Una modesta proposta per una nuova edicola disneyana

04 AGO 2020

Com’è noto, attorno a Topolino – la testata ammiraglia per eccellenza, per quanto riguarda il fumetto Disney in Italia – si sviluppa da molti anni un’intera galassia di periodici caratterizzati da diversi scopi, pubblici di riferimento, tematiche e quant’altro, con cicli di vita editoriale dalle alterne fortune.

Non ci interessa in questa sede analizzare le tappe storiche che hanno visto la nascita e l’evoluzione di determinate testate (ma per gli interessati si rimanda a due articoli su Lo Spazio Bianco, Le pubblicazioni Disney negli anni Novanta e Panini e la gestione delle testate Disney, e alla nostra sezione sulla storia delle pubblicazioni disneyane in Italia), quanto piuttosto osservare lo scenario attuale con cui si presenta lo scaffale-tipo delle edicole per quanto concerne l’angolo dei fumetti Disney, provando di conseguenza a formulare un’analisi di questo panorama e alcune proposte secondo noi migliorative del contesto. Il tutto naturalmente non vuol essere niente di più di una innocua “chiacchierata estiva”: nessuna pretesa di fattibilità, solo puro divertimento.

Cosa c’è in edicola nel 2020?

I primi anni di gestione Panini furono caratterizzati da un nugolo di periodici di varia tipologia: oltre al mantenimento di titoli forti già editi da Disney Italia vennero infatti varate diverse nuove testate, in alcuni casi anche rivolte ai lettori più esigenti e caratterizzate da interessanti redazionali di approfondimento.

Escludendo i prodotti più prestigiosi destinati al solo canale delle fumetterie, cosa è arrivato in edicola nel corso degli ultimi sei anni?

Topostorie, I migliori anni Disney, Tesori Disney International, Uack presenta Vita da Paperi: una prece

Topostorie, I migliori anni Disney, Tesori Disney International, Uack presenta Vita da Paperi: una prece

Senza scendere troppo nel dettaglio, le testate Panini che dal 2014 in poi sono apparse (e in molti casi scomparse) sono moltissime: Topostorie (2014-17), I migliori anni Disney (2014-18), Uack! e derivati (2014-18), PK Giant/PK2 Giant (2014-in corso), Disney Definitive Collection (2014-18, ripresa nel 2019), Disney Legendary Collection (2014-18, ripresa nel 2019), Disney Cinestory e Disney Cinestory Oro (2015-17), Disney Moviecomics Collection (2016-17), Pixar Moviecomics Collection (2016-17), Tesori Disney International (2016-18), I Grandi Classici Disney (2016-in corso), Paperinik (2016-in corso), Disney Gag (2017), L’altro Topo (2017-18), L’economia di Zio Paperone (2017-18), Mega Almanacco (2017-18), Parodie Disney Collection (2017-18), Tesori Made in Italy (2017-18), Disney Happy/Disney Compilation (2017-in corso), Topolino Junior (2018-19), Paperstyle/100% Disney (2018-in corso), Zio Paperone (2018-in corso), Disney Love (2019-in corso), I Classici Disney (2019-in corso), Disney Graphic Novel (2019-in corso?), Disney Mix (2019-in corso), Disney Special Events (2019-in corso), Le più grandi avventure (2019-in corso), Papersera/Cronache dal Papersera (2019-in corso), Topolino Fuoriserie (2019-in corso), Topomystery (2019-in corso), DuckTales (2020-in corso?), Il Manuale delle Giovani Marmotte (2020-in corso); l’unica testata varata sotto Panini con una sicura data di scadenza è stata Zio Paperone & Paperino, la prima versione nostrana della Don Rosa Library in venti volumetti brossurati distribuiti sia in edicola che in fumetteria (2017-19).

Tanta, troppa carne al fuoco.

È evidente, sul lungo termine questa strategia non ha pagato, portando nel giro degli ultimi anni alla repentina chiusura di molti di questi prodotti, che vennero accantonati oppure dirottati e ripensati per il canale delle fumetterie, ad oggi eletto come mercato pressoché esclusivo per volumi di lusso e per collezionisti (insieme alle fiere di settore, ovviamente, fondamentali prima dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19).

