Topolino 3374

25 LUG 2020
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Dopo il numero un po’ spento della scorsa settimana, su Topolino 3374 la qualità delle storie torna ad assestarsi su buoni livelli, trascinata da due profili autoriali sì contrapposti ma entrambi in grado di sfornare storie accattivanti ed istruttive: sto parlando in particolare della seconda prova da autore completo di Claudio Sciarrone, che attira l’attenzione sul suo Fast Track Mickey, e della nuova puntata della serie Zio Paperone e l’alta finanza di Alessandro Sisti, che dall’alto della sua esperienza segue il nobile filone delle storie didattiche su Topolino, intrattenendo e insegnando anche qualcosa ai lettori.

Ma andiamo con ordine partendo dalla esplosiva copertina disegnata da Giorgio Cavazzano e colorata da Max Monteduro: viene introdotta la saga di Sciarrone e il noto roditore viene rappresentato con un bolide dietro le spalle, con lo sguardo cazzuto e con la mano che indica, stavolta, sé stesso.

Fast Track Mickey ha tutte le carte in regola per risultare un’ottima storia. Claudio Sciarrone dimostra di avere familiarità con i ritmi della sceneggiatura, andando a comporre un quadro introduttivo per una vicenda che sembra essere interessante: dei vandali distruggono il cantiere della nuova tangenziale di Topolinia, utilizzandolo come pista per corse automobilistiche clandestine. Sarà Topolino a doversi “mettere in gioco” su questi bolidi. Interessanti e diversi gli spunti di riflessione: la modernità che è ben inserita all’interno della trama e nel mondo cittadino topolinese (vedi il protagonista che usa l’assistente vocale), un buon rapporto fra i vari personaggi, l’ottima idea di utilizzare Orazio, entusiasta, divertente e divertito come raramente avvenuto in passato. In un certo senso il parallelo con la saga di Fast and Furious è inevitabile, ma la storia prende la direzione di una sua autonomia stilistica che non fa pensare alla semplice parodia. La prima puntata è piuttosto interlocutoria, ma a me piace molto quando una storia si prende i suoi tempi, senza “accelerare” troppo, almeno per ora. Buoni i disegni.

Molto buona anche Zio Paperone e l’azione risolutiva, di Sisti e Mangiatordi. Il focus economico questa volta è incentrato sulle Società per azioni, e anche stavolta il buon Sisti fa centro, riuscendo a scrivere una storia allo stesso tempo didascalica e divertente. Devo dire che negli ultimi numeri ho notato una sovrabbondanza di riferimenti alla giovinezza di Paperone, ma in questo caso il richiamo ai tempi del Klondike è parte integrante e funzionale della trama e il riferimento non appare forzato. Mangiatordi è, come sempre, una garanzia di qualità.

Detto delle due protagoniste indiscusse del numero, rimangono altre quattro storie: Pippo e la soluzione gommosa (Fontana/Piras) è poco più di una gag allungata; Gastone sapiente per caso (Giunta/Bigarella) ruota invece attorno alla classica trama di commedia degli equivoci e non spicca particolarmente se non fosse per la balzana idea di mettere un paio di occhiali a Gastone e, soprattutto, per gli ottimi disegni dell’esordiente Bigarella, citato anche da Bertani nel suo editoriale, che affondano nella tradizione ma allo stesso tempo sembrano avere uno stile personale che non si appiattisce su quello, particolarmente abusato in questo periodo, dell’art director Freccero.

Panaro dal canto suo ripercorre il filone di storie in cui Paperino eccelle in qualcosa, fornendo una prova di sceneggiatura abbastanza solida, con il tratto peculiare di Carlo Limido. Conclude il numero un altro episodio di Zio Paperone e i tesori del Grande Blu di Sisto Nigro, che ritrova ai disegni il tratto classico di Valerio Held: canovaccio piuttosto classico in cui si fanno notare alcune riuscite punte di ironia riguardanti il personaggio di Paperone.

Autore dell'articolo: Matteo Gumiero

Costretto a scrivere qualcosa in questo spazio, sono ingegnere, non amo scrivere ma in compenso mi piace leggere. Fumetti, soprattutto.