli anni Venti, con richiami storici ed echi barksiani, quanto il mordente in una vicenda piuttosto prevedibile, con un villain da operetta e un colpo di scena finale troppo poco originale per riuscire a suscitare una forte curiosità di osservare gli sviluppi dati dall’introduzione del nuovo personaggio… ma speriamo di essere smentiti dai prossimi episodi.

La seconda storia dell’albo, Paperin Pochischei e la notte di luce (Panaro/Held), ci offre una vicenda di impianto classico: al netto di un paio di imprecisioni geografiche, è una bella avventura grazie soprattutto alla caratterizzazione di Paperino e Lusky e agli ottimi disegni che ci portano nella incantevole cornice della Venezia del XVIII secolo.

Passando alle brevi del numero, Emy, Ely, Evy e una zia di troppo (Stabile/De Pretto) è contraddistinta dall’inconfondibile marchio dello sceneggiatore, quello cioè di calare i personaggi Disney in situazioni quotidiane e non stereotipate, presentando ai lettori situazioni che potrebbero tranquillamente accadere nella realtà. Diverso il discorso per la miniserie Antenna magica – Amelia e la pozione anti-iattura (Figus/Martusciello), in cui l’umorismo viene ricercato attraverso un contesto decisamente più fantastico, per un risultato discreto ma nulla più. Pico e l’ignoranza curativa (Buratti/Amendola), parte invece da un buono spunto ma finisce per essere appesantita dalle troppe pagine di cui è composta: qualche tavola in meno le avrebbe giovato.

Infine, ecco Indiana Pipps e il richiamo dello spettacolo (Sarda/Baccinelli), storia che costituisce l’esordio sul libretto del giovane disegnatore piemontese risultato vincitore del concorso indetto dalla Panini nel 2014. Ed è un esordio nobile, visto che si trova ad affiancare il veterano e corregionale sceneggiatore, autore delle più belle avventure dell’archeologo pippide. Quest’ultima non raggiunge gli altissimi livelli del passato, ma dal curioso corto circuito che vede Indiana Pipps diventare un divo del cinema, figura della quale dovrebbe essere la parodia, nasce una buona storia, grazie anche a disegni che vignetta dopo vignetta si fanno più sicuri e accurati.

Un Topolino, dunque, un po’ altalenante, ma che raggiunge ampiamente la sufficienza attestandosi sulla media degli ultimi tempi.

Autore dell'articolo: Federico Pavan

Sabaudo di nascita, romano d'adozione e veneto per amore, leggo fumetti da quando ero bambino e non ho ancora smesso! I miei preferiti: Tex, Asterix, Lucky Luke, Corto Maltese, Mafalda… ma Topolino resta il compagno di viaggio più fedele, una passione che mi ha portato a conoscere il Papersera (e a incontrare tanti amici e una splendida sposa) lungo tutto lo stivale italiano. Il mio idolo disneyano di sempre è Romano Scarpa, ma non posso dimenticare l'emozione del mio primo raduno, nel quale ho avuto la fortuna di incontrare due miti come Don Rosa e Carlo Chendi.