Seguendo questa logica, per esempio, Tesori Made in Italy, dopo sei numeri dedicati a Giorgio Cavazzano e quattro a Massimo De Vita è “rinata” come Disney d’Autore. Quella testata, come altre che condividevano lo stesso approccio, viveva infatti del grande compromesso (nel prezzo, nel formato, nella cura) tra il pubblico semplice e quello degli appassionati, finendo per non accontentare nessuno dei due e portando quindi a collane indecise sulla propria natura. Una scommessa interessante ma sostanzialmente fallita, nonostante abbia portato ad alcune iniziative di pregio, soprattutto nei primi anni dell’insediamento Panini.

L’edicola rimane quindi ora il baluardo del lettore casuale, quello non specializzato o “da treno/da spiaggia”, che dir si voglia: i ragazzini, innanzitutto, sempre primo e privilegiato target del fumetto disneyano, ma anche giovani e adulti desiderosi di una lettura d’evasione simpatica, leggera, senza troppe pretese e, in particolare, economica.

Attualmente possiamo trovare:

  • Paperino (la testata ormai più longeva, presente dal 1986)
  • Disney BIG (dal 2008)
  • Paperinik (continuazione di Paperinik Appgrade, dal 2016)
  • I Grandi Classici Disney (la seconda serie, dal 2016)
  • Zio Paperone (dal 2018)
  • Paper Fantasy (continuazione monografica di Tutto Disney con una numerazione propria, dal 2018)
  • I Classici Disney (la terza serie, dal 2019)
  • Papersera (dal 2019)
  • Il Manuale delle Giovani Marmotte (dal 2020)

A queste si affianca un florilegio di tante collane e sotto-collane tematiche che vanno sotto le varie etichette-ombrello utilizzate fin dagli anni Novanta per pubblicare strenne o volumi extra (Super Disney, Speciale Disney…), in alcuni casi rinominate o create ex novo (Disney Mix, 100% Disney…).

Le grandi sfide, ennesima frontiera dei vattelapesca Disney

Le grandi sfide, ennesima frontiera dei vattelapesca Disney

Quest’ultimo macro-caso fa della tematicità il suo punto forte: ogni albo è caratterizzato da un filone narrativo o da un tema che funge da filo rosso per le storie contenute, cosa che accadeva con questi “vattelapesca” (nomenclatura a marchio DOP – Denominazione di Origine Paperseriana!) già dai primi anni Novanta, ma che ora rappresenta un modus operandi frequente e ricorrente, andando a creare anche sequenze di albi connessi tra loro: quelli dedicati ai 90 anni di Topolino e agli 85 di Paperino (miniserie all’interno della collana Super Disney/Disney Team), oppure il recente progetto Le grandi sfide che si basa sulle contrapposizione “storiche” tra coppie di personaggi (Zio Paperone vs Rockerduck, Topolino vs Gambadilegno e via dicendo, sempre all’interno di Super Disney/Disney Team).

Nel complesso l’offerta, come si può notare, è piuttosto vasta… ma non la si può definire esattamente varia.

Disney BIG e I Classici Disney si cannibalizzano a vicenda per quanto riguarda il bacino di storie da cui attingono, nella stragrande maggioranza dei casi materiale pubblicato originariamente dalla fine degli anni Novanta in poi. Il tentativo di rilanciare la seconda reintroducendo la frame-story non è sufficiente a dare alla testata un quid in più e la decisione conseguente di sposare l’escamotage di un tema portante diverso per ogni numero la rende un clone superfluo anche dei vari one-shot di cui si accennava poco sopra.

Anche Paperino e Zio Paperone sembrano pestarsi i piedi vicendevolmente: quest’ultima è una delle poche idee dell’era Panini ad avere intrapreso un percorso che – seppur inizialmente accidentato nell’impostazione del formato e dei disegni di copertina – si dimostra apparentemente positivo e sicuro, senza dubbio grazie al fortissimo richiamo che il personaggio esercita sul pubblico. Ma in tal senso, verrebbe da chiedersi se non valga la pena costituire una testata dedicata genericamente al mondo dei Paperi.

