Topolino 3369

23 GIU 2020
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Seppur relegata in fondo all’albo, Star Top III – La prima direttiva è la storia di punta di questo numero. Dopo quattro anni, quindi, ecco nuovamente le avventure dell’equipaggio dell’astronave Enter Play e già da questa prima puntata sembra un ritorno piuttosto felice.
L’episodio è molto liberamente ispirato a Dominati da Apollo, uno dei più iconici della serie classica di Star Trek ed Enna mette in scena una gradevole vicenda condita con le giuste dosi di umorismo e avventura. Soprattutto a funzionare è il cast: ognuno dei tanti personaggi coinvolti ha il suo ruolo, la sua parte di riflettori e sono tutti funzionali allo sviluppo della trama.

Rispetto all’originale di riferimento, l’autore lascia da parte quelle che erano le riflessioni sul progresso della civiltà preferendo piuttosto concentrarsi sul passato del capitano Tirk e sul suo rapporto controverso col padre, elemento, questo, che è già stato al centro delle precedenti serie. Insomma, visto anche il buon lavoro di Limido, le premesse per una riuscita ottimale ci sono tutte.

Nel complesso il Topolino è buono, decisamente sopra la media dell’ultimo periodo.

Prosegue bene la saga “europea” di Nucci, che ha tutto quello che è mancato alle ultime storie legate a eventi sportivi: una trama semplice ma che sa essere anche intrigante, un gran numero di personaggi che però non si pestano i piedi, sottotrame che aspettano solo di potersi rivelare a pieno… Considerato che calcisticamente parlando si era reduci da Papertotti & co. e anche con altre discipline il risultato non era stato indimenticabile, fino ad ora Il torneo delle cento porte è una bella sorpresa. Uno dei suoi punti di forza è quello di non dipendere strettamente dal calcio, a tenere desta l’attenzione sono soprattutto le dinamiche e le interazioni tra i personaggi. Lo sceneggiatore li gestisce molto bene, evidenzia i loro malumori, indaga sulle loro debolezze, sembra accantonarne qualcuno salvo poi offrirgli il riscatto al momento giusto come con Paperino e Quo. È una bella storia che si fa leggere e rileggere e che speriamo possa mantenersi su questi livelli fino alla fine.

Quello che manca a questo numero è probabilmente una valida storia d’apertura: Zio Paperone e la comoda tentazione è un’avventura carina, che insegue suggestioni romantiche del tempo che fu usando anche un dizionario un pochettino meno banale di quello a cui si è abituati da tempo. Le manca però un po’ di sostanza, trascinandosi eterea tra ricordi e insoddisfazioni, pagina dopo pagina: quel finale abbastanza frettoloso e apparentemente improvvisato sembra proprio un tentativo in extremis di irrobustire una vicenda che altrimenti rischiava di restare irrisolta. Ai testi di Gaja Arrighini si accompagnano i disegni di Nicola Tosolini, fortissimamente condizionati dal nuovo corso imposto dall’art director Freccero.

Tra le rimanenti storie, ancora un recupero tra le inedite italiane di Rota (decisamente fuori forma in questa occasione) e una divertente (finalmente) prova della coppia Salati/Faccini: in questo caso il disegnatore genovese è accreditato anche come soggettista e sceneggiatore e sarebbe interessante sapere quanto questo abbia influito sulla parte centrale della breve storia, a tutti gli effetti un piccolo cortometraggio a fumetti.

Completano il volume una intervista al violoncellista Luka Šulić dei 2Cellos, un breve approfondimento relativo alla storia del Torneo delle cento porte e un ricordo della celeberrima semifinale Italia-Germania allo stadio Azteca, svoltasi esattamente 50 anni fa.

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"