Gli anni d’oro di Topolino 15

28 GIU 2010
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Il volume si apre con “Topolino e il terraplano” l’ultima avventura “di viaggio” di Mickey che viene coinvolto, suo malgrado, in una strana guerra tra gli abitanti del sottosuolo terrestre: il popolo di Concavia contro gli inquietanti Twitz, esseri bidimensionali che possono rendersi invisibili camminando di lato. Divertente l’idea di Wing Ding che per convincere Mickey ad intervenire sommerge lui e gli abitanti di Topolinia di asfissianti gentilezze di ogni tipo.
Personalmente trovo molto piùinteressante le seguenti, a cominciare da “Topolino e l’orfanello riformato“: la storia si apre con una divertente satira di Gottfredson e Walsh sui moderni stili di arredamento, spesso abbiamo assistito a simili critiche delle idee “moderne” nelle strisce di Mickey, spesso anche basate su pregiudizi. Il parco giochi dove Big Ben tiene prigionieri i bambini &egrave una rivisitazione gottfredsoniana del Paese dei Balocchi di Pinocchio che riesce a tener testa all’originale mantenendo quasi del tutto inalterate le orrorifiche atmosfere del film disneyano. A mio avviso il risultato è stato ottenuto ancora una volta grazie alla caratterizzazione dei personaggi presenti nel parco: agiscono tutti freddamente e con la consapevolezza delle loro azioni rifuggendo l’istintiva brutalità del primo Gambadilegno.
In “Topolino e lo zio in ozio” Mickey rende omaggio al mito americano degli anni ormai passati. Lo zio di Mickey appare improvvisamente nella sua casa ed il suo aspetto subito potrebbe far squillare un campanello d’allarme: si tratta di una deformazione di Topolino, o forse di una sua proiezione nel futuro: è Topolino stesso ma invecchiato. Non si tratta della figura dell’alieno apparsa sinora, ma piuttosto di una figura che Antonio Faeti definisce “un cumulo di angoscianti rimproveri contro una società ed un’epoca che hanno distrutto ogni sogno”.
Ma l’ultima epoca in cui il sogno americano è stato mitizzato non è forse quella roosveltiana degli anni Trenta? E non è forse proprio in quel periodo che Mickey ha vissuto le sue imprese “eroiche”? Considerando queste idee non sembra poi così strana l’identificazione Topolino-Gudger: Mickey se fosse restato quello che era nella golden-age oggi sarebbe un disadattato, costretto a rifugiarsi in un ospizio dove vivere di ricordi alla luce del crepuscolo del suo mito. La pesantezza di questa chiave di lettura della storia viene addirittura a rafforzarsi nell’analisi di due spunti satirici presentati dal duo Gottfredson-Walsh: già nel 1954 l’influenza dei mass-media era tale da indurre il sindaco di Topolinia a fornire il suo (modesto) contributo alla costruzione della casa-ospizio dello zio Gudger in quanto l’evento era ripreso dalle telecamere e le elezioni erano vicine; inoltre viene evidenziato come il “buonismo” delle istituzioni scoutistiche faccia si che tutta la parte “migliore” della società contribuisca alla costruzione della Casa di riposo Gudger, così da poter rinchiudervi i superstiti di un’epoca oramai lontana e capace solamente di far sorgere pesanti rimorsi e complessi di colpa nella popolazione americana (valga per tutti la figura dell’indiano Suona-Più-Forte).
Chiude il volume la storia “Topolino e Pippo cervello del secolo“, che porta il commiato di Pippo dalle strisce giornaliere a continuazione: dopo una misteriosa visita a Mickey, Pippo sparisce per lungo tempo, finché non verrà riconosciuto da Topolino in Mister X, un geniale scienziato che di Pippo sembra avere solamente l’aspetto: si tratta in effetti di un vero genio, e di un genio votato al bene dell’umanità al punto di creare, grazie ai prodigi dell’ingegneria genetica, la mucca nana Berenice: un animale in grado di migliorare il comportamento di chiunque beva il suo latte. Ancor più che in Pippo a Hollywood qui è lampante la similitudine con il film di Laurel & Hardy “Noi siamo le colonne” del 1940 dove Stanlio, grazie ad un colpo in testa, diventa un illustre professore universitario campione di scacchi. Ala fine delle due avventure entrambi “rinsaviscono” perdendo le loro facoltà che sarebbero state una minaccia forse troppo grande per l’umanità…
Come si fa a non dare per l’ennesima volta 5 stelle ad un volume di questa collana?

Autore dell'articolo: Paolo Castagno

Sono appassionato lettore e collezionista di fumetti Disney sin da quando ho imparato a... guardare le figure. Il Papersera - sia il sito sia l'associazione - sono per me motivo d'orgoglio!