Topolino Extra Edition – Agente Speciale Ciccio
Faraci, Casty, Artibani, Marconi. Faccini, Bosco-Ziche, Pezzin-Cavazzano, Enna. Cimino, Asteriti, Carpi, Scarpa. Chendi-Cavazzano, Secchi-Ciccio… Non ce ne vogliano gli autori, ma questo è quello cui dobbiamo assisitere. La Special Edition era una collana curata, pregevole, ben realizzata. A cadenza fieristica Panini ha proposto volumetti dedicati ad autori o a coppie, facendo in genere una buona selezione e poi pubblicando un cofanetto con tutta l’iniziativa. Con la quarta serie, la Extra, l’idea era di raccogliere storie di personaggi particolari, partendo da Ok Quack e pubblicando il numero in costina. Una dichiarazione di intenti generica e che poteva essere sfruttata in maniera interessante: pensiamo alla Nocciola di Chendi-Bottaro, al Little Gum di Chierchini, all’Acciuga di Guido Scala, al Pacuvio di Michelini-Gatto. Validi spunti per proporre autori meno noti ma pilastri del settimanale.
Nel fandom non ci aspettavamo però questa scelta: Agente Speciale Ciccio Squadra GNAM, ad opera di Riccardo Secchi. Si tratta di una serie banale, ripetitiva e sostanzialmente noiosa, in cui si ripete, in maniera sempre uguale, storia dopo storia, il rapporto di Ciccio con il cibo, il sonno, i tic e le battute precotte. Ciccio che russa, che si strafoga, che dorme in momenti inaspettati, che risolve i casi senza sapere nulla. Un canovaccio già trito e ritrito e che può funzionare per un paio di vicende, per un pubblico inferiore ad anni otto. Ma non può occupare un volume da 368 pagine. Sinceramente, questa scelta editoriale ci perplime. Per carità, siamo consci che il fumetto disneyano si basi anche sull’iteratività, è normale nell’ottica di un processo industrial-artigianale. Ma un conto sono i mercoledì di Pippo o le cacce al tesoro di Cimino, sempre uguali e sempre diverse, un conto invece i cliché della Pia oppure Ciccio Gnam.
Ci fermiamo qui per non infierire, ma restiamo increduli di fronte a questa scelta. Segnaliamo giusto il
caso a cinque stelle, in cui i disegni di Mottura valorizzano una sceneggiatura vagamente migliore del solito. Al volume diamo una stella, voto crudele ma che si spera possa servire a non proporre in pubblica piazza materiale così scadente e a nasconderlo in pubblicazione come BIG, in cui uno spazio mensile a Ciccio potrebbe avere decisamente più senso, invece di intromettersi in una collana valida.