Gli anni d’oro di Topolino 10

24 MAG 2010
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Poco da dire: uno dei migliori numeri della serie, si parte con le ultime brevi del periodo, per poi affrontare, tutte di fila, le prime storie di Eta Beta: da “Topolino e Eta Beta, l’Uomo del 2000” a “Topolino, Eta Beta e la Spia Poeta”, una carrellata di capolavori memorabile, e non finisce qui!
Non so nemmeno se abbia senso recensire un volume del genere tanto e’ importante nella storia del fumetto e tanto ne e’ opportuno l’acquisto, pero’ mi piace mettere i miei commenti sulle storie che contiene, a cominciare proprio da “Topolino e Eta Beta, l’Uomo del 2000“, l’avventura con la quale si apre l’ultimo grandissimo ciclo delle avventure di Mickey Mouse. Nelle storie a continuazione pre-belliche avevamo lasciato Topolino già sulla via della maturazione psicologica. Il Mickey che ci si presenta oggi è profondamente diverso da quello, è adulto, maturo, disincantato e alieno dai miti roosveltiani dei suoi primi anni. à il Topolino che ha vinto la guerra, ma anche grazie alla bomba di Hiroshima, è un Topolino che ha raggiunto la consapevolezza della morte e che ha provato delle pulsioni sessuali per le comprimarie delle sue avventure. Probabilmente, però, è anche un Topolino stanco, incapace di auto-motivarsi all’avventura e dunque bisognoso di un elemento forte ed alieno al suo mondo per poter ancora sostenere con successo il suo ruolo predominante nelle strisce quotidiane. E l’elemento alieno per eccellenza fa la comparsa sulle strisce della serie il 26 settembre del 1947. Eta Beta proviene dal futuro, e rappresenta il campione di un’umanità migliore (utopistica) di quella dell’epoca: è probabilmente l’iniezione di fiducia che è in grado di dare a Topolino l’energia sufficiente per ricominciare la sua attività avventurosa, ma, ormai, con un ruolo diverso: non ha più il ruolo di catalizzatore degli eventi che si sviluppano attorno a lui, ma spesso ha quello dell’osservatore, limitandosi a riportare i comportamenti e le reazioni dell'”uomo” normale di fronte ai fatti di cui si trova ad essere testimone. Ormai la sua parte avventurosa ed imprevedibile è stata fatta assumere ad Eta Beta, assimilabile ad un alter-ego di Topolino che ne incarna la parte che il topo ha perso: quella più ottimistica, più disposta all’avventura fine a sé stessa.
Il set di quattro storie che precedono l’avventura dell’atombrello serve a delineare con maggiore chiarezza le capacità e le stranezze del nuovo amico di Mickey: Eta Beta prevede il futuro, dorme sul pomo del letto, è mortalmente allergico al denaro e si nutre di piume di piccione per poi passare alle palline di naftalina, o meglio ai pnickeled pkumquats. Inoltre ha un suo cucciolo, Flip il gangarone, ispirato al Jeep creato da E. C. Segar per Popeye e presumibile risultato di operazioni di ingegneria genetica, essendo composto da “parti” di vari animali: cane, volpe, unicorno, panda, drago, eccetera. Chiaramente un cucciolo come questo non può non avere una sua dieta specifica: si nutre difatti esclusivamente di manzanilli (misteriosi animali che solo i gangaroni possono vedere).
In “Topolino, Eta Beta e l’atombrello” ci si rende conto che la guerra fredda sta iniziando, e nuovamente i protagonisti dei fumetti vengono utilizzati come efficaci strumenti di propaganda. Il pericolo della bomba atomica, nonostante i proclami degli organi ufficiali, è sentito come reale, contribuendo a diffondere un senso d’insicurezza nella popolazione degli Stati Uniti che si sente minacciata all’interno del Paese (e forse lo stesso sentimento avrà un peso rilevante nell’affermarsi del maccartismo negli anni successivi). A garantire la tranquillità degli americani, così come quella di Topolino, pensò allora Eta Beta con la costruzione dell’atombrello: uno strumento che proteggeva chiunque lo indossasse da tutti i pericoli fisici, comprese le radiazioni nucleari. Anche in quest’avventura troviamo conferma di quanto il ruolo di Topolino si stia riducendo a quello di semplice osservatore: al momento del collaudo dell’atombrello viene utilizzato lui come cavia, essendo il meno importante del gruppo…
Il volume si conclude con “Topolino, Eta Beta e la Spia Poeta“, memorabile storia “politica” di Mickey: l’atombrello realizzato nell’avventura precedente potrebbe venir rubato dagli agenti di qualche potenza straniera, ed infatti Topolino ed Eta Beta si trovano subito a dover affrontare gli attacchi di un ben organizzato trio di spie che riesce a sottrarre loro il prezioso marchingegno. Durante lo svolgimento della storia assistiamo anche, nella migliore tradizione delle spy-story, alla disintegrazione di una di loro (Trucco) da parte di Eta Beta(!) e all’eliminazione di un’altra (Mirta) da parte della Spia Poeta; la stessa Spia Poeta si rivelerà essere in realtà il capo della polizia Sovietica, in possesso di insospettabili risorse come un disco volante (sul modello di quelli avvistati per la prima volta da Kennet Arnold nel 1947). Al termine dell’avventura la Spia Poeta sembrerà morire affogata a causa del peso delle medaglie sulla sua divisa che non gli consentiranno di risalire a galla… anche se ultimamente si è scoperto che le cose sono andate in maniera diversa
Concludo proponendo le sei stelle per questo volume, ma accontentandomi di darne solo 5, causa mancanza di tempo per modificare il software di gestione delle pagine dell’edicola! 😉

Autore dell'articolo: Paolo Castagno

Sono appassionato lettore e collezionista di fumetti Disney sin da quando ho imparato a... guardare le figure. Il Papersera - sia il sito sia l'associazione - sono per me motivo d'orgoglio!