I Classici Disney 446
Un numero dei Classici come al solito nella media, con una panoramica di storie di una decina di anni. Qualità altalenante con delle chicche pregevoli, che analizzeremo subito.
Inutile girarci intorno, la miglior storia è Paperino e Paperoga Montanari di quel genio di Pezzin. Fin dai suoi esordi aveva dato alla magica coppia, anche in virtù dei disegni techno di Cavazzano, nuova linfa e nuova energia, generando un fortunato filone di belle storie. Qui, come nella coeva Pompieri, Pezzin si sbizzarisce nel dare nuovi mestieri agli scombinati cugini, mixando bene i luoghi comuni, le abitudini e i modi di vivere italiani. Nel caso dei Montanari, la bellezza della domenica in vetta, il gusto per comprare formaggi artigianali vengono svillaneggiati e presi in giro, dopo una lunga e colossale sequela di disastri, tra lotte bovine, crolli di malga e formaggio filante. Sghignazzevole e iper-attuale per quello che concerne gli usi e i costumi salutisti.
Nella sua brevità, anche la vicenda della Torta presenta elementi di genuino divertimento, con una Minni frizzante e un mondo delle favole piuttosto sovvertito, in presenza dei characters desunti da “Alice nel Paese delle Meraviglie”. Il finale negativo risulta piuttosto sorprendente.
Ma la fiaba, la melanconia della giovinezza, il disincanto della memoria emergono con forza nelle parole del poeta Enna che, sull’Albero delle Cose Perse, fa recitare Paperino Paperotto e i suoi amici, quanto mai bravi nel comprendere le difficoltà del crescere e del giocare. I disegni di daniela Vetro ben interpretano questo stato d’animo.
Le altre storie veleggiano invece in una certa indifferenza, non riuscendo ad essere particolarmente memorabili. Speriamo che, andando avanti con i numeri, si arrivi presto ad annate più interessanti: è solo questione di tempo.