Gli anni d’oro di Topolino 7

03 MAG 2010
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Che meraviglia! Ora si inizia a fare sul serio con le sceneggiature “drammatiche” di Bill Walsh! Oltre a “Topolino nella II Guerra Mondiale”, dove il tema propagandistico è ancora centrale nella storia, ci sono tre storie che meritano il fregiarsi del titolo di “capolavoro”, se non per i disegni (Gottfredson in questi anni, secondo me, è in una fase di passaggio, che produrrà la perfezione stilistica dalla seconda metà degli anni quaranta) di certo per le sceneggiature.
Topolino e la cassetta elettronica” è la prima vera sceneggiatura di Bill Walsh, libero dai vincoli impostigli dal dover sviluppare delle storie di propaganda: le atmosfere noir proposte già da Merrill de Maris, vengono qui riprese esasperandole nel grottesco (il pipistrello di compagnia del dottor Zazzera) ma soprattutto acutizzando la pericolosità delle avventure, introducendo una reale pericolosità degli avversari, una mortalità non solo potenziale come nei tentativi effettuati precedentemente da Gambadilegno. Un evento in particolare di questa storia merita di essere sottolineato: il dottor Zazzera non viene imprigionato per i suoi crimini, ma viene invece utilizzato dal servizio segreto per le sue indiscutibili doti di inventore, rendendo più sottile ed incerto il confine tra il bene e il male; è un “colpo” alla purezza e all’entusiasmo di Mickey.
Topolino e l’isola della morte” rappresenta un deciso cambiamento di rotta nel mondo di Topolino: l’avventura si svolge come un viaggio nel tempo, nel sedicesimo secolo, dove riappare Gambadilegno (nei panni di Capitan Barbone) di nuovo con la sua gamba in legno e dove per la prima volta assistiamo alla morte di uno dei protagonisti dell’avventura, ed anche se il tutto alla fine sembrerà essere un sogno, il lettore rimane quantomeno dubbioso a causa del medaglione che pende ancora dal collo di Topolino. Molto particolari le scene di descrizione del mare misterioso che sembrano essere ispirate all’opera del poeta inglese S. T. Coleridge “La ballata del vecchio marinaio”, piene dello stesso timore per l’ignoto e per la natura che può anche rivelarsi ostile (come testimoniato dal gas venefico e dal mostro custode del tesoro). Infine merita di essere ricordata la figura della principessa bianca dell’isola, della quale Topolino, per l’ennesima volta dimenticatosi di Minni, s’innamora.
Topolino e le meraviglie del domani” è l’avventura dove vengono chiaramente definite le paure della società americana di fronte ad una guerra che sta ancora combattendosi: il futuro sembra essere pieno di meraviglie ed innovazioni tecnologiche, ma c’è la possibilità che un dittatore (qui rappresentato dal sempre valido Gambadilegno) possa impossessarsi di questo futuro, utilizzando il suo esercito di uomini-robot (che nella fattispecie rappresentano i nazisti). Nell’avventura il piano criminoso giungerebbe di certo a conclusione e Topolino verrebbe ucciso se non fosse per l’intervento di Mimì, la donna robot che paga il suo innaturale sentimento di amore verso Topolino sacrificandosi per lui facendogli scudo con il suo corpo. Nel corso dell’avventura incontriamo un altro dei sosia di Topolino (il primo è stato re Sorcio), che, specialmente nel momento in cui viene accettato (con entusiasmo) da Minni aggrava la già latente crisi d’identità di Mickey. Capolavori, insomma: nessuna scusa per lasciarlo in edicola!

Autore dell'articolo: Paolo Castagno

Sono appassionato lettore e collezionista di fumetti Disney sin da quando ho imparato a... guardare le figure. Il Papersera - sia il sito sia l'associazione - sono per me motivo d'orgoglio!