Più difficile appare un ragionamento sulle varie collane-ombrello: il loro impianto tematico potrebbe farle apparire con una loro ragion d’essere specifica, ma nello specifico sono poche quelle che risultano realmente interessanti come concetto. Come richiamo alle quasi omonime pubblicazioni degli anni Novanta, Paper Fantasy – non a caso promosso a sé stante – ha un suo perché, Topomystery anche, andando peraltro a rinforzare la presenza sugli scaffali di Mickey Mouse, e in questo senso è buona anche l’idea del Manuale delle Giovani Marmotte. Tuttavia, i vari 100% (Avventura, Pigrizia, Vacanza, Risate, Fortuna…) o Le più grandi avventure (Storia, Spazio, Sport, Horror, Spettacolo…) sono delle raccolte da un tanto al chilo che peraltro hanno quasi sempre già conosciuto almeno una pubblicazione dal contenuto corrispettivo, vista l’universalità e l’inevitabile ciclicità di certi argomenti.

Ritorno al passato

Peculiare in tal senso il caso di The Best of: nato nella collana Più Disney nel 2016 come appuntamento semestrale per raccogliere le migliori storie di Topi e Paperi pubblicate su Topolino nel corso dell’anno precedente, a un certo punto è stato spostato tra i titoli di Disney Happy/Disney Compilation ed è stato convertito in una raccolta generica di storie legate da pretesti come le location calisotiane che fanno da sfondo alle avventure, quali la fattoria di Nonna Papera, il Club dei Miliardari o il Commissariato di Topolinia, reinterpretando così in una versione impoverita un concept intrigante. È peraltro interessante notare come in questo caso ci sia stata una transizione morbida tra le due collane: nel 2018 Disney Happy propose in parallelo i “suoi” The Best of con due volumetti dedicati alle storie inedite apparse su Paperino e su Paperinik Appgrade, prima di dedicarsi alle storie migliori di Topi e Paperi del decennio 2008-2018, un’altra possibile e felice alternativa che però ha evidentemente condotto alla formula attuale, meno legata alla produzione più recente di Topolino.

È interessante infine analizzare le cosiddette Special Edition, quei volumotti in cui il filo rosso è rappresentato dalla produzione di un singolo autore o di una coppia di autori, contemporanei e del passato, apertasi tra il 2017 e il 2019 a una fase dedicata a quattro personaggi secondari (Ok Quack, Ciccio agente GNAM, Bum Bum Ghigno, Dinamite Bla) curati ciascuno da un particolare fumettista (Carlo Chendi, Riccardo Secchi, Corrado Mastantuono, Fausto Vitaliano).

Topolino Black Edition, il volume capostipite delle Special Edition

Topolino Black Edition, il volume capostipite delle Special Edition

La collana nacque come idea decisamente vincente nel pieno del boom delle iniziative Panini: il primo numero, dedicato alle storie di Tito Faraci con Topolino e il Commissariato indiscussi protagonisti, si poneva come un Topolino Noir 3.0, riprendendo lo spirito del mitologico ed iconico volume edito da Einaudi nel 2000, a sua volta già ripreso e aggiornato nel 2006 da Mondadori con La nera di Topolino. Bene o male, la Special Edition è l’unico progetto di questo stampo sopravvissuto in edicola, pur attraverso diverse incarnazioni e fantasiose nomenclature.

Il set dei primi 8 albi fu mediamente molto buono se non addirittura eccellente, anche per quanto riguarda i commenti e gli approfondimenti contenuti. Tuttavia il progetto si è col tempo sfilacciato irrimediabilmente presentandosi spesso con selezioni non soddisfacenti e con un apparato editoriale ridotto al lumicino. La formula adottata negli ultimi volumi presenta un editoriale di apertura, le storie e una postfazione affidata all’autore protagonista o a un suo collega; il taglio delle pagine dalle iniziali 340 alle 292 attuali ha fatto il resto.

L’appassionato di lungo corso affamato di approfondimenti sulla storia del fumetto Disney può rivolgersi però a I Grandi Classici e a Papersera.

