Glénat & Disney: Mickey et l’océan perdu di Denis-Pierre Filippi e Silvio Camboni

24 SET 2020
Voti del fascicolo: Recensore: Medio: (11 voti) Esegui il login per votare!

Scrivere di una storia Disney inedita francese, pensata per il mercato delle librerie e delle fumetterie d’Oltralpe, vale a dire un mondo diverso da quello italiano, non è semplice. Una premessa è necessaria per poter spiegare, brevemente, le differenze tra due Paesi così vicini ma così distanti riguardo l’approccio al fumetto.

In estrema sintesi, generalmente l’Italia concepisce il fumetto come una lettura semplice, leggera, per un pubblico infantile e/o di adolescenti, economica e in formati editoriali spartani, con poca attenzione verso gli autori. In Francia è l’esatto opposto. La BD – la bande dessinée – è un genere ben preciso e autonomo, con spazi enormi in libreria, proposto spesso in cartonati di pregio e di ampio formato, con venerati autori messi accanto agli scrittori tradizionali, grandiosi battage pubblicitari e svariate sinergie con altri ambiti commerciali e artistici.

Quando nel 2016 Glénat, un importante editore francese già detentore dei diritti Disney per il circuito librario, propose alla casa americana di realizzare una serie di volumi con diversi autori grazie ai quali uscire dai soliti schemi si trattò di una vera novità. Eppure, la Disney apprezzò molto l’idea e, pur mantenendo i tradizionali e ovvi limiti – niente violenza, sesso e religione –, si dimostrò interessata a utilizzare gli standard characters in scenari insoliti, con sceneggiature e disegni maturi ed estranei allo stile disneyano. Il risultato, ad oggi, sono dodici volumi cartonati firmati da celebri autori come Loisel, Cosey, De Poortere e Tébo. Non mancano alcuni italiani già da tempo sul mercato francese, come Fabrizio Petrossi e Silvio Camboni. Proprio quest’ultimo, sui testi di Denis-Pierre Filippi, ha disegnato un nuovo volume appena uscito in Francia, sostenuto da un’imponente campagna promozionale: Mickey et la terre des anciens. Prima però, i due avevano realizzato il volume uscito nel 2018 che stiamo per recensire.

La coppia aveva già lavorato per tanti anni insieme, con svariate opere di loro creazione (tra cui la bella serie Le voyage extraordinaire, in corso di realizzazione e arrivata al settimo volume), per cui non appare strano vederli a lavoro su Topolino. Camboni poi, ha studiato all’Accademia Disney di Carpi nel 1988-90, lavorando in maniera continuativa per Topolino fino al 2006 e realizzando storie anche per testate come X-Mickey e MMMM. Successivamente la sua presenza sarà più sporadica, dato il suo affermarsi nel mercato francese.

Qui comincia l'avventura...

Qui comincia l’avventura…

Di che cosa parlano le 56 tavole di L’ocean perdu? Si tratta di un’avventura di Topolino, Minni e Pippo in un mondo alternativo, fieramente steampunk, in cui tutti sono alla ricerca di un’alga dalla forte carica energetica. Le prime tre pagine sono ricche di dialoghi pieni zeppi di termini scientifici, di dettagli tecnologici, di minuzie tecniche, in cui capiamo subito come il trio sia una squadra con un lavoro preciso. Già si vede un approccio concreto alla realtà: i personaggi sono definiti e non artefatti. La scena si sposta poi sott’acqua, e abbiamo subito un pericolo ben preciso, dovuto alla limitata autonomia del respiratore dello scafandro, mentre i dialoghi risultano serrati e genuini. La storia poi prosegue, tra navi volanti e l’inserimento di nuovi personaggi – Gambadilegno, Enigm, Plottigat – che cambiano il corso della vicenda.

Effettivamente, il volume si può tranquillamente dividere in due parti, prima e dopo un evento fondamentale per la storia – che qui evitiamo di rivelare. Questa idea risulta davvero vincente perché mette Topolino (e il lettore) in una situazione del tutto nuova e intrigante. Questo stacco netto è ben rappresentato da una incredibile doppia tavola in cui personaggi appaiono con lo stile grafico degli anni Trenta.

La storia prosegue in maniera veloce, con qualche semplificazione per sveltire la trama, ma arrivando comunque al punto. Il trio è ben rappresentato, con una Minni prudente e saggia e un Pippo acuto e spiritoso, ma mai demenziale. Il finale coinvolge l’oceano perduto del titolo, e risulta decisamente emozionante.

Se Filippi scrive dialoghi veri e concreti, Camboni realizza paesaggi maestosi, in cui i dettagli – molteplici – non risultano mai invasivi. Le doppie tavole in cui si inseriscono le vignette, i panorami lussureggianti di vegetazione, i layout ariosi e movimentati, non coprono mai i personaggi, che restano sempre ben definiti, a partire dagli abiti steampunk – bombette, occhiali con tre lenti e via dicendo. I colori di Jessica Bodart e di Gaspard Yvan valorizzano il disegno, con una palette cromatica che esalta i ghiacci del polo e il verde della giungla.

In definitiva, si tratta di una storia più che valida, matura ed emozionante, con un colpo di scena inaspettato e davvero interessante. L’unico limite sta nelle numerose potenzialità nascoste: non tutto viene spiegato di questo mondo, e le tavole risultano strette. Il volume è decisamente autoconclusivo e funziona perfettamente, ma non nascondiamo il fatto che ci piacerebbe conoscere di più.

Paragrafo a parte riguardo alla confezione editoriale. Si tratta di un volume lussuoso e raffinato, di grande formato (24 x 32 cm), la costa telata e la copertina con colori in rilevo. La carta utilizzata è di alta grammatura, ruvida. Il rapporto qualità/prezzo è eccellente, per un prodotto di qualità decisamente maggiore rispetto alle nostrane Deluxe o ai Fuoriserie (che al confronto risultano cartonati piuttosto miseri). Il consiglio, per chi sappia un po’ di francese, è di recuperare al più presto questa perla.

Aggiornamento 8 maggio 2021: Panini Comics ha felicemente deciso di tradurre in italiano e stampare questa eccezionale storia, inaugurando la testata Disney Collection, che dovrebbe pubblicare nel tempo altri volumi di Glénat, a partire da quello di Petrossi e il secondo di Camboni. L’edizione italiana presenta una colorazione leggermente più scura e una carta più leggera rispetto all’edizione francese. In compenso, sono presenti ben nove pagine di extra, ovvero disegni inediti, schizzi, storyboard e altro materiale di lavorazione con commenti personali di Camboni. Materiale decisamente interessante, che rende l’edizione italiana un ottimo complemento a quello francese. La prefazione scritta dal direttore di Topolino Alex Bertani risulta felice e condivisibile. Un piccolo appunto riguardo l’ultima riga dell’introduzione al volume: la terre des anciens, pur condividendo i testi di Filippi, i disegni di Camboni e i colori di Bodart e Spano, non è affatto un seguito dell’oceano perduto. Nulla hanno in comune, se non la squadra creativa.

Inseriamo anche il topic del forum dove parlare dell’edizione italiana.

Infine, un piccolo bonus: una bella intervista a Camboni realizzata dagli amici dello Spazio Bianco.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.