Intervista ad Alex Bertani (terza puntata)

14 MAG 2020

Terza puntata molto ricca, tra continuity, Egmont, storie a puntate e ristampe.
Come sempre, buona lettura!

A proposito di storie a più puntate, sappiamo tutti che sei un grande fan di questa tipologia di storie e negli ultimi tempi ce ne sono state parecchie sul settimanale, al punto che più episodi si sono accavallati anche sullo stesso numero. Questo può essere un pregio e un difetto, se pensiamo al lettore occasionale che si ritrova a prendere un numero con le puntate di mezzo e si trova costretto a recuperare qualcosa.

Credo che sia in parte vero quello che dici. Sono un amante delle storie a puntate, fosse per me ne farei di più, ma mi rendo conto che Topolino è un giornale letto anche da persone che magari non aspettano una settimana per vedere la fine della storia, quindi ha bisogno anche di avventure che abbiano una fruibilità immediata. Difatti poi la maggior parte delle storie a cui stiamo lavorando, pur essendo delle serie, sono formate da storie autoconclusive.

Area 15 aveva una trama orizzontale che si portava avanti, ma di fatto era costituita da episodi autoconclusivi e sarà così anche per Newton e per Topolino le origini. In realtà, a parte alcune saghe, il grosso delle serie, quelle con le ambientazioni che ritornano, avrà una formula come il Papersera, PippoSpot o Topolino giramondo.

Saranno comunque storie autoconclusive, fruibili nell’immediato, in cui ci sarà un’ambientazione ciclica, ma la trama orizzontale in alcuni casi sarà praticamente nulla. In realtà non è che ci siano state tantissime storie a puntate negli ultimi tempi, a parte Paperinikland, 19.999 leghe sotto i mari

19,999 leghe sotto i mari, disegnata da un ottimo Lorenzo Pastrovicchio su testi di Francesco Artibani

A fine o a inizio anno ci sono stati un paio di numeri con storie a puntate. Infatti commentavano, sotto ai miei video: «Io ho comprato questo numero perché mi interessava la fine di questa storia, ma mi sono trovato anche…».

Questo avviene normalmente, perché se io compro Topolino per una storia, è chiaro che poi ne trovo altre quattro. Diciamo che nessuno ha la formula magica in tasca, è verosimile che Topolino possa avere almeno una storia a puntate, tendenzialmente non di più. Poi non è una regola fissa, può capitare che in un numero ce ne siano due che si sovrappongono e poi magari per un mese non ce ne siano.

Jay Kappa chiede: «È quindi giusto stabilire un nuovo canone narrativo che rispetti più nello spirito che nella sostanza le storie… storiche?» Aggiungo un’altra cosa io: nell’ultima live con Roberto Gagnor e Claudio Sciarrone si parlava anche di ambientazioni, del contesto di Paperopoli e Topolinia, magari di omogeneizzarle per le varie storie che da qui in poi andremo a vedere sul settimanale, con riferimento ad esempio alla bottega di Orazio, che sai in una storia se Topolino è in quella via, magari c’è sempre…

Quindi volete la continuity? [ride]

Hai ragione, credo che sia corretto anche dal punto di vista dei personaggi. Per esempio con Qui, Quo e Qua stiamo facendo un lavoro di definizione di quelle che sono anche le caratteristiche leggermente diverse dei tre. Stiamo lavorando per fare una sorta di “schede” che possano essere funzionali come reference per i vari autori di modo che sappiano, quando prenderanno in mano un personaggio, cos’è stato raccontato o il suo ruolo, senza contraddizioni tra una storia e l’altra.

Farlo anche a livello topografico forse è un po’ più complicato, però l’idea di cercare di dare una certa coerenza narrativa nelle storie c’è. Topolino ora lavora per un giornale, fa reportage di viaggio e questo tornerà anche in altre storie, non solo in Topolino giramondo. Qua ha un gruppo dove suona e fa musica e ci sono storie dove questa cosa si vedrà anche se non sarà l’elemento basilare e fondante. Credo che sia giusto dare un minimo di coerenza narrativa a quello che è l’universo di riferimento in cui le storie si svolgono.

Beppe Zironi fornisce a Topolino l'attrezzatura giusta per una giusta continuity

Beppe Zironi fornisce a Topolino l’attrezzatura giusta per una giusta continuity

A tal proposito, la domanda di Paolo: «Quindi all’estero faranno comunque come vogliono, nel senso che la continuity sarà solo per le storie italiane?»