Mensile il primo, trimestrale il secondo, sono entrambe due testate valide, solide e interessanti: la prima, sotto la guida di Lidia Cannatella e Luca Boschi, si occupa di proporre storie e autori del lontano e glorioso passato insieme a numerose chicche per cultori; la seconda, grazie al lavoro di Francesco Gerbaldo, sfrutta il pretesto delle avventure ambientate nella redazione del quotidiano di Zio Paperone per riproporre la produzione americana e brasiliana degli anni Settanta, Ottanta e Novanta, portando inoltre per la prima volta in Italia alcune storie per noi inedite. Queste due testate, al momento, sono l’unico baluardo in edicola del fumetto Disney classico, ormai del tutto assente altrove, dove il focus risiede principalmente sulla produzione degli ultimi vent’anni.

Quale potrebbe essere la nuova edicola disneyana?

Con tutta l’umiltà del caso, e consapevoli del fatto di non avere conoscenze di costi e ricavi delle pubblicazioni Disney attualmente in commercio, esponiamo di seguito – per nostro svago estivo – una proposta di ottimizzazione del parco testate da edicola, che possa razionalizzare le ristampe secondo un criterio meno dispersivo e ridondante di quello che ci appare attualmente.

Come si accennava, Paperino e Zio Paperone potrebbero confluire in un’unica serie dedicata alle avventure dei due paperopolesi più illustri, senza porre limiti alla presenza da protagonisti anche degli altri Paperi, ovviamente.

La quarta reincarnazione del mensile dedicato al papero mascherato, con Mottura alle prese con le nuove copertine

La quarta reincarnazione del mensile dedicato al papero mascherato, con Mottura alle prese con le nuove copertine

In tal senso vi potrebbe trovare posto anche Paperinik, ma qui siamo consci del fascino che il vendicatore mascherato esercita da decenni su tanti lettori. Prova ne è la persistenza continuativa di un mensile a lui dedicato dal 1993 ad oggi, quasi senza pause, oltre alla collana cronologica in corso d’opera per Giunti allegata al Corriere della Sera e alla Gazzetta dello Sport. Ha senso tenere in vita il suo giornale.

Volendo, si potrebbe provare a realizzare qualcosa di analogo anche per il mondo di Topolinia, nonostante il minore appeal di Mickey e soci presso il pubblico generalista, magari puntando sul personaggio più simpatico del cast topolinese: Pippo. Oppure, rispondendo puramente al sirenico richiamo della nostalgia canagliona, si potrebbe riprendere l’attuale ciclo di Topomystery, strappandolo dal ghetto dell’uscita stagionale.

Un’altra testata potrebbe essere l’immarcescibile Disney BIG, anch’esso graziato da un’ormai lunga vita editoriale: a lui il compito di raccogliere un alto numero di storie a un costo conveniente, la classica pubblicazione che privilegia la quantità alla qualità, ottima per andare incontro a chi deve affrontare un lungo viaggio o, in generale, a chi vuole leggere tanto senza spendere troppo. Ha una sua funzione, insomma, che riconosciamo e per la quale lo manterremmo in vita. Tutto però ha un costo e, in questo crudele gioco della torre, toccherebbe eliminare I Classici Disney che, a dispetto del loro glorioso passato, non sembrano avere più nulla da dire.

Una testata come I Grandi Classici costituisce sicuramente l’elemento storico necessario, trincea finale per un certo tipo di fumetto Disney in edicola, e in quanto tale deve rimanere ben presente sugli scaffali dei giornalai. È un contraltare meno ricercato ed elitario rispetto ad analoghi prodotti da fumetteria (come Gli Archivi di Topolino) ma nondimeno significativo e importante, soprattutto per qualità, diffusione e prezzo.

Papersera, un felice esperimento... che possa essere un antipasto per nuove collane dedicate alle storie non italiane?

Papersera, un felice esperimento… che possa essere un antipasto per nuove collane dedicate alle storie non italiane?

