Definitive Collection Extra 35 – DoubleDuck 6

07 MAG 2021
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Chi scrive deve confessare il proprio ritardo nel recensire il nuovo volume della Definitive Collection Extra. Un inconveniente dovuto non a personale negligenza, ma alla difficoltà di reperire l’albo attraverso l’abituale canale dell’edicola: solamente l’ordine in fumetteria mi ha consentito di recuperarlo senza ricorrere all’acquisto online direttamente presso il sito dell’editore.

Da questo fatto scaturisce una piccola riflessione. Quando nel marzo di due anni fa Panini comunicava la prosecuzione della collana attraverso una rarefazione temporale delle uscite, tale notizia veniva accolta positivamente, poiché metteva il lettore nella condizione di poter completare le serie in corso di pubblicazione. Tuttavia, si fatica oggi a comprendere quanti appassionati possano essere raggiunti da questa lodevole operazione, nel momento in cui i volumi vengono distribuiti tagliando il più tradizionale approdo del fumetto popolare.

I numeri, evidentemente già bassi, non potranno che calare; viene quindi naturale domandarsi per quanto possa valere la pena per l’editore continuare su questa strada. Per il momento, comunque, in terza di copertina troviamo il puntuale annuncio delle prossime uscite della testata, a scongiurare una eventuale imminente interruzione.

Archiviata la lunga premessa, non resta ora che dare uno sguardo al sesto volume dedicato alle avventure di DoubleDuck, un balenottero di 240 pagine che ci offre stavolta due storie lunghe, apparse entrambe divise in quattro episodi all’epoca della loro prima pubblicazione su Topolino nel 2012.

Una citazione “a sorpresa” a Colazione da Tiffany…

Nella prima, La macchina delle nuvole, Fausto Vitaliano spedisce DoubleDuck in giro per il Nord Europa a impedire l’utilizzo di un’arma in grado di sconvolgere definitivamente il clima del pianeta. Una trama classicissima che si dipana fra inseguimenti effettuati con ogni possibile mezzo di trasporto e canonici capovolgimenti di fronte, senza rinunciare alla consueta dose di ironia. L’unica variazione sul tema è data dalla “Bond girl” al fianco di Paperino, una bionda papera dall’aspetto più acqua e sapone rispetto alla più avvenente e collaudata Kay K.

A questa storia è dedicata anche la copertina inedita, realizzata da Francesco D’Ippolito, terzo disegnatore chiamato all’opera sulle cover della serie nonché unica matita presente in ambedue le storie qui ristampate.

Ben più riuscita è però la seconda avventura dell’albo, Codice Olimpo, in cui Francesco Artibani muove la coppia di agenti segreti paperopolesi nella contemporanea cornice dei Giochi Olimpici di Londra.

Sono due gli elementi più significativi di questa storia. Innanzitutto, la narrazione si poggia principalmente sul tentativo da parte di una nazione bellicosa di sfruttare la massima vetrina sportiva per il proprio posizionamento mondiale. Il potenziamento degli atleti durante le competizioni olimpiche ha un nobile precedente nel mondo disneyano, ma qui risulta inserito in un contesto molto realistico: siamo di fronte alla proposizione fittizia di un doping di Stato, una pratica però che trova purtroppo un concreto riscontro anche nella nostra società.

… ed una citazione, seppur edulcorata, all’Agente 007!

L’altro aspetto, invece, porta ad evidenziare come la nazione bellicosa di cui sopra non venga creata ex novo, ma identificata nella Belgravia già incontrata in più di una occasione in PKNA. Un sottile elemento di continuity che, oltre ad accattivarsi le simpatie degli appassionati, rivela la visione dell’universo Disney dello sceneggiatore, non fatto di compartimenti stagni e paralleli, ma al contrario unico e organico, che troverà per certi versi il suo compimento in Timecrime.

Tirando le somme, dunque, le due storie svolgono bene il compito di offrire una lettura piacevole… a chi sarà in grado di recuperare il volume.

Autore dell'articolo: Federico Pavan

Sabaudo di nascita, romano d'adozione e veneto per amore, leggo fumetti da quando ero bambino e non ho ancora smesso! I miei preferiti: Tex, Asterix, Lucky Luke, Corto Maltese, Mafalda… ma Topolino resta il compagno di viaggio più fedele, una passione che mi ha portato a conoscere il Papersera (e a incontrare tanti amici e una splendida sposa) lungo tutto lo stivale italiano. Il mio idolo disneyano di sempre è Romano Scarpa, ma non posso dimenticare l'emozione del mio primo raduno, nel quale ho avuto la fortuna di incontrare due miti come Don Rosa e Carlo Chendi.