Io rispondo per le storie italiane. Per il 90% le storie di Topolino sono di produzione italiana. Abbiamo delle storie che prendiamo da Egmont o che arrivano dagli Stati Uniti, ma non pesano più del 10% del totale. Diciamo che la sensibilità italiana è abbastanza diversa da quella americana ma anche da quella nordica.

Io credo che questo si noti un po’ nelle storie, con tutto che non c’è un meglio o un peggio e che è solo un modo diverso di vedere i personaggi, di interpretare la comicità o la suspense all’interno della storia. In questo non credo che il lavoro che stiamo facendo in Italia, almeno nell’immediato, avrà immediatamente un riverbero in quello che fanno anche gli altri all’estero. Un domani magari, oggi non credo sia così.

C’è una domanda che si aggancia: «Ma come mai all’estero hanno una maggiore libertà di manovra rispetto a noi? Vedo che si possono prendere alcune “licenze” che a noi sono proibite».

La farei io questa domanda! È vero, è oggettiva questa cosa. Ogni publisher del mondo in qualche modo ha dei referenti che fanno da custodi delle indicazioni che la Company dà. Evidentemente ci possono essere dei controllori più rigidi o meno rigidi. Mi viene da rispondere così: anch’io ho chiesto spesso questa cosa in Disney.

A proposito delle storie Egmont, adesso state pubblicando quelle di Marco Rota. Lo rivedremo con delle inedite italiane? Si ristamperanno storie Egmont di altri artisti che meritano di avere visibilità anche sul Topolino italiano?

Sì, non nell’immediato ma questo progetto c’è. Per esempio nella serie del Manuale delle Giovani Marmotte avremo ogni numero due, tre, quattro storie inedite prese dal bacino Egmont, dove hanno lavorato per tanto tempo sulle Giovani Marmotte. Abbiamo cominciato a pescare da quelle, altre appariranno su Topolino già quest’anno. Diciamo che nel 2021 avrei in testa di fare qualcosa che sia legato anche al mondo delle pubblicazioni estere.

E Marco Rota? Una storia italiana inedita?

Sì, il Maestro sta lavorando ad una storia, la sta disegnando, ma la mia ambizione è di fargli fare anche delle cose scritte da lui. Ha una capacità narrativa molto importante, secondo me, ed è stato un onore poterlo ospitare nelle pagine di Topolino. Sono incredibili l’entusiasmo e la voglia con cui si è messo in gioco, cominciando a rivedere per prima Ingorgopoli, una sua storia che era rimasta ferma da un sacco di anni. Ora sta lavorando ad una sceneggiatura nuova e sicuramente rivedremo anche un Rota non solamente Egmont, ma Panini. Tra l’altro sta lavorando anche a un progetto di un gadget dell’estate, quindi…

Un ritorno in grande stile

Una domanda sulla testata che uscirà a breve sulle Giovani Marmotte. Da dove è nata questa voglia di riproporre una testata a parte con questi personaggi? È una tua idea?

Per Qui, Quo e Qua ho una predilezione, questo ormai si è capito, no? Anche il tema delle Giovani Marmotte mi è sempre piaciuto tanto. Quando ero piccolo il Manuale era una sorta di Bibbia che speravo mi trasformasse in un esploratore. Poi facevo dei disastri per casa, perché cercavo di inventarmi dei nodi, delle cose… Credo, come ho anche scritto in un editoriale che deve uscire, che in un mondo come quello di oggi, dove il virtuale e il digitale sono imperanti, il tentativo di riportare a una dimensione più open, fatta di escursioni, di esperienze anche tattili con la natura, con i profumi, gli odori, sia qualcosa di interessante.

Poi mi rendo conto che esce nel momento più sbagliato in cui siamo tutti chiusi in casa, c’è un’ironia cattiva in tutto questo. L’idea era quella di affiancare alle storie 20-30 pagine di rubriche sull’escursionismo, sul trekking, sugli animali, su come fotografarli… Insomma un po’ di esperienze ad uso e consumo di un pubblico abbastanza giovane, con il linguaggio di Topolino, che possa essere il Manuale delle Giovani Marmotte del 2020.

Allora io imparavo il linguaggio Morse e a costruire la tenda dei pellerossa; oggi queste cose non si fanno più, però c’è un’altra modalità di entrare in contatto con la natura, col verde, che male secondo me non fa.

A tal proposito Francesco chiede: «Per le Giovani Marmotte vedremo ristampate anche le storie della collana degli anni Novanta?»

Sì, alcune sì.

E, domanda mia, ci saranno inedite italiane su questa testata?

Per adesso no.

Cercherete di fare qualcosa in parallelo su Topolino?

