Gli anni d’oro di Topolino 14

21 GIU 2010
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Il volume, sontuoso anche qesta settimana, di apre con “Topolino e il deserto del Nulla“: una storia di fantascienza che prende le mosse dalla presenza di Topolino e Pippo nel deserto alla ricerca di uranio, il nuovo miraggio della società statunitense che ha sostituito l’oro nelle mire dei cercatori. I due vengono intercettati da un robot che obbedisce agli ordini di Hoosat (una bella aliena che ricorda le figure disegnate da Alex Raymond nel suo Flash Gordon) e di suo padre; quando Topolino e Pippo sono sul punto di essere uccisi, di nuovo si utilizza il mito di Pocahontas per salvarli, ma stavolta è Pippo ad essere il prescelto da Hoosat, che lo trova bellissimo. Portati nello spazio i due riescono poi a fuggire ed a tornare sulla Terra, mentre il loro amico Magneto, fuggito con loro, preferisce continuare l’avventura spaziale da solo sentendosi un diverso, e temendo di non essere accettato. In occasione dell’arrivo sulla Terra assistiamo ad una significativa gag: durante il loro volo Topolino e Pippo passano sopra il Cremlino e vengono subito attaccati dalla contraerea, quando poi si trovano a volare sulla Casa Bianca l’accoglienza è la stessa. Ma non è finita: quando riescono a toccare terra in un campo giochi, i due vengono criticati da un’anziana signora che li accusa di perdere tempo con i loro giochi. Che non ci sia più posto per Topolino in questa società?
E arriviamo a “Topolino contro Topolino“: a mio avviso si tratta di uno dei capolavori assoluti della saga: le radici per l’ispirazione della storia sono da ricercarsi nel Dottor Jekyll di Stevenson, ma subito l’atmosfera della storia si tramuta in quella dei classici noir del cinema degli stessi anni, ed in particolar modo dell’opera di Hitchcock (le stesse atmosfere che caratterizzeranno molte storie di Romano Scarpa). Al suo ritorno dallo spazio Topolino trova che i suoi concittadini gli sono divenuti ostili: questo è dovuto alle malefatte compiute da Miklos, un suo sosia che, all’insaputa di tutti, ha preso il posto di Mickey per compiere i suoi crimini, e per tormentare gli amici del vero Topolino. Quando Topolino scopre l’inganno non può denunciare l’impostore perché questi tiene prigioniero Pluto: le vignette che ci mostrano come Miklos abbia ridotto il cane di Topolino sono tra le più impressionanti di tutta la storia. Altamente destabilizzante per l’identità di Topolino risulta essere il vero piano di Miklos: ucciderlo e sostituirsi a lui per continuare a vivere il resto della sua vita da rispettabile cittadino: si tratta di una minaccia molto più grave di quella della morte: significa annullare tutto il suo vissuto, eliminare il suo ruolo nella società, annullare la sua memoria storica. Dal punto di vista grafico assistiamo a quello che è l’apice della perfezione stilistica di Gottfredson: Miklos è del tutto identico a Topolino, ma Gottfredson riesce comunque a dargli delle espressioni profondamente diverse con delle minime variazioni nel disegno della bocca e degli occhi.
Per “staccare” un po’ dalla tensione dell’episodio precedente, Gottfredson e Walsh realizzano “Topolino e la scarpa magica“, un episodio ispirato alle leggende del folklore irlandese: perseguitato da un insistente singhiozzo, Topolino effettua un viaggio in Irlanda nella speranza che il cambiamento d’aria possa farlo guarire, ma giunto sull’isola dovrà scontrarsi nientemeno che con Gilhooley, il re dei folletti irlandesi: si tratta dell’ennesimo piccoletto che interpreta la parte del villain nelle avventure di Mickey: con il passare del tempo si è ridotta la pericolosità dei “cattivi” di grande stazza: oggi il pericolo vero proviene da questi piccoletti che utilizzano l’astuzia e l’inganno per realizzare i loro piani e sono molto più subdoli dei maldestri avversari dei primi anni.
Chiude il volume “Topolino e il gorilla Cirillo“: in questo episodio (non ci sembra più il caso di utilizzare il termine “avventura”) Topolino si trova a doversi accollare Cirillo, un gigantesco gorilla, che un suo zio non può più ospitare. Le gags della storia sono imperniate sul ruolo vincente che Cirillo sembra ricoprire nella società in cui vive Topolino, a differenza di quanto era avvenuto per lo struzzo Oscar e per il selvaggio Giovedì: Cirillo è benvoluto da tutti ed è spesso portato come esempio da imitare. In base a questo, e a quanto già detto in nota a “Topolino e il deserto del Nulla”, è lecito domandarsi se a questo punto non sia diventato Topolino stesso l’alieno, la causa scatenante di gags e di alterazioni dell’ordine costituito: un personaggio, perciò, adatto ad interpretare una serie di gags autoconclusive piuttosto che vere e proprie avventure…

Autore dell'articolo: Paolo Castagno

Sono appassionato lettore e collezionista di fumetti Disney sin da quando ho imparato a... guardare le figure. Il Papersera - sia il sito sia l'associazione - sono per me motivo d'orgoglio!