L’opera omnia di Romano Scarpa vol. 5

17 FEB 2014
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Altro numero sensazionale, con sole storie da autore completo. In quest’annata Scarpa inanella un filotto di capolavori uno dopo l’altro, senza stancarsi (e stancarci) mai. Finalmente introdotti da una copertina legata al titolo, cominciamo la lettura di questo quinto volume.
Le Lenticchie di Babilonia è forse una delle storie più belle di Scarpa e di tutta la produzione disneyana. La struttura a flashback, così come il dramma di Paperone, l’astuzia dei Bassotti, le mille idee di marketing, la speranza infinita e la solitudine del papero più ricco del mondo, insieme ad un finale sospeso mozzafiato ed unico fanno di questa storia un gioiello indimenticabile.
Si prosegue con un altro episodio della saga Topolino-Atomino. Il Bip Bip-15, seppur meno nota delle altre, innesta varie situazioni thriller e scene di azione rare a vedersi. Sicuramente migliore è però l’Imperatore della Calidornia in cui rimandi al passato, il tema del doppio e la storia americana si intrecciano tutti insieme, coinvolgendo anche un Topolino umano nel coronare i suoi sogni di ambizione e di potere. Infine, in Shan-grillà Atomino torna alla Dimensione Delta, mentre Topolino e Minni vivono un’avventura esotica non da poco, in cui lo svitato regista Ben Bubbola resta piuttosto impresso. Azzeccato l’omaggio a “Orizzonte Perduto”.
Sul lato dei paperi, la chicca comica dell’FBI è sensazionale. Scarpa crea con Paperino dei ritmi comici e delle frecciatine satiriche sociali non irrilevanti, oltre a generare una girandola di situazioni spassose. Infine, con il ratto di Brigitta idea un nuovo personaggio, ben aderente alla società italiana, di allora come di oggi: l’imprenditore traffichino Filo Sganga.
Questa volta non c’è spazio per portfolio e schede finali, ma alcuni contenuti aggiuntivi sono integrati nel corpo del volume, come il soggetto del “Ratto” e le vignette aggiuntive disegnate da Perego che (rovinano) integrano il finale delle “Lenticchie”. Come versioni delle storie questa settimana solo le “Lenticchie” hanno lettering e colori da Zio Paperone, tutte le altre storie hanno il lettering originale e pure i colori, tranne il “Ratto” che li eredita da un’edizione su Paperino.
Numero considerevole, su cui fiumi di inchiostro si potrebbero versare. Il miglior consiglio è quello di andare in edicola, e leggere tutto.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.