Topolino 2909

24 OTT 2007
Voti del fascicolo: Recensore: Medio: (25 voti) Esegui il login per votare!

Non è semplice parlare di un fenomeno come WOM che torna con la quinta serie nel numero in edicola: sembra riscuotere un gran successo tra i giovanissimi (si può ipotizzare un pubblico di riferimento ben al di sotto dei 15 anni), appoggiandosi anche ad una serie di iniziative collaterali (come le cards da gioco) che rafforzano e perpetuano l’eco delle avventure disegnate. E tutto sommato è questo ciò che è importante per un’azienda come la Disney: fare cassa. Poi se vogliamo guardarlo con un occhio più critico, quindi non con quello del bambino che si entusiasma per delle formule magiche recitate in una sorta di esperanto improvvisato, si possono fare altre valutazioni. Innanzitutto si percepisce una certa confusione come trama della saga in generale con alcuni elementi quali la presenza della magia e dei draghi che non è ben chiaro come si sposino con quanto detto in passato (ma magari è solo un reboot parziale della serie! Ambrosio in fondo è uno “specialista” del genere). Venendo poi all’episodio in questione, Lemuria (Ambrosio/Pastrovicchio), non è nulla di trascendentale ma si fa leggere abbastanza piacevolmente pur se i personaggi non emergono prepotentemente ma risultano un po’ passivi. Peccato che quello che appare come il momento migliore e più evocativo della puntata, la comparsa del robot nel finale, ha le potenzialità per trasformare il tutto in un ennesimo minestrone senza capo né coda. Ma non è giusto fare processi alle intenzioni: aspettiamo l’uscita della puntate successive, certi che almeno i disegni, da sempre vero punto di forza della serie, difficilmente deluderanno.
Faccini invece con Paperoga e la gara di equitazione omaggia, anzi riscrive abbastanza fedelmente, una vecchia avventura del Topolino gottfredsoniano, quella con lo struzzo Oscar. L’intento citazionistico è evidente al punto che usa persino il vecchio villain dell’epoca, il signor Dinero, lasciandogli inalterato il look anni ’30. Iniziativa simpatica e non nuova per l’autore genovese, anche se non raggiunge le vette di delirio puro di alucne perle della sua produzione.
Dopo l’ormai abituale e in fondo piacevole intermezzo delle cronache dal regno dei due laghi (Faraci/Ziche) anche se pure Faraci ci aveva abituato a ben altro umorismo, ecco la storia più indecifrabile del numero,Zio Paperone e il metallo alchemico (Vitaliano/Chierchini). Un’avventura che come soggetto è abbastanza interessante, ma in fase di sceneggiatura non appare sviluppata nel migliore dei modi. Sembra una storia sospesa tra due epoche fumettistiche, echi martiniani (rafforzati dal tratto immutabile nei decenni del disegnatore) che si sovrappongono all’estro più moderno di Vitaliano. Probabilmente anche i disegni contribuiscono a creare un certo spaesamento nella lettura, almeno per il lettore più vecchio che ha negli occhi e nella mente ogni singola piroetta e ogni singola narice sbuffante dei paperi di Chierchini. Una storia che forse varrebbe la pena veder disegnata da qualcuna delle matite più nuove della Disney.
Chiude l’albo Paperino e la vacanza mordi e fuggi (Laban/Carrion), una straniera abbastanza insipida nei testi e con dei disegni assolutamente sgraziati.
Particolarmente povero l’angolo dei redazionali, nessun approfondimento, nessun articolo, solo l’inserto giochi e le rubriche istituzionali come la posta, un numero abbastanza misero quindi anche sotto questo aspetto

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"