Disney Special Events 21 – La musica lirica raccontata da Topolino

30 GEN 2021
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Nati inizialmente come una sorta di iniziativa collaterale al Salone del Libro di Torino, i Topolibri, dopo i primi numeri, si sono affrancati da tale manifestazione per presentarsi con una periodicità più varia e dedicandosi ad altri argomenti non strettamente attinenti alla letteratura.

Quindi dopo il cinema, la scienza, l’arte e lo spazio è la volta della musica, in particolare della musica lirica. Indubbiamente è una scelta felice perché si tratta di una selezione che mancava, almeno presentata come in questa occasione. Le storie selezionate, infatti, sono state tutte ristampate in passato, ma sempre classificate come parodie o inserite in generiche raccolte tematiche. In questo caso viene posto l’accento sul fatto che si tratta di avventure ispirate a specifiche opere liriche ed il volume è interamente dedicato a loro, senza “intromissioni” di altri generi.

La veste editoriale è molto buona: dimensioni di Topolino ma cartonatura e rilegatura delle grandi occasioni, copertina non originale ma comunque bella (firmata da Paolo Mottura) e arricchita da un effetto lucido del Topolino in primo piano e del titolo. Si tratta insomma di un prodotto che fa la sua figura in una libreria.

Ma lasciando da parte questi aspetti (comunque importanti per un articolo del costo di €6,90), veniamo ai contenuti.

In un certo modo il libro celebra anche Guido Martina, che è l’autore di quasi tutte le storie contenute, per l’esattezza di Paper-Damès e Celest’Aida, Paperin Caramba y Carmen Olè, Paperino di Bergerac, L’amorosa istoria di Papero Meo e Gioietta Paperina e Paperino e la piccola Butterfly.

Una mucca (racchia) innamorata di un papero e figlia di un altro papero che la sbeffeggia pubblicamente: poesia…

Pur trattandosi di lavori del suo ultimo periodo (tutti compresi tra il 1979 e 1981), danno comunque modo di apprezzare il suo particolare stile di scrittura: caustico, a tratti ruvido, scorretto (all’epoca non era un problema), dissacrante, ma anche capace di emozionare.

Sono tutte avventure piuttosto brevi, costituite da meno di 20 tavole in cui però lo sceneggiatore riesce a riassumere bene le vicende originali, a volte restando più fedele, altre mescolando in maniera più decisa gli elementi principali, a volte mantenendo il lirismo delle storie, altre preferendo un tono decisamente più scanzonato.

L’insieme è comunque riuscito, grazie anche alle matite di Giovan Battista Carpi e Romano Scarpa avviati verso l’apice della loro carriera di disegnatori (con una “intrusione” di Pier Lorenzo De Vita), e il volume si legge con gran piacere.

Topolino saluta Verdi come a suo tempo salutò Stokowski

Unica eccezione è la storia di apertura: Topolino e il codice armonico, scritta da Francesco Artibani e disegnata da Paolo Mottura, non è una rivisitazione di un’opera lirica ma appartiene al filone della macchina del tempo. Tuttavia entra a pieno diritto in questa selezione in quanto, con il pretesto di un’avventura nell’Italia postrisorgimentale con implicazioni sociali e politiche, ci porta nel mondo e nella musica di Giuseppe Verdi e di una delle sue opere più famose, l’Aida.

Il volume è completato ed arricchito da diversi apparati redazionali.

In primis, una prefazione di Beatrice Venezi, giovane direttore d’orchestra che dirige – tra le altre – l’Orchestra della Toscana, introduce il tema della raccolta cercando di avvicinare i lettori a un mondo che può apparire ostico e desueto ma che in realtà è assolutamente attuale.

Francesco Gerbaldo firma invece l’articolo introduttivo sulla lirica nel fumetto Disney e le schede di tutte le storie dove, oltre a cenni sulle opere originali e sulle rispettive parodie, trovano posto anche curiosità e altre informazioni utili per orientarsi nella lettura.

In definitiva un buon volume, con storie che meritano di essere conosciute, raccolte in maniera organica, ricca e in una veste molto elegante

Paperina-Rossana non si è ritirata in convento e Paperino-Cyrano non è morto, ma il finale della storia di Martina non è meno malinconico di quello originale

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"