Certo, su Topolino partirà una saga un po’ rivoluzionaria delle Giovani Marmotte. Ci siamo un po’ divertiti a raccontare ex novo il loro mondo, cercando di ambientarlo in un contesto che sia verosimile per i giorni nostri, con personaggi che siano più approfonditi: le Giovani Marmotte partiranno per una spedizione lontano, ci saranno un po’ di problemi dal punto di vista organizzativo, Qui, Quo e Qua ci metteranno del loro… sarà una storia abbastanza forte secondo me. Francesco D’Ippolito ne è l’artefice, oltre che delle copertine del Manuale. La storia sarà in quattro puntate e partirà proprio nel numero in cui Topolino avrà in allegato il Manuale, il 29 aprile.

Il primo numero della

Il primo numero della “seconda serie” di Papersera, una minicollana davvero peculiare

Sempre parlando di testate parallele, il Papersera come sta andando? Si conclude con la quarta uscita delle Cronache?

Io spero di no. Sta tenendo ed è una cosa che forse ha dell’incredibile. Chiaramente non è che fa dei venduti enormi ma ad oggi sono sufficienti per poter continuare a stare in edicola. Io mi auguro che dopo il quarto numero della seconda serie si possa magari riuscire a dargli un’ulteriore vita, un ulteriore spazio.

Ultimamente, sfruttando anche questo periodo di quarantena, ho ripreso a leggere I Grandi Classici Disney. Come sta andando questa testata? Vedo che ha parecchio potenziale anche per le storie che Luca Boschi sta recuperando dagli archivi riproponendole nella versione integrale, regalandoci una visione e una versione dei personaggi un po’ atipica ai giorni nostri. Ho visto soprattutto nell’ultimo numero un Paperone di Martina scatenato, con la pistola…

Diciamo che sui Grandi Classici abbiamo un minimo di libertà in più rispetto alle altre testate perché è pensata come una collana per collezionisti. Certe limitazioni sono più allentate su questa collana. Abbiamo anche aggiunto un disclaimer secondo cui le storie sono appunto come sono apparse a quei tempi e ne riflettono la sensibilità. Luca sta facendo un grandissimo lavoro di recupero e io cerco sempre di stimolarlo e di chiedergli di osare, di andare a scavare, di proporre delle cose che abbiano in qualche modo un valore collezionistico importante, di recupero, un po’ come ha fatto anche sul libro degli Archivi di Topolino.

Marco Rota firma la copertina dell'elegante variant del cinquantesimo numero dei Grandi Classici, un albo da collezione

Marco Rota firma la copertina dell’elegante variant del cinquantesimo numero dei Grandi Classici, un albo da collezione

La mission che gli ho dato è stata di trovarmi “le cose più mai viste da sempre”. Nonostante il bacino delle storie Disney, tanto utilizzato e ristampato più volte, sia molto vasto non è sempre facile trovare cose meno viste. A volte i lettori un po’ si lamentano, anche giustamente, che certe storie sono già apparse, magari quattro o cinque anni fa. Però è anche vero che pubblichiamo tanto, i lettori ci chiedono tante pubblicazioni e per quanto sia vasto questo catalogo non sempre è facile trovare cose che siano nuove. Ecco Luca su questo ha la licenza di trovare l’impossibile.

La settimana scorsa, in una live con Magro Disney e la Soffitta di camera mia, si parlava un po’ di questa testata e il discorso è nato da Newton Pitagorico: nel mio video di presentazione del personaggio, ho mostrato le prime storie in cui è apparso in Italia e chiacchierando mi sono chiesto perché I Grandi Classici non le abbiano riproposte in contemporanea all’uscita delle nuove storie, magari per aiutare il lettore a conoscere com’è nato il personaggio e in che storie è apparso su Topolino negli anni passati.

Credo che in questo caso il lettore sarebbe stato un pochino confuso, perché questo Newton è un Newton che non ha niente a che vedere con quello che è stato raccontato alcune volte nelle storie Disney. Il lavoro fatto su Newton è stato di cesura netta. Certo, abbiamo ripreso un vecchio personaggio ma di fatto quello di oggi è nuovo, con delle caratteristiche caratteriali, comportamentali e di ambientazione che non sono legate a quelle per cui è apparso nelle storie brasiliane o italiane. Però in effetti si poteva fare, non ci abbiamo pensato.

Magari può essere uno spunto, visto che sui Grandi Classici c’è un po’ più libertà di azione.

Ne parlo con Luca e glielo propongo.

[continua…]

Autore dell'articolo: Redazione Papersera

La redazione del Papersera è un profilo condiviso da più autori, utilizzato in caso di realizzazione di un lavoro a firma di più componenti della redazione.