Come si diceva, anche Papersera è una pubblicazione assai valida, ma la nostra proposta sarebbe quella di un upgrade: trasformarla in mensile facendole fare il salto di qualità, abbandonando la tematica non infinita del giornalismo e rendendola la testata d’elezione per il materiale internazionale contemporaneo, gravissima assenza da ormai troppi anni nell’offerta disneyana. Nei nostri piani dovrebbe continuare a riproporre storie dei decenni passati (brasiliane, danesi, olandesi, americane…) uscendo però dagli uffici del quotidiano paperopolese e aprendosi a tanti altri argomenti, senza dimenticare un angolo – più ampio di quello presente in Papersera, pensiamo ad almeno metà albo come nel Manuale delle Giovani Marmotte – per ospitare storie inedite, spaziando tra recenti e meno recenti, provenienti da tutto il mondo (ovviamente selezionate con criterio pescando dal meglio della produzione estera).

Insomma, qualcosa di profondamente diverso dall’esperimento tentato con la riesumazione del Mega Almanacco nel 2017, un’idea che ricordava fin troppo l’estetica anni Ottanta sin dalle copertine, semplici riproposizioni di disegni di Marco Rota di trentacinque se non addirittura quaranta anni fa. La speranza è quella di rivedere in edicola, invece, un erede del Mega di grande formato allestito nel 2006, purtroppo naufragato nel 2008.

Per quanto riguarda i “vattelapesca”, la nostra impressione è che serva una bella sfoltita, dato che la situazione attuale appare eccessiva e frammentata. L’ideale sarebbe una regolamentazione che continui a sfruttare singoli temi con cui legare le storie in ristampa, ma senza la dispersione data dalla moltitudine di sotto-etichette attuale: due, massimo tre one-shot tematici all’anno, più eventualmente una miniserie di quattro albi (come Topomystery) da usare nei mesi estivi.

Tirando le fila avremmo, oltre a Topolino: Paperopoli, Topolinia, Paperinik, Disney BIG, I Grandi Classici, la testata di materiale internazionale, due/tre one-shot, una miniserie di quattro albi.

In questo modo verrebbero raccolti sotto un numero ristretto e ordinato di proposte i tanti aspetti del fumetto disneyano e le diverse esigenze del pubblico-tipo delle edicole.

Una gestione più contenuta che potrebbe anche garantire una maggiore cura per ogni testata e albo, sia nella selezione di storie sia nella realizzazione del prodotto in tutte le sue parti.

Non siamo in grado di dire quanto questo piano possa essere sostenibile, sensato e vantaggioso economicamente rispetto alla situazione attuale (specie rilevando quanto sia pratica diffusa presso tutti gli editori quella di affollare il mercato con quanti più titoli possibili), ma d’altronde non eravamo interessati all’eventuale fattibilità delle proposte, quanto piuttosto a fare un po’ di fantaeditoria ragionando più con il cuore da appassionati che con un cervello da marketing.

Autore dell'articolo: Andrea Bramini

Andrea Bramini, detto Bramo, nasce a Codogno nel 1988. Dopo avere frequentato un istituto tecnico ed essersi diplomato come perito informatico decide di iscriversi a Scienze Umane e Filosofiche all'Università Cattolica del Sacro Cuore, dove a inizio 2011 si laurea con una tesi su Watchmen. Ha avuto esperienze professionali nell'ambito delle pubbliche relazioni e come segretario. Appassionato da sempre di fumetti e animazione Disney, ha presto ampliato i propri orizzonti imparando ad apprezzare il fumetto comico in generale, i supereroi americani, le graphic novel autoriali e alcune serie Bonelli e affini. Scrive di queste passioni su alcuni forum tematici e principalmente per il sito di critica fumettistica Lo Spazio Bianco, nel quale ricopre la carica di caporedattore.

Autore dell'articolo: Davide Del Gusto

Sono cresciuto a pane, letteratura, storia e fumetti. Paperseriano dal remoto 2004, colleziono, leggo, recensisco e mi diverto con l'editing di questo sito. I miei indiscussi numi tutelari tra i fumettari sono Carl Barks, René Goscinny e Albert Uderzo, Floyd Gottfredson, Hergé, Vittorio Giardino, in rigoroso ordine sparso.

1 commento su “Una modesta proposta per una nuova edicola disneyana

I commenti sono chiusi