Paperino 434

31 LUG 2016
Voti del fascicolo: Recensore: Medio: (12 voti) Esegui il login per votare!

L'iniziativa delle medaglie olimpioniche copre, con astuzia, ben dodici uscite agostane, di cui soli cinque Topolini. Un'ottima idea, almeno per chi come chi scrive non s'intende di marketing, per avvicinare i lettori più o meno occasionali (così diffusi in estate) alle testate “satelliti”.
Ma lo spaccato offerto a questi lettori occasionali è degno della spesa? E (oppure) rappresenta la qualità usuale delle pubblicazioni interessate?
Nel caso di Paperino, possiamo rispondere “tutto sommato sì” ad entrambe le domande. Negli ultimi mesi, infatti, la testata ha sfornato degli indici di buon livello, nettamente superiore alla tradizione recente (e anche non troppo recente). Questo non fa eccezione, anche se forse una leggera flessione rispetto agli ultimi numeri c'è.
L'inedita, Paperino e… Paperino 2.0, non è particolarmente originale e, pur lasciandosi leggere (a conferma dell'abilità dello sceneggiatore), dà l'impressione che si sarebbe potuta strutturare in maniera più ricercata. Ma di certo vi sono state inedite nettamente peggiori.
Zio Paperone e la salsina della salute è sicuramente la migliore del numero, e sfoggia dei disegni molto armoniosi, benché ancora “scolastici” (ma ad avercene), ad opera di Valerio Held. Disegni che riscattano certo la prova non particolarmente innovativa né brillante del pur funzionale Nico Picone nella storia di apertura. Storia divertente e originale, mai prevedibile, e dagli espedienti comici validissimi, primo fra tutti il reiterato mistero della (micidiale) ricetta.
E molto buona è anche Paperino e i poteri telepatici, che aggiunge all'albo il merito di aver finalmente scelto il Carlo Panaro migliore, quello più completo e umoristico, in questa storia con ritmi quasi barksiani, resi molto bene da Francesco Guerrini. Merito particolare di questa prova è lo sfasamento dei piani, non solo fra Paperino con i suoi “poteri” e il resto del mondo, ma anche in scene come quella dell'incontro con il miliardario, la cui reazione alla notizia della rapina è una volta tanto data “con stile”, e non nella solita maniera realistica, irosa e prevedibile su cui ultimamente sembra ci si appiattisca sempre più spesso. Minuzie, è chiaro, ma che fanno la differenza tra umorismo e scorrimento di vignette, tra memoria e dimenticatoio.
Ha un suo senso, ma più da autoconclusiva, Nonna Papera la mattacchiona, che per parte sua sceglie decisamente il dimenticatoio. Zio Paperone e l'isola colorata, forse non al livello dell'altra ciminiana e non particolarmente brillante nel finale, fa sicuramente rimpiangere i disegni della suddetta.
Un tempo inedita proprio su Paperino, Sgrizzo e il festival ad ogni costo è una storia abbastanza convenzionale nelle soluzioni, ma ciononostante divertente, soprattutto grazie alla forza dinamica del personaggio, Sgrizzo, e al suo travolgente “Rock del carrozziere”. Non particolarmente esaltanti i disegni.
Non altrettanto si può dire di
Zio Paperone e il debito d'onore
, prova ai testi di Giorgio Cavazzano, che con i “Miliardari in vacanza” e l'”Insolito remake” ha dato forse le sue prove migliori (degne del suo collega e compare Pezzin). Storia molto divertente, con un umorismo originale e vincente, fino a circa tre quarti, per lasciare poi il posto a un tono più blando comunque interamente giustificato dall'evolversi della vicenda.
Chiude
Paperino e il lavoro indispensabile
, disegnata molto bene da un poco noto (e purtroppo poco produttivo) Enrico Soave, e che a dire il vero fa un po' da esempio del Carlo Panaro meno incisivo: lo schema, se vogliamo, è simile all'altra storia (Paperino che fa prove ripetute) ma la riuscita è più convenzionale, meno divertente e ingegnosa.
Numero, insomma, che potrà non far pensare all'acquirente occasionale di aver fatto una spesa inutile, e che anche il lettore fisso o frequente può trovare gradevole, anche se molto di più si potrebbe fare. E si dovrà fare, se si vorrà che qualche lettore transiti dalla prima alla seconda categoria (e non viceversa). Nota speciale sui disegni, che al parere personale di chi scrive (e in materia di disegni la specificazione è decisamente necessaria), oscillano con disinvoltura dal piattissimo all'ottimo.

Autore dell'articolo: Guglielmo Nocera

Oggi espatriato nel paese di Astérix, mi sono formato su I Grandi Classici Disney, che acquisto tuttora, e Topolino Story prima serie. Venero la scuola Disney classica, dagli ineguagliabili vertici come Carl Barks e Guido Martina ai suoi meandri più riposti come Attilio Mazzanti e Roberto Catalano (l'inventore della macchina talassaurigena). Dallo sconfinato affetto per le storie di Casty sin dagli esordi (quando lo confondevo con Giorgio Pezzin) deriva il mio antico nome d'arte, Dominatore delle Nuvole. Scarso fan della rete, resto però affezionato al mondo del Papersera, nella convinzione che la distinzione tra esegesi e nerdismo sia salutare e perseguibile. Attendo sempre con imperterrita fiducia la nomina di Andrea Fanton a senatore a vita.